The Lady - L'amore Per La Libertà
regia : Luc Besson
cast : Michelle Yeoh,David Thewlis,William Hope,Martin John King,Susan Wooldridg

Era atteso con curiosità alla sesta edizione del Festival Internazionale del Film di Roma, dopo aver ricevuto un discreto consenso al Toronto Film Festival, "The Lady" è l’ultima creazione del regista visionario Luc Besson ("Nikita", "Il quinto elemento", "Giovanna d’Arco") alle prese questa volta con un biopic che odora di svolta creativa.
La vera storia del premio Nobel per la pace nel 1991 Aung San Suu Kyi, donna che ha saputo imporsi sul governo militare birmano, diventando per il suo popolo un’icona di libertà. Aung San Suu Kyi lotterà contro la dittatura in nome della democrazia. Dovrà pagarne il prezzo. Gli arresti domiciliari; la sfortunata morte del marito; l’attentato nel 2002 da cui si salverà, ma che la debiliterà fisicamente.
Aung San Suu Kyi, Premio Nobel per la Pace 1991 e 'orchidea d'acciaio' del movimento per la democrazia in Myanmar. Dopo l'assassinio del padre, il generale Aung San, leader della lotta indipendentista birmana, Suu cresce in Inghilterra e sposa il professore universitario Michael Aris. Quando nel 1988 il suo popolo insorge contro la giunta militare, Suu torna nel paese natale e inizia il suo lungo scontro diretto contro il potere assoluto dei generali.
La figura di Aung San Suu Kyi, paladina dei diritti democratici che per la libertà del suo paese e del suo popolo ha per oltre vent'anni sacrificato la propria libertà personale e gli affetti familiari è di certo una delle più toccanti e ammirevoli fonti d'ispirazione politica e umana degli ultimi decenni. È comprensibile quindi che The Lady fosse tanto per la scrittrice Rebecca Frayn che per il regista Luc Besson e, soprattutto, per la sua interprete Michelle Yeoh un vero e proprio progetto del cuore.
Onde rendere più vicina allo spettatore una figura complessa che ha attraversato fasi tumultuose della Storia di un paese di cui i più davvero poco sanno, Frayn e Besson hanno scelto la via della divulgazione, presentando il contesto storico e politico in maniera essenziale (la principale riflessione sulla Storia del Myanmar è racchiusa nel racconto di sapore quasi favolistico che Aung San fa alla figlia, e che funge da prologo del film), e di far leva sul dramma umano della protagonista. Dopo il ritorno a Yangon nel 1988, Aung San Suu Kyi ha difatti potuto rivedere il marito solo cinque volte, a causa di visti negati al consorte e della sua impossibilità di tornare in Gran Bretagna (una volta lasciato il suolo birmano non le sarebbe più permesso il ritorno), cosa che le ha impedito di vedere i figli crescere e di assistere Aris durante la malattia che l'ha condotto alla morte nel 1999.
Un'impostazione che inscrive la drammaturgia di The Lady nelle convenzioni del melodramma e che, a conti fatti, rischia di sminuire l'aspetto politico della battaglia di Aung San Suu Kyi. Sul fronte della resa formale, Besson rischia poco ed emoziona solo a sprazzi – ossia quando le situazioni tendono all'action (l'assassinio di Aung San, il primo blocco di Suu agli arresti domiciliari dopo la vittoria alle elezioni). Michelle Yeoh, dal canto suo, si spende nella sua migliore interpretazione (assai riuscita nella mimesi del contegno e della postura di Aung San Suu Kyi), anche se si ha l'impressione che il gigione David Thewlis (nel ruolo di Aris) sovente le rubi la scena.
L’interprete malesiana già protagonista de "Memorie di una Geisha" Michelle Yeoh veste i panni della donna simbolo della democrazia birmana Aung San Suu Kyi in modo impeccabile, scrupoloso, fino al manierismo più estremo.
E forse questo eccedere nelle convenzioni è anche il difetto alla base della pellicola, che non pecca in equilibrio formale - riuscendo a dosare nel giusto modo gli ingredienti del dramma - ma in quello sostanziale. Difficile anche riconoscere il timbro registico di Besson, se non avventurandosi in improbabili parallelismi tra le protagoniste dei suoi film e la Suu Kyi. Giovanna d’Arco, Nikita, o la giovanissima protagonista di "Leon", possiedono la stessa potenza emotiva della donna birmana. Ma qui parliamo di un personaggio vero, ancora vivente e questo particolare finisce per pesare per forza di cose sul modo di osservare il film. Luc Besson allora cerca la svolta. Il passaggio dalla finzione di un "Adele e l’enigma del faraone" al realismo dei giorni nostri, ma allo stesso tempo non vuole tradire il suo stile. Realizza un buon film, ma piatto e vagamente asciutto.
VOTO 7
Guarda il trailer in HD:
www.youtube.com/watch?v=9cvnAYA6R1w