Il Milan insiste.Una Juve spuntata.Il Napoli non cede.

03.05.2012 14:14

A San Siro il Milan batte l'Atalanta e vola a -1

Ancora un turno infrasettimanale in Serie A: Milan e Atalanta scendono in campo al “Meazza”  per la 36ª giornata di campionato. Diverse le ambizioni, diverse le motivazioni, identica la fatica nelle gambe: per entrambe sarà la quarta gara in 12 giorni. I rossoneri,in campo con le maglie nuove per la prossima stagione,continuano ad inseguire la Juventus, consapevoli di non poter commettere altri passi falsi per non compromettere il ricongiungimento; decisamente più spensierati i nerazzurri, una delle più belle sorprese di questo campionato, arrivati a San Siro senza obblighi di classifica grazie ad una salvezza conquistata con qualche giornata d’anticipo. Ma passiamo alle formazioni. 

LE FORMAZIONI – Allegri sceglie il classico 4-4-2 e il solito rombo a centrocampo, con Ambrosini e Boateng a fungere da vertici, Muntari e Nocerino da esterni. Nesta e Mexes davanti ad Abbiati con De Sciglio e Antonini sulle fasce. Cassano vince il ballottaggio con El Shaarawy e viene scelto per far coppia con Ibrahimovic. Addirittura in tribuna il ‘Faraone’, panchina per Robinho.Consueto 4-4-1-1 per Colantuono. Stendardo e Lucchini compongono la coppia centrale in difesa di Consigli, Peluso e Ferri sulle corsie esterne. A Raimondi, Cigarini, Cazzola e Bonaventura il compito di aiutare il reparto arretrato e rilanciare i contropiedi, a Tiribocchi e Denis quello di finalizzarli. Maxi Moralez e Schelotto fuori dall’11 iniziale.

LA PARTITA – Si comincia con qualche minuto di ritardo, ma l’attesa vale il suo prezzo. Il Milan parte a razzo, la concentrazione è massima, la voglia di perder tempo ai minimi storici: servono i 3 punti e serve metter subito le cose in chiaro. La differenza di motivazioni è palese: quattro conclusioni dei rossoneri nei primi sette minuti, Boateng e Ibra sugli scudi, l’Atalanta è ancora negli spogliatoi, Consigli è super, i compagni decisamente meno, così superar la metàcampo sembra impresa titanica.Al 9’ il Milan passa: Muntari viene pescato in linea da Boateng in area e, dimenticato dalla difesa atalantina, batte l’estremo ospite con un piattone al volo. 1-0 Milan, Atalanta non pervenuta.  Servono 15 minuti per vedere i nerazzurri dalle parti di Abbiati: Denis incorna di testa, il portiere rossonero risponde. Gli orobici guadagnano qualche metro ma son sempre i padroni di casa a comandare il gioco. Il ritmo cala, Ibra sbaglia qualche passaggio di troppo e San Siro rumoreggia. Denis, Bonaventura e Cazzola fan tremare il “Meazza” ma le loro conclusioni terminano sul fondo. Si arriva al 45’, Guida manda le squadre negli spogliatoi e Allegri non sembra rammaricarsene troppo.    Si riparte con gli stessi 22 della prima frazione di gioco. I rossoneri, ringalluzziti dalla pausa dell’intervallo, ricominciano a macinare gioco e azioni pericolose. Cassano e Ibra riprendono a duettare e impensierire Consigli, quindi è la volta di Nocerino, ma la conclusione è alta e il risultato non cambia. L’Atalanta fatica a rubar palla e ripartire, così Colantuono manda finalmente in campo Schelotto e Maxi Moralez.  Gli effetti delle sostituzioni son subito lampanti: gli orobici innalzano i loro ritmi e sfiorano il pareggio con Tiribocchi, lasciato libero di incornare dalla difesa rossonera. Decide di cambiare anche Allegri: fuori Cassano e Boateng, dentro Robinho e Flamini.La partita si trascina fino all’80’, minuto in cui San Siro si infiamma: i meriti non sono dei 22 in campo, ma del goal del Lecce; questa volta la Juve è a -1 per davvero. I rossoneri riprendono vita, il tabellone dà la conferma del risultato e Ibra si divora il raddoppio. C’è spazio anche per Gattuso e Cazzola, per un tiro alto di Nocerino e per la traversa di Robinho prima del raddoppio dello stesso attaccante brasiliano: è il 92’ quando Binho raccoglie la ribattuta di Consigli sulla punizione di Ibra e firma di testa il 2-0. Finisce qui, la Juventus, ora, è distante un solo punto.

Stop Juve col Lecce.Ora la paura si sente.

La corsa della Juventus si ferma sul più bello. Come un film noir serve l’errore dell’eroe buono a capovolgere le sorti di un destino che sembrava scritto. Al minuto 86 una papera del miglior portiere al mondo, Buffon, regala il goal del pareggio al Lecce, fissando il risultato sull'1-1 e riaprendo, di fatto, un campionato che sembrava chiuso.Il film della partita, eppure, sembrava chiaro: Juve subito in vantaggio (goal di Marchisio) e avanti fino a cinque dal termine senza problemi. Ma il calcio, si sa, non è una scienza esatta. E allora tutto può accadere.Cosmi ne combina una delle sue ed impone il pari (salentini in dieci per quasi tutta la ripresa) allo Juventus Stadium. Gli uomini di Conte interrompono, cosi, il filotto di vittorie consecutive, riaprendo il discorso scudetto. Il Diavolo si riporta a meno uno dalla Vecchia Signora che si ritrova improvvisamente all’inferno.
FORMAZIONI – Conte deve fare a meno di Pepe, out per un fastidio muscolare, ma ritrova Matri al rientro dopo la squalifica. A centrocampo torna titolare sulla sinistra De Ceglie, preferito a Giaccherini, mente sul fronte opposto confermato Lichtsteiner. In attacco dentro Quagliarella - fuori Borriello - al fianco di Vucinic.Nel Lecce, in difesa, non c’è lo squalificato Esposito. A centrocampo Obodo regista basso con a lato Blasi e Delvecchio. In avanti la novità è Seferovic in coppia di Di Michele.

PARTITA – La Juve si gioca il primo match ball della stagione contro un Lecce disperato. L’unico obiettivo è vincere e sperare in un passo falso del Milan. Il resto è cronaca di un primo tempo dominato in lungo e largo dagli uomini di Antonio Conte. La solita Juve arrembante comincia a ritmo alto, pronti via ed è subito vantaggio. Al 9’ Pirlo inventa, Marchisio insacca: un cross dell’ex milanista trova l’incornata vincente del play bianconero.Il goal apre un’autostrada in favore dei padroni di casa che potrebbero servire il bis nei primi trenta minuti. Lecce assente e bianconeri sempre protagonisti con lanci in profondità per le verticalizzazioni di Vidal (manca il raddoppio prima della mezzora), Vucinic e Marchisio, (tiro dal limite che impegna Benassi). I giri della Juve diminuiscono solo nel finale di tempo, ma il risultato non cambia.
Nella ripresa, Cosmi toglie l’evanescente Seferovic, per Muriel per cercare di arginare le folate bianconere ma l’espulsione di Cuadrado per doppia ammonizione complica tutto. La Juve continua a spingere alla ricerca del punto della sicurezza. Vidal a tu per tu con Benassi spreca da buona occasione. Con il passare dei minuti si placa la furia dei bianconeri, a tratti stanchi e incapaci di infliggere il colpo del ko.
Tanto possesso palla che non trova, però, sfogo: Quagliarella in due occasioni prova a rompere l’inerzia del match ma Benassi è reattivo. Conte, allora mette dentro Matri al posto del napoletano per provare a chiudere la gara. Ma il copione d’inizio ripresa non muta.
Improvvisamente la gara si scalda, e sale d’intensità. Prima è il Lecce a sfiorare il pareggio con Buffon che interviene in mischia dopo una torre di Carrozzieri, poi, è il neo entrato bianconero ad esaltare i riflessi dell’estremo salentino.
All’86’ succede l’ineluttabile. Nel momento migliore del Lecce un errore clamoroso di Buffon regala a Bertolacci il goal del pareggio. La Juve sicura di vincere, si ritrova all’inferno e senza possibilità di tornare indietro. Il Diavolo ora ha il fiato sul collo della Vecchia Signora.
La distanza dai rossoneri è minima.Tutto aperto a due gare dalla fine.

Il Napoli ci crede mentre il Palermo si infuria.

Allo stadio San Paolo il Napoli  ha battuto il Palermo per 2-0 nell'anticipo valido per la 35esima giornata di A.Gli uomini di Mazzarri hanno chiuso la partita già nel primo tempo, terminato sul risultato di 2 a 0. Nella ripresa il Palermo ha provato a reagire, ma i partenopei sono riusciti a non prendere goal. Decisivi ai fini del risultato sono stati Hamsik e Pandev, autori entrambi di una prestazione importante. I rosanero non hanno demeritato particolarmente e, contro un Napoli così concentrato, non c’è stato molto da fare.
FORMAZIONI - Mazzarri decide di non rischiare dal primo minuto Lavezzi, e conferma la coppia composta da Cavani e Pandev in avanti. Nel reparto arretrato c’è Federico Fernandez, in luogo del convalescente Campagnaro. Zuniga vince il ballottaggio con Dossena e va a presidiare la fascia sinistra. Mutti, orfano di Miccoli, schiera Ilicic al fianco di Hernandez in attacco, mentre in difesa viene concessa fiducia al trio dei giovanissimi Munoz, Milanovic e Labrin.
PARTITA - Si inizia forte,al 6’è proprio dai piedi dello slovacco che parte un’azione, conclusa poi da un potente calcio di Inler che va a stamparsi sul palo.Subito dopo sono i rosanero a sfiorare il vantaggio con Ilicic prima ed Hernandez poi che, lasciati liberi in area di rigore, calciano a botta sicura, trovando sulla propria strada un attento De Sanctis. Il Palermo punta molto sul contropiede, con particolare predilezione per l’esterno destro Pisano, bravo ad eludere spesso e volentieri il controllo di Zuniga. E proprio sulle ripartenze avversarie i padroni di casa faticano abbastanza, a causa anche di un Ilicic molto volenteroso.Per sbloccare la partita si rende tuttavia necessario un penalty, concesso ai campani al 15’per un fallo di mano di Milanovic,il tocco c'è ma è palesemente involontario con il braccio attaccato al corpo: dal dischetto si presenta l'ex, Cavani, e la realizzazione è impeccabile. I ragazzi di Mutti rispondono bene, non lasciandosi intimidire dal risultato di svantaggio. Addirittura i rosanero, a tratti, danno l’impressione di essere più decisi e determinati dei campani.Ma l’impressione ben presto lascia spazio alla realtà, che vede il Napoli tornare subito all’attacco, tanto da trovare il raddoppio grazie ad un perfetto inserimento di Hamsik che, al 35’, mette alle spalle dell’incolpevole Viviano. L’assist, al bacio, è di Pandev.Nell’occasione la difesa rosanero fa una dormita generale. Sul finire della prima frazione di gioco si vedono due importanti interventi difensivi: da un lato è Cannavaro a togliere le castagne dal fuoco, con una decisa scivolata ai danni di Ilicic, dall’altro una diagonale difensiva di Pisano evita agli ospiti di vedere aumentato il passivo in fatto di reti. Il primo tempo termina dunque col Napoli in vantaggio per 2 a 0.La ripresa vede le squadre partire con il freno a mano un po’tirato. Il Napoli, in particolare, pare voler tenere bassi i ritmi della partita, lasciando agli avversari l’iniziativa. Iniziativa dei siciliani che, però, non riesce a portare nulla di concreto.Sembrano dunque essersi invertiti i ruoli, dopo i primi quarantacinque minuti: adesso è il Palermo che attacca, mentre gli uomini di Mazzarri puntano su difesa e contropiede. E proprio su una ripartenza, grazie all’ennesima magia di Pandev, Cavani sfiora il goal, con un tiro strozzato che finisce fuori. Mutti tenta di dare una svolta al match, inserendo Zahavi per Milanovic, e arretrando Migliaccio in difesa.Cambiano così le mansioni di Hamsik, che deve dunque dare una grossa mano ai centrocampisti in fase di rottura. Nel frattempo i partenopei riprendono ad andare a pieni giri e Cannavaro, per pochissimo, non riesce a deviare, nella porta difesa da Viviano, un cross di Hamsik. Risponde Zahavi che, dopo una serie stupenda di tocchi di prima, si libera al tiro, mandando però malamente alto sulla traversa.I rosanero vogliono a tutti i costi riaprire la partita, ci credono e si illudono per pochi secondi quando, al 72’, Hernandez mette palla in rete: l’uruguagio si trova tuttavia in fuorigioco sul tocco di Zahavi e il goal viene annullato. Scorrono i minuti e aumenta l’intensità, con le squadre allungate e continui rovesciamenti di fronte. Tuttavia, la ripresa scorre senza vedere cambiato il tabellino, ed il match termina dunque sul risultato di 2 a 0.