Sport

Il Milan non molla.Juve,un grazie a Borriello.Il Napoli rilancia.

Prince Boateng,e il Milan passa.

25 Aprile con la Serie A ,per il recupero della 33ª giornata di campionato, rinviata in seguito alla tragica scomparsa di Piermario Morosini. A 'San Siro' va di scena il più impensabile dei testacoda, quello tra Milan e Genoa. Se statisticamente certa era la presenza dei rossoneri nei piani alti della classifica, tanto impensabile quanto impronosticabile era quella dei rossoblù nelle retrovie. La posta in palio è importante e ad entrambe serve una vittoria, chi perde rischia di dover dire addio, rispettivamente, allo scudetto o alla Serie A.

LE FORMAZIONI – Novità per entrambe le squadre rispetto alle previsioni della vigilia. Allegri sceglie il classico 4-4-2 col rombo a centrocampo, con Van Bommel ed Emanuelson a fungere da vertici, Muntari e Nocerino da esterni. Nesta e Yepes davanti ad Abbiati con Abate e Antonini sulle fasce. El Sharaawi, a sorpresa, viene scelto per far coppia con Ibrahimovic. Panchina quindi per Cassano, addirittura tribuna per Robinho.De Canio, chiamato da Preziosi per sostituire Malesani dopo la disfatta del “Ferraris”, stravolge formazione e modulo rispondendo con il 4-5-1. Jankovic e Sculli in campo insieme nonostante la lite dei giorni scorsi, con quest’ultimo arretrato sulla linea di difesa; insieme a lui ci sono Granqvist, Kaladze e Moretti a difendere Frey. Centrocampo che unisce sostanza e fantasia con Kucka, Belluschi, Biondini, Jankovic e Birsa. Unica punta, là davanti, Rodrigo Palacio. Veloso e Gilardino in panchina.

LA PARTITA – Leggi il miglior attacco del campionato, quello del Milan con 63 reti all’attivo, contro la peggior difesa, quella del Genoa con 62 goal al passivo, e ti aspetti una pioggia di goal. Quel che trovi, invece,è diverso, tanto nel gioco quanto nel risultato, per entrambe le compagini in campo: il risultato non può che essere un primo tempo abulico, privo di grosse emozioni, che passa lentamente tra qualche sorpresa generale.
Il Genoa parte meglio, tra un episodio dubbio in area rossonera e un tiro di Kucka dalla distanza. La manovra del Milan è farraginosa, i lanci lunghi prevalgono, Ibra è sconsolato e non fa nulla per nasconderlo. Servono 22 minuti per vedere giocare il Milan da Milan: i salvataggi di Sculli e Granqvist sono provvidenziali in due occasioni, sempre su Ibra, anticipato all’ultimo prima di depositare la sfera in rete. L’equilibrio regna, la paura è tanta, il Genoa è arroccato in difesa, il Milan ci prova ma non ci riesce, il primo tempo si trascina verso la fine così l’arbitro manda le squadre negli spogliatoi e nessuno sembra dispiacersene.
Si riparte con gli stessi 22 della prima frazione di gioco, poi passan 4 minuti, Allegri ci ripensa e cambia: fuori El Sharawy e Van Bommel, dentro Cassano e Boateng.Per dare la scossa. Passa un altro minuto e si vede anche il primo tiro in porta dei rossoneri: sinistro diretto nel sette di Ibra, Frey ci mette i pugni e lo 0-0 permane. Fuoco di paglia o scossa decisiva, tutti se lo chiedono e nessuno lo sa, ma perlomeno è un inizio. San Siro si rianima e il Milan si sveglia. Boateng ed Emanuelson sfiorano il vantaggio, il Genoa si salva ma i cori prendono il posto dei fischi. Al 71’ il Genoa rimane in 10: fallo di Jankovic su Abate al limite dell’area, cartellino rosso per somma d’ammonizioni e doccia anticipata.Frey si supera sul tocco ravvicinato di Yepes, poi è la volta di Muntari e Cassano a sfiorare il vantaggio, ma le loro conclusioni non inquadrano la porta. Inizia il valzer delle sostituzioni, De Canio lascia Gilardino a guardare, Allegri inserisce Maxi Lopez al posto di Antonini. Cambiano gli addendi e, contraddicendo la più semplice delle leggi matematiche, cambia il risultato. E’ l’86’ quando Emanuelson imbecca Boateng che, di cattiveria, supera Frey mandando la sfera sotto le sue gambe. 1-0 Milan e dedica alla sua Melissa. I rossoneri fanno possesso senza accelerare, i rossoblù, in 10, sono impotenti. Arriva il triplice fischio, il Genoa si inguaia e il Milan non molla l'inseguimento: la Juventus però,resta a +3.    

 

Conte pesca Borriello.E salva la partita.

Il Cesena ce l’ha messa tutta per allontanare di almeno una settimana la retrocessione matematica, ma, proprio sul finire, ha dovuto cedere. Il lavoro ai fianchi degli uomini di Conte alla lunga ha avuto la meglio sul catenaccio degli avversari, che salutano definitivamente la massima serie.
FORMAZIONI - Conte punta ancora sul 3-5-2, con Caceres preferito a Lichtsteiner sul versante destro del centrocampo e Matri chiamato a sostituire in avanti lo squalificato Quagliarella. Ancora panchina per Borriello, mentre Pepe finisce in extremis sulla lista degli indisponibili. 5-3-2 per Beretta, che deve rinunciare a Mutu e Iaquinta, e lancia in attacco Rennella, sbloccatosi la scorsa domenica, e Del Nero.
PARTITA - Il Cesena non ci sta a recitare il ruolo della vittima sacrificale e cerca da subito di imprimere un ritmo alto al match. La Juventus ha altrettanta voglia di far risultato, e si vota all’attacco sin dai primi minuti. Non hanno però vita facile gli uomini di Conte, con la squadra romagnola che adopera un forsennato pressing alto nella fase iniziale dell’incontro. Brividi percorrono la schiena della tifoseria ospite, quando Santana calcia, dalla bandierina, un pallone che attraversa l’intera area di rigore, senza venire però toccato da nessuno, al 7’. Un minuto dopo, si registra l’episodio che può cambiare le sorti dell’incontro: viene infatti concesso un calcio di rigore per fallo di mano di Moras.Grande errore arbitrale.Il fallo c'è ma è palesamente fuori area. Dal dischetto va Pirlo che colpisce il palo alla destra di Antonioli, peraltro tuffatosi dalla parte giusta. E’ il secondo errore consecutivo per l’ex rossonero. La Juve non si perde però d’animo e ricomincia a spron battuto ad attaccare.
Il Cesena si chiude a riccio e punta, quando gli capita (raramente a dir le verità), su azioni di contropiede, come al 16’quando Del Nero calcia al volo un pallone abbastanza innocuo. La Juventus è padrona del campo ed esibisce il solito possesso palla. Manca però il goal, grazie all’importante lavoro difensivo della squadra cesenate. Pirlo crea di tanto in tanto le solite traiettorie millimetriche, e gli esterni cercano a più riprese di affondare tra le maglie della folta retroguardia avversaria, ma il compito risulta davvero improbo. La squadra ospite va vicina al goal altre due volte, prima al 28’quando Vucinic, sugli sviluppi di un corner, da buona posizione, manda alto di testa, e dopo al 38’ con Antonioli che risponde splendidamente ad una schiacciata, sempre di testa, di De Ceglie. Finisce il primo tempo a reti inviolate, con una Juventus proiettata in attacco, e la squadra padrona di casa che fa del proprio meglio per soffocare le avanzate avversarie.
La ripresa comincia seguendo gli stessi schemi della prima frazione di gioco. Tuttavia è il Cesena ad andare vicino al goal, al 4’, con una conclusione di Ceccarelli, potente ma imprecisa. Strepitoso Antonioli a togliere un goal sulla linea di porta a Matri, dopo un tiro sul quale lo stesso portiere aveva commesso la classica papera. La Juve pressa, concede poco respiro ai cesenati, ma manca l’acuto decisivo,sembra essere tornata la difficoltà a segnare. La difesa del Cesena pare la versione umana della muraglia cinese, così Conte prova ad alzare il livello qualitativo del gioco, togliendo il muscolare Caceres ed inserendo Giaccherini.
I minuti scorrono all’insegna dell’assedio della Juventus, ma quando Antonioli sfodera una parata da fenomeno su una punizione a giro di Del Piero, comincia a circolare la sensazione che la palla non voglia entrare. Ci pensa Borriello, subentrato a Matri, a scacciare le paure, ed insaccare all’80’minuto un pallone spiovente su cui Antonioli non può nulla. Finisce così la partita, con la Juventus che riesce a spuntarla sul finire ed il Cesena che retrocede in serie B.

 

A Lecce il Napoli riprende il suo inseguimento.

Tre punti che pesano come una zavorra. Il Napoli sbanca Via del Mare battendo 0-2 il Lecce in attesa di buone notizie da San Siro per Milan-Genoa. Ritmi alti fin dall’inizio, a sbloccare il risultato è Hamsik al 4’; Cavani al 51’ firma il raddoppio. Brusco stop per la squadra di Cosmi, tuttavia indolore se il Genoa non vince a Milano; azzurri a -1 dalla Lazio, terza.
FORMAZIONI – Il Lecce per questa delicata sfida conferma il 3-5-2. L'unico dubbio era fra Blasi e Bertolacci, alla fine la spunta l'ex parmigiano che gioca nella mediana a cinque con Cuadrado, Giacomazzi, Del Vecchio e Brivio. In attacco confermato il tandem Di Michele-Muriel. Mazzarri, invece, senza Lavezzi (infortunato) e Pandev (squalificato), ripropone il 3-5-1-1 con Hamsik alle spalle di Cavani e Dzemaili con Gargano e Inler nella mediana a cinque. Dirige l’incontro il signor Paolo Tagliavento di Terni.
 PARTITA – Due squadre rinfrancate a contendersi tre punti mai stati così preziosi nella ricorrenza della Liberazione, in gioco la salvezza da un lato, un posto nella prossima Champions League dall’altro. I padroni di casa hanno il morale alle stelle dopo il pari all’Olimpico contro la Lazio e i risultati giunti dai campi delle dirette avversarie; gli ospiti sembrano in ripresa, in particolar modo quando è giunta la notizia del successo del Novara ai danni proprio della Lazio nel lunch match della giornata. Lecce-Napoli è un match complicato, dai destini avversi e accomunati dalla voglia di vincere perché i rispettivi traguardi non sono più così lontani.
Con le orecchie incollate alla radiolina, antenne puntate su Roma (ospite dei giallorossi la Fiorentina) e Udine (al Friuli c’è l’Inter), quello del Via del Mare promette fuoco e spettacolo in un giorno di festa, caldo e soleggiato. La prima occasione è di parte giallorossa, Cuadrado si sente ispirato fin dalle prime battute e lo stesso discorso sembra valere anche per Cannavaro, che blocca l’offensiva avversaria con un tackle pulito. Poi c'è Hamsik, che sblocca al 4’ il risultato con un formidabile destro al volo su cross da punizione di Inler, il Napoli è in vantaggio, lo schema è servito egregiamente. E il Lecce cosa fa? Reagisce, ovviamente, con l’uomo più pericoloso di inizio incontro, Cuadrado, provando incursioni pericolosi da falcidiare la difesa azzurra se avessero una buona riuscita; l’undici di Mazzarri resta in zona d’attacco e sfiora il raddoppio. Sarà l’avvio fervente, ma la sensazione di assistere a 90’ di passione è quasi scontata.
Di fatto il Napoli ci prova e il Lecce risponde anche con azioni da fermo, mentre Maggio al 23’ ha l’occasione di portare i suoi su un tranquillo 0-2, ma tarda la conclusione. Cosmi ormai si rende conto che la sua squadra soffre parecchio sull’out di sinistra, non era soddisfatto della fase difensiva attuata da Brivio ed ha optato per Di Matteo un terzino maggiormente bravo in fase di copertura nella prima sostituzione del match dopo neanche 30’ di gioco. Gli ospiti continuano a condurre la loro partita, Cosmi è sempre una furia con i suoi: in effetti non è un Lecce agguerrito visto finora, quando al 35’ Cuadrado sulla destra crossa in mezzo, sponda aerea di Di Michele che libera a centro area Muriel che avrebbe tutto il tempo per stoppare e calciare forte in porta. Peccato che il colombiano s’incarti sul più bello e fa un passaggio a De Sanctis. Occasione fallita dall’attaccante del Lecce, d’altro canto Gargano inceppa più volte a centrocampo perdendo il possesso palla. Gargano continua a commettere errori su errori e Mazzarri prova a svegliarlo, intanto Dzemaili sfiora il raddoppio da posizione defilata, Benassi è lì e salva coi pugni. Con gli azzurri in attacco si chiude il primo tempo al Via del Mare.
Si riparte con lo slalom di Di Michele, che dalla sinistra salta Inler e Campagnaro e poi cade dopo un contrasto con Gargano, chiedendone il rigore. Ma Tagliavento lascia proseguire prendendo la decisione giusta. Al 51’ Cannavaro recupera su Muriel e lancia Cavani che in contropiede raddoppia. E’ il suo centesimo gol da quando gioca in Italia, è il goal che chiude virtualmente il match. Il Lecce non ci sta: Cuadrado è notevolmente scatenato e solo Cannavaro riesce a fermarlo, scatenando un parapiglia con Del Vecchio spento dall’arbitro con il giallo a entrambi.Poi Cavani: nel giro di un minuto prima sfiora il gol con un tiro da centro area e poi recupera un pallone a centrocampo con grandissima umiltà.Prezioso l’uruguayano.
Attacca l’undici salentino, ma sembra non averne più, il Napoli infatti corre tanto e lo fa bene: dopo alcune settimane in cui c’era un calo fisico la squadra di Mazzari ha recuperato le forze; nel frattempo si stira Campagnaro ed è costretto a lasciare spazio al giovane connazionale Fernandez. Del Vecchio prima e Di Michele poi provano a riaprire le ostilità, il primo non riesce a trovare lo specchio della porta, il secondo è fermato quando sta per cominciare il suo personale slalom.Esce Hamsik al 69’, al suo posto il Carneade Vargas, il quale al suo 3’ di gioco impegna Benassi in diagonale. L’inizio del cileno è pimpante, riuscirà a sbloccarsi oggi? Intanto a sfiorare la rete dello 0-3 è Zuniga, in precedenza a provarci è stato Maggio con scarsi risultati. Si prosegue con azioni poco convinte entrambe le parti, il più vivace è Vargas a caccia del suo primo goal con la maglia azzurra, ma è costretto a rinviare l’appuntamento. Tagliavento fischia la fine del match e il Napoli vince e spera.Il Lecce perde e ora si fa dura salvarsi.

 

Morte improvvisa su un campo di calcio.Scritto da:Nicola Giordano

Prima di Morosini altre tragiche morti sul campo.

Morire per il calcio o giocando a calcio.Sembra impossibile e assurdo che un gioco,un divertimento possa portare alla morte di chi lo pratichi.A maggior ragione se,chi ne viene colpito è giovane,forte e all'apparenza invulnerabile come un eroe dei fumetti.Drammatica e impressionante la morte accaduta sabato al giovane Morosini,calciatore del Livorno,che come un albero abbattutto,in pochi secondi è crollato sul verde prato dello stadio colto da infarto improvviso,così,in un attimo,la sua vita si è spenta in diretta Tv.

In Italia - Casi analoghi e impressionanti sono purtroppo per tutti,già accaduti inpassato,in Italia e all'estero.Il 2 marzo 1969 l'attaccante della Roma Giuliano Taccola muore per un attacco cardiaco a Cagliari, al termine della partita. Ha 25 anni e un futuro brillantissimo davanti a sé. Molto tempo dopo,enormi polemiche sorgono a causa di numerose tragedie accadute a calciatori degli anni '60 e '70,per decessi verificatisi con infarti o con la tristemente nota SLA (morbo di Ghering) che sembra colpire in primis i calciatori di quel periodo.Alcuni ex-giocatori parlavano di strane iniezioni o pasticche che senza spiegazioni venivano proposte dai medici sportivi di allora.Ma tutto non è mai stato dimostrato con sentenze o con ricerche.Lo stesso accadde a Renato Curi,anima del Perugia anni '70 cui oggi è dedicato lo stadio. Il 30 ottobre 1977 in un match contro la Juventus di Trapattoni,Il 24enne centrocampista crolla a terra dopo l'accenno di uno scatto,proprio lo scatto,che era il suo pregio principale. Dieci anni dopo, in serie C2, Andrea Ceccotti della Pro Patria si sente male negli spogliatoi dopo essere uscito per un dolore: "trombosi carotidea alla gamba sinistra", a 25 anni. Il 30 dicembre 1989 un ennesimo dramma in campo,che forse qualcuno ricorda meglio,il difensore della Roma Lionello Manfredonia sta male in campo,a Bologna,in un pomeriggio gelido con 3 gradi sotto lo zero.Arresto cardiaco,ma miracolosamente viene salvato per i capelli dai medici.Dopo 2 anni lascerà il calcio.
 

All'estero - Diverso il problema all'estero,sopratutto perchè i controlli medici spesso,vengono fatti in maniera meno capillare e approfondita e la medicina sportiva,tranne alcune eccezioni, è ancora poco sviluppata.Situazioni simboliche sono quelle che accadono a due calciatori acquistati dall'Inter : nell'estate 1996 il forte nigeriano Nwankwo Kanu viene acquistato dall'Ajax, dopo un'Olimpiade vinta.I medici italiani,durante le visite scoprono una disfunzione cardiaca congenita, mai individuata in Olanda,dove prima giocava.Viene operato per la sostituzione di una valvola aortica e torna a giocare un anno dopo. Nel 2003, situazione analoga: il senagalese Fadiga arriva dall'Auxerre ma un problema cardiaco viene subito rilevato.Il giocatore candidamente dice che in Francia questi tipi di controlli non erano mai stati compiuti sul suo cuore.Di recente in Inghilterra,il Bolton sta per essere colpito da un dramma , quello di Fabrice Muamba, colto da infarto durante la gara con il Tottenham il 17 marzo e ricoverato in terapia intensiva. Ora sembra essersi ripreso, sta meglio e vuole tornare al suo calcio.  I drammi - Ma altre situazioni sono terminate nel dolore e nella disperazione.Nel 2003 durante la Confederations Cup, muore per attacco cardiaco Vivien Foè promettente mediano del Camerun, a 28 anni. Nel 2007 perde la vita in campo Phil O'Donnell, degli scozzesi del Motherwell. Antonio Puerta, terzino talentuoso del Siviglia , muore il 25 agosto 2007, contro il Getafe poco prima della finale di Supercoppa europea contro il Milan.Sulla sua morte restano forti contaddizioni,soprattutto per i pochi controlli medici,fino ad allora fatti in Spagna.Il calciatore si accascia a terra, i compagni disperati lo soccorrono ma nulla lo salva.. Qualche anno prima, nel 2004, il dramma arriva dal campionato brasiliano: Serginho del Sao Caetano crolla a terra contro il San Paolo: muore a 30 anni per un arresto cardiorespiratorio. Il 25 gennaio 2004 incredibili sono le immagini che arrivano dalla Liga Portoghese,Feher,attaccante del Benfica e della nazionale ungherese a Guimarães, in una partita di campionato entra in campo nel secondo tempo, realizza l'assist per il gol partita e nel recupero riceve un'ammonizione. Sorride, poi si blocca all'improvviso sul campo,mette le mani sulle gambe e crolla a terra. Muore in ospedale per "fibrillazione ventricolare causata da cardiomiopatia ipertrofica".Ennesimo dramma,ennesima morte improvvisa di giovani calciatori,che nel fiore degli anni,lasciano la loro vita in campo,per inseguire il loro sogno.Giocare a calcio.

 

Autore:Nicola Giordano

 

Direttore e Fondatore

E-mail: ngiordano1983@yahoo.it

Luogo di nascita............. Napoli

Obiettivi.......................... Non perdere mai la mia libertà

Canzone Preferita.......... L'Avvelenata (Francesco Guccini)

Libro Preferito................ Il Grande Gatsby (Francis Scott Fitzgerald)

Film Culto....................... C'era Una Volta In America

Un Oggetto..................... Piccola foto sempre con me

Profumo di un luogo...... L'aria frizzante delle mattine di primavera

 

 

 

Il Milan ritorna - La Juve non demorde - A Napoli veloce fine di un ciclo.

Vittoria importante dei Rossoneri a Verona.

E' l'esperienza l'arma usata dal Milan per risolvere la pratica Chievo: con 14 infortunati la vittoria sarebbe stata complicata per chiunque, i rossoneri ce l'hanno fatta intascando 3 punti che sottintendono un chiaro messaggio alla Juventus: il Milan c'è e non mollerà a qualunque costo anche se l' infermeria continua ad essere più piena della lista convocati.Buon Chievo, Di Carlo presenta una squadra mai doma che mette difficoltà l'avversario peccando solamente di precisione sottoporta: non è stata una squadra arrendevole come qualcuno aveva profetizzato prima del fischio d'inizio. Adesso sarà la Juve ad avere fiato sul collo.
FORMAZIONI - Tra i padroni di casa si rivede Dainelli al centro della linea difensiva con Acerbi, rientro dopo la squalifica della giornata scorsa. A centrocampo è Thereau a posizionarsi come trequartista dietro le punte, vincendo il ballottaggio con Cruzado; Il tandem d'attacco a cui si affida Di Carlo è composto da un Pellissier appena tornato al gol col Catania e l' ex di turno Alberto Paloschi. Ancora piena emergenza per i campioni d'Italia, l'imperativo categorico è fare di nuovo necessità virtù: la lista infortunati e squalificati è un bollettino di guerra con 14 indisponibili; la metà dei titolari impiegati è stanca o reduce da mesi di stop,senza condizione.quindi spazio al baby De Sciglio come terzino e Yepes titolare al fianco di Nesta. In un centrocampo senza Van Bommel,Aquilani.Emanuelson e Ambrosini è Muntari a fare il vertice basso del rombo; rientro importante di Rino Gattuso. Seedorf appena dietro a Robinho e all' insostituibile Zlatan Ibrahimovic.
PARTITA - Primi 10 minuti in cui il Milan sembra dover adattarsi ai suoi interpreti quasi inediti, Chievo che prova a farsi vedere in area milanista, poi c'è la fiammata: Azione-Milan, palla che arriva a Muntari sulla trequarti e sassata verso la porta che coglie impreparato un Sorrentino partito in ritardo. Padroni di casa che cercano di rispondere prima con Bradley e poi con capitan Pellissier che manca lo specchio della porta al 12'. Partita a ritmi alti per qualche tratto,il Milan con fare esperto anestetizza la gara: il Chievo avanza e cerca di colpire con un Paloschi che fa soffrire la difesa rossonera con i suoi continui movimenti. Thereau riesce a caricare il tiro al 26' da posizione angolata in area, Abbiati c'è.Al 36' Robinho viene servito in area: pedalada ubriacante,due difensori superati e tiro ma Sorrentino si oppone deviando in angolo. Al 42' Paloschi ruba palla e parte verso l'area, Pellissier lo raggiunge ricevendo palla e tiro debole verso Abbiati che si estende con tranquillità. I minuti di recupero servono a Rigoni per sciupare un ottimo appoggio dalla fascia di Pellissier spedendo la palla al lato.
Il secondo tempo comincia come era terminato il primo: Sammarco al 5' su azione manovrata del Chievo tira da buona posizione, Abbiati gli strozza l'urlo del gol neutralizzando in angolo. Al 16' Gattuso prova un' azione personale, palla sul fondo e Rino costretto a chiedere il cambio per problemi ad un polpaccio: dentro El Shaarawy, 4-3-3 per il Milan. La pioggia aumenta e rende il campo più pesante, il gioco si rallenta e il Chievo comincia a perdere lucidità, è stanco. Il Milan mette in campo l'esperienza per gestire il match e chiude tutto provando qualche ripartenza, anche se il Chievo perde sempre più forza, solo la convinzione li continua a spingere. Ibrahimovic prova il tiro al 76', seguito da De Sciglio all'85' .Finisce così: 1-0 e Milan torna capolista
in attesa della Juve.Era forse lo scoglio più complicato da superare questa trasferta.Ora ci saranno sei gare con ben cinque in casa e con avversari alla portata.Rush finale tutto d'un fiato per lo Scudetto 2012.

 

La Juventus batte una Lazio fintroppo arrendevole.2-1

Del Piero regala la vittoria alla Juventus. Una sua punizione maligna permette ai bianconeri di avere la meglio su una volitiva ma difensiva  Lazio. Un goal pesantissimo come un macigno che rispedisce indietro il Diavolo vittorioso nel duro anticipo a Verona. Per gli uomini di Conte arriva cosi la quinta vittoria consecutiva la prima nelle sette finali scudetto. Mentre continua l’imbattibilità in campionato, salita a trentadue partite. Encomiabile la Lazio come atteggiamento e carattere nonostante le tante assenze. Sconfitta che brucia ma che lascia invariate le speranze in chiave Champions.
FORMAZIONI – Conte ritorna al 4-3-3. Non c’è De Ceglie infortunatosi nel riscaldamento. In difesa, spazio quindi a Lichtsteiner, Barzagli, Bonucci (smaltita la febbre) e Chiellini. A centrocampo il trio delle meraviglie Pirlo-Marchisio-Vidal. In avanti tridente con Pepe, Vucinic e Quagliarella. Reja non recupera Konko e Radu e si affida a un 4-4-1-1.  In difesa Scaloni e Garrido sulle corsie esterne; centrali Biava e Diakitè. A centrocampo, Ledesma e Cana davanti alla difesa, con Gonzalez e Candreva esterni. Sulla trequarti fuori Hernanes e dentro Mauri alle spalle dell’unica punta Rocchi.
PARTITA – La Juve parte a mille con il piede premuto sull’acceleratore: ritmo alto e solita intensità. La Vecchia Signora sente addosso il fiato del Diavolo, cosi nei primi trenta minuti si assiste a un assedio al bunker dei biancocelesti, attendisti e troppo remissivi. Si gioca a una porta sola. Alla mezzora Pirlo inventa, Pepe trasforma. Alla sua maniera.
Una sforbiciata al volo poco elegante ma efficace dell’attaccante apre la strada al vantaggio dei bianconeri. La Lazio rimane ferma ai box a salvarla è solo Marchetti che evita il tracollo ai biancocelesti. Prima smanaccia in corner un bolide di Vidal dalla distanza, poi compie un miracolo su una girata a botta sicura di Quagliarella. La Juve continua a spingere, attacca a testa bassa con quattro-cinque uomini sfruttando le praterie esterne concesse dai biancocelesti. Ma senza sfondare. A fine primo tempo arriva però la beffa: Mauri sorprende la difesa bianconera su cross di Scaloni dalla destra. Risultato beffardo per la grande mole di gioco espressa da bianconeri ma che rende onore alla tenacia della Lazio.
Nella ripresa si assiste allo stesso copione tattico del primo tempo: Juve avanti e la Lazio pronta a ripartire. Al sesto Vucinic, sinistro a incrociare, sfiora il palo alla sinistra di Marchetti. Il forcing dei bianconeri senza soluzione di continuità s’infrange sul muro biancoceleste; con il passare dei minuti sale la tensione e la partita perde d’intensità dopo un primo tempo spettacolare. Molti falli e intensità ai limiti per i bianconeri,mai sanzionati dall'arbitro.Quando l’epilogo sembra segnato, una punizione di Del Piero riporta in quota la Juve. Pinturicchio inventa un colpo non irresistibile,ma furbo,per festeggiare la 700esima partita in maglia bianconera. Marchetti si lascia sorprendere non avendo udito il fischio arbitrale.Goal pesantissimo come i tre punti che incassano i bianconeri. Finisce con sei minuti di recupero con Reja e Kozak espulsi per troppa foga.Il duello continua in vetta.

 

Al San Paolo terza sconfitta di fila del Napoli.Un record.

Napoli e Atalanta si affrontano al San Paolo nel turno infrasettimanale valevole per la 32esima giornata del campionato di Serie A. Entrambe le compagini sono in cerca dei 3 punti, fondamentali per il raggiungimento dei rispettivi obiettivi.Se l’Atalanta vuole raggiungere la salvezza con una certa tranquillità, il Napoli ha l’urgentissimo bisogno di aggiudicarsi l’intera posta in palio, necessaria per mantenere viva la possibilità di conquistare il terzo posto in campionato e la conseguente qualificazione alla Champions League del prossimo anno. Ma passiamo alle formazioni.
FORMAZIONI  Mazzarri deve ridisegnare il reparto arretrato a causa dell’assenza di diversi titolari (Maggio e Cannavaro su tutti), ma torna al 3-4-3: Grava, Fernandez e Campagnaro a difesa di De Sanctis, Dzemaili stranamente largo a destra con Dossena a sinistra nel centrocampo che vede Gargano e Hamsik al centro. Molto offensivo il tridente, con Pandev dietro Lavezzi e Cavani.
Qualche problema in difesa anche per l’Atalanta, in campo col 4-4-1-1: Stendardo e Lucchini formano la coppia centrale davanti a Consigli, Bellini e Peluso sulle fasce. Solito centrocampo a quattro con Schelotto, Cazzola, Carmona e Bonaventura; a Maxi Moralez il compito di inventare e servire German Denis.    
PARTITA - Parte bene il Napoli, deciso nel tenere in mano le redini del gioco e imporre i propri ritmi. L’Atalanta, dal canto suo, non si tira indietro e dimostra di meritare tutti gli elogi elargiti fin qui, in questa stagione, gelando il San Paolo con il momentaneo vantaggio al 10’ minuto di gioco: gran lancio di Moralez per Bonaventura che, pescato in area sulla corsa, incrocia col sinistro superando De Sanctis. 1-0 Atalanta e primo gol in Serie A per il giovane nerazzurro. Il Napoli non ci sta e la reazione sembra esserci,a differenza delle recenti sconfitte.
Bastano infatti soltanto 5 minuti a Lavezzi per battere Consigli, sulla ribattuta di un suo stesso tiro dopo una grande accelerazione palla al piede di Pandev, e riportare il risultato in parità. 1-1 dopo 15 minuti, ma le occasioni non finiscono qui: prima Cavani, poi Denis, sfiorano il gol direttamente su punizione, quindi è la volta di Schelotto e Carmona. La partita va avanti su ottimi ritmi, con entrambe le formazioni che si affrontano a viso aperto. Una conclusione alta di Lavezzi sancisce la fine di un primo tempo molto equilibrato. Leggermente meglio l’Atalanta, il Napoli va solo a fiammate.   
Inizia la ripresa con gli stessi 22 della prima frazione di gara. Come nel primo tempo, il Napoli attende ed è l’Atalanta a farsi vedere con maggiore pericolosità dalle parti di De Sanctis con Maxi Moralez. Arriva così il nuovo vantaggio della ‘Dea’, al 58’: Schelotto, spalle alla porta, vede Bellini col terzo occhio e lo mette da solo contro il portiere del Napoli. L’acrobazia di Bellini, a segno quasi in semirovesciata, vale il 2-1 atalantino e la prima marcatura personale in stagione.La linea difensiva azzurra con Grava basso e lento è semplicemente inguardabile.
Il Napoli “va in bambola”, Moralez fa quello che vuole e la sostituzione di Hamsik con Inler non dà i frutti sperati. I nerazzurri non possono non approfittarne e infliggono il colpo del ko ai padroni di casa: sugli sviluppi di un disimpegno errato di Gargano, è Carmona a siglare il 3-1 al 68’.Difensori ancora fermi e immobili.Il cartellino rosso mostrato a Pandev al 70’(per aver scalciato inutilmente Moralez a centrocampo sotto gli occhi dell’arbitro) rivela la frustrazione dei giocatori del Napoli, sotto ora anche negli uomini oltre che nel risultato. Il Napoli non reagisce e l’Atalanta sfiora il quarto goal, prima con Bonaventura, il cui tiro si stampa sul palo, poi con Ferreira Pinto (entrato per Schelotto). Le sostituzioni non cambiano volto al match, così l’Atalanta può portare a casa 3 punti che potrebbero già significare salvezza (nonostante l’handicap iniziale di 6 punti).A Napoli sembra iniziata la fine del ciclo di Mazzarri,che nel post lancia strani messaggi subliminali sull'incertezza del suo futuro.La Roma supera il Napoli e l'Inter lo raggiunge.Oltre alla palese mancanza di benzina nelle gambe è la mancanza di grinta a portare i tifosi napoletani a fischiare in modo convinto la squadra alla fine del match.Davvero un periodo nero.     

 

 

Stop Milan.La Juve va a + 1.Napoli addio Champions.Scritto da:Nicola Giordano

Un Milan stanco perde con la Fiorentina.

Inatteso passo falso del Milan sul proprio campo contro la Fiorentina. Dopo la delusione della Champions League per i rossoneri,molto stanchi dopo le gare col Barça,arriva una brutta doccia fredda: passati in vantaggio nella prima frazione di gioco con Ibrahimovic su calcio di rigore, nella ripresa a ribaltare il risultato sono arrivate le reti di Jovetic e del redivivo Amauri.
FORMAZIONI - Sempre alle prese con la cronica emergenza infortuni, Allegri lascia rifiatare Nesta, al suo posto Bonera che affianca Mexes al centro della difesa. A centrocampo rientra Muntari, mentre in attacco Maxi Lopez è preferito a Robinho in tandem con Ibrahimovic. La notizia più bella arriva però dalla panchina dove dopo mesi ritorna a sedere Antonio Cassano, ristabilito dalla complicazione cardiaca accusata nell'ottobre scorso. Problemi di formazione anche per Delio Rossi che deve rinunciare a Cerci, Gamberini, Montolivo e Amauri -in panchina- : difesa a tre composta da Nastasic, Natali e Camporese, Pasqual e De Silvestri esterni offensivi, mentre Jovetic e Ljajic formano la coppia d'attacco viola.
PARTITA - Match delicato per entrambe le squadre, con il Milan che deve ripartire dopo il mezzo passo falso di Catania che ha consentito alla Juventus di riportarsi a -2 in classifica e l'eliminazione in Champions League ad opera del Barcellona, mentre la Fiorentina ha estremo bisogno di punti per scongiurare una retrocessione impensabile fino a poco tempo fa diventata improvvisamente attuale. Pronti via e a sorpresa sono i viola a prendere in mano le redini del gioco e si rendono subito pericolosi con Jovetic che in area manda a lato di poco. I gigliati danno l'impressione concreta di giocare meglio e costruire di più, il Milan si affida invece principalmente ai calci da fermo e si rende pericolosissimo con Ibrahimovic che, memore di un eurogol segnato proprio contro i viola con la maglia dell'Inter, prova a replicare con un missile su punizione sul quale Boruc si fa trovare pronto, con Muntari che da ottima posizione non riesce a ribadire in rete la respinta.Dopo i primi 20' di marca ospite i rossoneri cambiano marcia e la maggiore pressione da i suoi frutti alla mezz'ora quando Nastasic trattiene Maxi Lopez in area: per Celi è calcio di rigore, sul dischetto va Ibrahimovic che non sbaglia e firma l'1 a 0,sono 23 reti realizzate in 26 gare.Incredibile.La Fiorentina prova subito a replicare con una bella punizione di Liajic sulla quale è strepitoso Abbiati nella risposta, ma è il Milan a sfiorare il raddoppio con Maxi Lopez che riceve palla sulla sinistra, entra in area e lascia partire un tiro che si stampa sul palo a Boruc battuto. Prima dell'intervallo c'è tempo ancora per una bella percussione di Ibrahimovic che entra in area ma sul più bello calcia male e manda alto, si va quindi a riposo dopo un primo tempo godibile, con il Milan avanti nel risultato ma anche con una bella Fiorentina che ha dato un impressione di maggiore combattività rispetto alle ultime uscite.
Via alla seconda frazione e la Fiorentina trova subito il pari: ottima verticalizzazione di De Silvestri che spacca in due la difesa e lancia Jovetic e tu per tu con Abbiati, il montenegrino rimane freddo e non sbaglia mandando in rete il pallone dell'1 a 1. Il Milan non ci sta e torna a spingere forte, creando due ottime palle-goal prima con Abate e poi con Emanuelson, mentre per i viola il più pericoloso è sempre Jovetic che impegna Abbiati con un bel tiro un po' troppo centrale. È forte la pressione psicologica per i rossoneri che adesso cingono d'assedio la difesa toscana, il mattatore è sempre Ibrahimovic che dimostra di trovarsi a meraviglia con Maxi Lopez servendo un assist al bacio per l'argentino che in area calcia quasi a botta sicura, ma Boruc è miracoloso nel negargli il goal. Rossi si gioca la carta Amauri al posto di Liajic, Allegri tenta il tutto per tutto inserendo Robinho per Emanuelson, l'assedio rossonero continua ma la difesa viola, aiutata da un ottimo Boruc, regge il colpo.
All'84' ovazione di San Siro per l'entrata in campo di Cassano dopo 5 mesi, Milan a trazione decisamente anteriore nel tentativo di trovare il vantaggio, ma all'89' è Amauri a gelare i supporters rossoneri:Mexes rinvia di testa,la palla carambola sulbraccio di Amauri,che sfugge a Bonera, scambio con Jovetic e destro incrociato sul quale Abbiati non può nulla e a sorpresa la Fiorentina si porta sull'1 a 2. La reazione del Milan è rabbiosa ma poco ordinata, in pieno recupero Cassano entra in area con un numero dei suoi, viene toccato da De Silvestri e va giù, sembra una chiaro penalty,ma per l'arbitro Celi è tutto regolare.Dopo 5' di recupero si chiude il match, vittoria importantissima per la Fiorentina in chiave salvezza,inattesa sconfitta per i rossoneri che chiudono una settimana da dimenticare e vanno a -1 dalla Juventus.

 

La Juve passa a Palermo e va a + 1.

La Juventus vince in Sicilia e si porta a + 1 sui Rossoneri.La partita contro il Palermo ha palesato una netta superiorità, contro cui gli uomini di Mutti nulla hanno potuto. La differenza l’hanno probabilmente fatta le motivazioni, oltre che il divario tecnico tra le due fazioni.
FORMAZIONI - Conte sceglie Quagliarella e Vucinic in attacco, mentre a Caceres vengono affidate le competenze della fascia destra del campo, con Lichtsteiner che rimane a guardare. La sorpresa si chiama però Estigarribia, titolare sulla sinistra a discapito di De Ceglie, mandato in tribuna da Conte. Mutti deve fare i conti con una difesa rabberciata, viste le assenze di Mantovani e Silvestre. In campo sono così i ventunenni Munoz, Labrin e Milanovic a presidiare il reparto arretrato, mentre in avanti Ilicic gioca in appoggio a Miccoli, con Budan confinato, ancora una volta, in panchina. Stringe i denti Migliaccio.
PARTITA - La Juventus parte subito a testa bassa, proiettandosi più volte in avanti, pur senza creare pericoli concreti ai rosanero. Sin dai primi momenti di partita è chiara l’intenzione delle due squadre. La Juve mira, ovviamente, a sbloccare il risultato, forte anche delle buona notizie arrivate da San Siro, mentre il Palermo pensa solo a difendersi e sfruttare eventuali ripartenze. La prima palla goal concreta la creano al 9’ i bianconeri, con Quagliarella che mette in mezzo, dalla destra dell’area di rigore, un pallone che Vucinic non riesce per poco a deviare verso la porta avversaria. Il match si addormenta allora per qualche minuto, ma ci pensa Milanovic a dare una svegliata a tutti, con un erroraccio in fase di impostazione nei pressi della propria porta, che i bianconeri non riescono a capitalizzare a dovere.
I piemontesi le tentano tutte per violare la porta difesa da Viviano, provando anche qualche lancio dalla difesa, e cercando il fraseggio nelle strette maglie della difesa palermitana, ma non riescono a concretizzare. Il gioco della squadra ospite verte soprattutto sul movimento lungo tutto il fronte offensivo di Vucinic e sulle solite geometrie di Pirlo e, nel giro di pochi minuti, il tabellone rischia di veder cambiare il punteggio per ben tre volte. Prima è Quagliarella a calciare, inspiegabilmente, di punta, da buona posizione, con la palla che rotola sull’out di fondo. Successivamente, a causa di un’incomprensione tra Viviano e Munoz, Vucinic si ritrova il pallone tra i piedi ma, da posizione defilata, fa partire un tiro che attraversa l’intera area rosanero, senza che nessuno riesca ad intercettarlo. L’occasione più clamorosa, però, capita a Caceres che taglia la difesa avversaria con un bellissimo inserimento e, ricevuta una splendida palla a scavalcare da Vucinic, aggancia e calcia malamente a lato.
I rosanero subiscono continuamente l’iniziativa della squadra di Conte, con i tre ragazzini dietro che hanno il loro bel da fare per contenere i continui attacchi avversari, coadiuvati efficacemente, in questo compito, dall’operato di Barreto e, soprattutto, Della Rocca. Il primo tempo segue dunque per intero lo stesso schema: forcing offensivo dei bianconeri e Palermo barricato in difesa, non facendo registrare alcun attacco degno di tale nome alla porta di Buffon. Si và dunque al riposo col risultato fermo sullo 0 a 0.
La ripresa comincia su ritmi più lenti, con entrambe le squadre poco propositive ma, dopo qualche minuto, i toni salgono sempre più, con la Juve che inizia a tessere le solite trame offensive. Ci vuole tuttavia un calcio da fermo a sbloccare la situazione. Corner battuto da Pirlo al 56’e Bonucci che, con uno stacco imperioso, viola la porta difesa da Viviano. Il Palermo tenta allora un paio di volte di pareggiare i conti, ma si tratta di conclusioni velleitarie. La partita, dopo la rete bianconera, diventa più interessante con continui capovolgimenti di fronte.
I rosanero, al 68’ ci provano con Miccoli che salta Chiellini e mette dentro un tiro cross, su cui Ilicic non riesce ad avventarsi per poco. Tuttavia è di nuovo la Juventus a mettere la palla in rete: è il 69’ quando Quagliarella fa partire un tiro a giro, nei pressi del limite d’area di rigore avversaria, che si infila, con precisione chirurgica, nella porta rosanero. Mutti prova a ribaltare le cose con un paio di cambi , mettendo dentro prima Budan e poi Bacinovic, ma la sua squadra non si distacca dalla passività che ne ha contraddistinto l’intero match.I padroni di casa sono palesemente succubi degli avversari e non riescono ad impensierirli in alcun modo. Alla Juventus non rimane che gestire i restanti minuti di gioco e lo fa nel migliore dei modi, non dando possibilità alcuni, agli avversari, di creare occasioni pericolose. Prima del triplice fischio c’è spazio anche per Del Piero che và vicino al goal, dopo una serie di finte ubriacanti. La partita finisce così sul risultato di 2 a 0 per la Juventus.Troppo poco e rimaneggiato questo Palermo per fare un'opposizione decente.

Una Super-Lazio spalma il Napoli.

Il 31esimo turno di campionato si chiude con l’importantissimo successo della Lazio, che all’Olimpico piega 3-1 il Napoli nel posticipo compiendo un passo in avanti forse fondamentale verso il terzo posto. Nella serata del ricordo di Giorgio Chinaglia, i padroni di casa vanno subito avanti (9’) con Candreva ma si fanno rimontare al 34’ dall’ex di turno Pandev.
Nella ripresa, è da cineteca la semirovesciata di Mauri che sigla il controsorpasso biancoceleste prima del definitivo tris ad opera di Ledesma su rigore. In classifica, la squadra di Reja conferma la terza piazza conservando 3 punti di vantaggio sull’Udinese ma guadagnandone 3 sul Napoli (ora a -6) e altrettanti sulla Roma che dista ormai ben 7 lunghezze.
FORMAZIONI – Tante le novità di formazione in entrambi gli schieramenti. Reja rilancia dal 1’ Cana che affianca Ledesma nella zona centrale del 4-2-3-1 della Lazio. Davanti, c’è  Candreva e non Gonzalez a completare il terzetto di incursori alle spalle dell’unica punta Rocchi. Mazzarri, alle prese con una vera e propria emergenza sugli  esterni (ko Maggio e Zuniga, Dossena buono solo per la panchina), rinuncia al 3-4-2-1 per un 4-3-2-1 sulla carta molto offensivo in cui Britos fa coppia con Cannavaro, Hamsik agisce da interno sinistro di centrocampo (dove Dzemaili rileva lo squalificato Gargano) e l’ex di turno Pandev galleggia con Lavezzi a ridosso di Cavani.
PARTITA – Avvincente l’inizio di gara. La Lazio colpisce subito al 9’, quando Candreva arriva alla conclusione chiudendo una bella combinazione Konko-Rocchi: il destro del centrocampista è potente ma centrale, ma la ‘papera’ di De Sanctis concede il goal dell’1-0.
Immediata la risposta degli ospiti, frenati al 10’ dalla perfetta uscita di Marchetti su Cavani e pericolosi anche 60 secondi dopo con un sinistro dalla distanza di Hamsik. Il Napoli cresce col passare dei minuti e, dopo una bella occasione sciupata col sinistro da Lavezzi, raggiunge il pari al 34’ con Pandev che supera Marchetti ringraziando un buon assist di Lavezzi nel centro dell'area laziale.
Vista l’inerzia con cui si chiudono i primi 45’, nella ripresa ci si aspetta un Napoli all’arrembaggio. Invece, dopo un’occasione non sfruttata da Pandev su una giocata di Lavezzi sulla sinistra,col macedone che ciabatta a lato incredibilmente, è la Lazio a rifarsi viva in avanti con Candreva che approfitta di un erroraccio in disimpegno di Hamsik ma si vede respingere il sinistro a botta sicura da De Sanctis.I laziali sono più vivi e appaiono più freschi.
Al 23’ i biancocelesti tornano in vantaggio: cross dalla sinistra di Radu, splendida semirovesciata di Mauri e 2-1 Lazio. Il Napoli rimane inerme,senza reazione,davvero scarico.Passano altri 12’ e i padroni di casa calano il tris,un inguardabile Inler passa dietro alla difesa una palla avvelenata,Rocchi si avventa come un falco e viene falciato in area da un lento e goffo Britos,fin li davvero pessimo.Calcio di rigore e Ledesma, preciso che realizza.Gli ultimi minuti
sono passerella per i biancocelesti.Davvero da non credere la non reazione partenopea,eppure era una gara caricata dall'ambiente come la più decisiva per la lotta al terzo posto.Ancor più da non credere le parole di Mazzarri a fine gara,che nel suo personale universo,ritiene che la sua squadra meritasse di più la vittoria.Forse anche gli atteggiamenti gigioni,a volte pittoreschi e al limite dell'arroganza del suo tecnico,sono uno dei limiti della squadra napoletana.Che davvero sembra dire addio al sogno Champions League trovandosi ora a -6 dal terzo posto.

 

Milan,un'altra gara falsata.La Juve è troppo per questo piccolo Napoli.Scritto da:Nicola Giordano

02.04.2012 12:18

A Catania è 1-1.Ma un'ennesima rete viene ingiustamente negata al Milan.

A Catania è davvero difficile fare risultato pieno quest'anno. Quest'anno la squadra siciliana sta davvero giocando bene con aggresività e convinzione ed anche il Milan, spesso e volentieri corsaro al 'Massimino', ha dovuto fare i conti con una squadra mai doma che trova il pareggio con Spolli e resiste stoiacamente fino alla fine. Il goal che aveva portato in vantaggio i rossoneri era stato di Robinho. Poi, dopo l'1-1, tanto Milan, ma nessun goal e il punteggio di parità sembrerebbe giusto.Ma,c'è un ma.Anche in questa gara il Milan ha fatto due goal.Ma solo uno gli è stato convalidato.Ancora una volta è successo l'incredibile.
FORMAZIONI - C'è Robinho in attacco accanto ad Ibrahimovic nel Milan, con El Shaarawy confinato in panchina insieme a Boateng e all'ex Maxi Lopez. Assenti Nesta e Thiago Silva, ci sono Bonera e Nesta al centro della difesa con il recuperato Abate sulla destra. Nel Catania, Montella ritrova Marco Motta e conferma la squadra-tipo.
PARTITA - Parte subito bene il Catania con Bergessio che, dopo 2 minuti di gioco, si presenta a tu per tu con Abbiati, ma calcia sull'esterno della rete. Il Milan, poco dopo, si riorganizza e subito si rende pericoloso: Ibrahimovic libera al tiro Emanuelson che, giunto a tu per tu con Carrizo, calcia addosso al portiere argentino. I rossazzurri giocano senza alcun timore reverenziale, ma subisconola classe rossonera, il Milan fa la partita e al 17' è Ibrahimovic a presentarsi a tu per tu col portiere del Catania senza però riuscire a batterlo. I ragazzi di Montella, però, sono vivi: Motta mette in mezzo uno splendido traversone da destra sul quale Bergessio è più bravo di  Mexes, ma il suo colpo di testa non inquadra la porta.
Gli ospiti, pian piano, prendono possesso del campo, Ibrahimovic agisce da boa provando a sfruttare gli inserimenti di Emanuelson, Nocerino e Robinho ed è proprio in questo modo che il Milan trova il vantaggio: Ibra libera Robinho il quale, presentatosi a tu per tu con Carrizo, è freddo nel battere imparabilmente l'ex estremo difensore della Lazio. Il goal subìto non demoralizza il Catania che, appena 3 minuti dopo, va vicinissimo al pareggio con uno splendido destro da fuori area di Alejandro Gomez deviato da Bonera che si stampa sulla traversa. E' questa l'ultima azione degna di nota in un primo tempo giocato su ritmi elevati, seppur non ricchissimo di occasioni.
La ripresa si apre subito col botto: Gomez trova il pareggio con un tap-in di testa, ma Bergonzi annulla la rete del Catania ravvisando un fuorigioco di pochi centimetri di Bergessio, autore dell'assist.Il Catania sembra voler spingere di più Allegri prova a ridisegnare il suo Milan mandando in campo Boateng al posto di Emanuelson,ma il Catania pressa e aggredisce con convinzione il centrocampo rossonero.
Il pareggio, però, è nell'aria e arriva al 57': sugli sviluppi di un calcio d'angolo da sinistra, il pallone sosta all'interno dell'area di rigore rossonera finché Spolli non è più lesto di tutti a battere Abbiati da distanza ravvicinata. I ragazzi di Montella meritano il pari per questi 10 minuti di secondo tempo davvero giocati col pugnale fra i denti.Dopo il pari siciliano però il Milan si ricompone e riprende a macinare azioni e gioco.I Campioni d'Italia vanno vicinissimo al goal con Robinho il quale, dopo aver scartato anche Carrizo in dribbling, trova l'opposizione di Marchese sulla linea di porta.Ma cosa è successo?Di nuovo si.Il tiro del brasiliano aveva varcato la linea prima del rinvio del difensore.Era un goal regolare,ancora non convalidato.Davvero incredibile.
Montella annusa cattiva aria e manda in campo Llama al posto di un lento Barrientos, Allegri risponde con El Shaarawy al posto di Robinho. Il Milan vuole vincere e prova a guadagnare di nuovo metri  per andare alla ricerca del goal, sfiorato al 77' da Mexes, sul cui colpo di testa Carrizo è a dir poco miracoloso.Ancora errori arbitrali,ben due volte Ibrahimovic e Boateng vengono fermati in offsite inesistenti dialmeno un metro mentre si involavano verso laporta etnea.Scandaloso guardalinea. Allegri si gioca anche la carta Maxi Lopez, ma nei minuti finali è Ibra l'unico a provarci per i rossoneri, trovando sempre l'opposizione di Carrizo su un magico pallonetto che quasi va in rete.. Pochi istanti prima del fischio finale, il Catania ha la palla buona per vincere ma non riesce a capitalizzarla e alla fine il risultato di 1-1 puòanche essere giusto,ma il Milan si trova con numerose decisioni arbitrali a sfavore e con un ennesimo goal segnato e non convalidato.Allegri e Galliani nel post-gara sono furenti.Troppo evidenti e decisivi gli sfavori della terna che ormai si può dire:hanno già reso irregolare questo finale di campionato,visto che ben 4 dovrebbero essere i punti in più del Milan in classifica a questo punto.Se poi si aggiunge che nel posticipo alla Juventus convalidano la prima rete in fuorigioco,è facile tirare le somme.

A Torino la Juventus sbrana un Napoli mai così piccolo.

Troppa Juventus per questo Napoli. La squadra di Conte resiste per 50 minuti e poi dilaga con i goal di Bonucci, deviazione su tiro di Vucinic, Vidal e Quagliarella. I bianconeri rosicchiano 2 punti al milan e si portano a 2 sole lunghezze dalla capolista anche se in programma hanno gare molto dure contro Roma e Lazio.

Il Napoli esce dallo Juventus Stadium con le ossa rotte e permette alla Roma a solo un punto in meno,di tornare in corsa per il terzo posto;ma complici le sconfitte di Lazio e Udinese, non perdono comunque terreno dalla terza in classifica e rimangono in corsa per un posto Champions.

FORMAZIONI – Poche sorprese nelle formazioni iniziali di entrambe le squadre. Antonio Conte si affida al suo solito 3-5-2 con la difesa titolare formata da Barzagli, Bonucci e Chiellini. Sulle fasce agiscono Lichtsteiner a destra e De Ceglie a sinistra. In attacco viene preferito Borriello rispetto a Matri che agisce al fianco di Vucinic. Formazione titolarissima per il napoli, come è stata definita dallo stesso Mazzarri, con il 3-4-2-1 con Lavezzi e Hamsik alle spalle della bocca da fuoco Cavani.
PARTITA – Primo tempo molto fisico con le due compagini che puntano più sull’intensità e sulle ripartenze che saranno poche alla fine perchè ognuna aspetta il contropiede dell'altra. La squadra di Conte sembra voler fare la partita, e per lunghi tratti ci riesce, ma gli unidici di Mazzarri non stanno a guardare e cercano di sviluppare il loro gioco fatto di passaggi corti e verticalizzazioni per la velocità e l’esplosività di Lavezzi e Cavani.
Il risultato sono 45 minuti di gioco spezzettato in cui le migliori azioni, soprattutto bianconere, giungono dai piedi di Pirlo e Lavezzi su calci da fermo.
La squadra bianconera rientra in campo con uno spirito diverso mettendo da subito il Napoli alle corde. Sull’ennesima punizione calciata da Pirlo si crea una mischia in area di rigore partenopea risolta da Vucinic che riceve palla e scarica verso De Sanctis. Sulla traiettoria del pallone si trova Bonucci che di ginocchio spiazza il portiere partenopeo portando in vantaggio la Juventus e dedicando il goal alla compagna in dolce attesa.Nel replay però è chiaro che al momento del tocco il difensore,seppur di poco è aldilà della linea e quindi in fuorigioco da punire.
Da quel momento il Napoli si disunisce e permette alla squadra di Conte di sviluppare il suo solito gioco con la giusta tranquillità. Al minuto 75 la Juventus raddoppia con un’azione meravigliosa del cileno Arturo Vidal che, dopo essersi liberato con un paio di finte di tutta la difesa azzurra, scarica un pallone imprendibile per De Sanctis.Il Napoli sparisce completamente dal campo,comeuna provinciale qualsiasi.I tre attaccanti in avanti sono davvero inguardabili,Cavani è un fantasma,si nasconde dietro ai difensori e ancora una volta sembra più utile in difesa che in avanti,Hamsik latita,letteralmnte sbranato da Vidal e Marchisio.Lavezzi al solito si sbatte ma senza costrutto e logica.
La squadra bianconera gioca sul velluto e dopo neanche 10 minuti chiude definitivamente la gara con Quagliarella che riceve palla in area di rigore e di potenza mette alle spalle del portiere partenopeo. C’è ancora spazio per vedere un ispiratissimo Del Piero entrare in campo e sfiorare un goal dei suoi. All’86’ viene espulso Zuniga per una gomitata a Chiellini e dopo 3 minuti di recupero cala il sipario allo Juventus Stadium.
La Juventus fa suo il match giocando con umiltà e aggresività fin dal primo minuto,il Napoli sembrava in gita di piacere a Torino,quasi come se la squadra ricca di scudetti e coppe fossero gli azzurri e non i bianconeri.Una presunzione indifendibile,nemmeno dagli ultrà più sfegatati.Ora la prossima gara per il Napoli,che è apparso anche scarico fisicamente,prevede la Lazio all'Olimpico senza Maggo e Zuniga.Il terzo posto ora sembra davvero un miraggio.

 

Autore:Nicola Giordano

 

Direttore e Fondatore

E-mail: ngiordano1983@yahoo.it

Luogo di nascita............. Napoli

Obiettivi.......................... Non perdere mai la mia libertà

Canzone Preferita.......... L'Avvelenata (Francesco Guccini)

Libro Preferito................ Il Grande Gatsby (Francis Scott Fitzgerald)

Film Culto....................... C'era Una Volta In America

Un Oggetto..................... Piccola foto sempre con me

Profumo di un luogo...... L'aria frizzante delle mattine di primavera

 

 

Champions League:Un Milan d'acciaio contro il Barça.Il Bayern passeggia in Francia.

29.03.2012 19:17

Un pareggio d'oro con il Barcellona.

E’ un mercoledi di coppa, è notte da Champions League, nella pura tradizione rossonera ,è la sera di Milan-Barcellona. Se gli spagnoli partivano coi favori del pronostico, i rossoneri,in condizioni precarie causate da squalifiche ed infortuni, hanno impostato la partita con grandissimo coraggio, imponendo ritmi altissimi e un pressing forsennato, strappando un pareggio che sa di vittoria. Tassotti aveva indicato tra i miglior "peggiori" risultati proprio lo 0-0, il Milan lo ha accontentato.
FORMAZIONI - Massimiliano Allegri è costretto a schierare un 4-4-2 rimaneggiato per via delle squalifiche e dei soliti infortuni. Bonera è stato scelto per occupare la corsia destra in difesa, quella sinistra è affidata ad Antonini; coppia centrale inedita composta da Nesta e Mexes. A centrocampo, Ambrosini è il vertice basso del “rombo” che vede Nocerino e Seedorf (a sorpresa) sugli esterni e Boateng vertice alto. A Robinho (recuperato all’ultimo) e Ibrahimovic il compito di impensierire la retroguardia del Barça.
Sorprende anche Pep Guardiola: Fabregas non fa parte dell’11 titolare, è Seydou Keità a sostituirlo nel classico 4-3-3 blaugrana, sintomo che gli spagnoli temono molto gli schemi d'attacco rossoneri con Xavi e Busquets a completare la mediana. Mascherano viene arretrato sulla linea difensiva per far coppia al centro con Piquè, mentre Dani Alves e Puyol agiscono sulle fasce. A Messi la guida del tridente offensivo composto, inoltre, da Sanchez e Iniesta.
PARTITA - Ti aspetti il Barcellona e trovi il Milan, e alzi la mano chi si aspettava un avvio simile da parte dei rossoneri: ritmi altissimi, pressing a tutto campo sin dall’area di rigore del Barça e nitida occasione da gol capitata sui piedi di Robinho,sparata però frettolosamente alta. Il Barcellona reagisce e inizia ad alzare i propri ritmi facendo vivere ad Abbiati un momento critico tra il 10’ e il 15’: il portiere rossonero rischia la clamorosa beffa, con una respinta maldestra sui piedi di Dani Alves prima,e con un affondo in area rossonera terminato con un'azione confusa nella quale il nino maraviglia Sanchez vola con Abbiati in uscita,il contatto c'è ma sembra lieve rispetto al volo d'angelo che invece effettua il cileno. Il Milan però non demorde,insiste e trova altre due palle gol nette e pulite,una nitidissima per Ibrahimovic ma il portiere blaugrana si supera e un’occasione per Seedorf non sfruttata, per il resto è il classico tiki-taka blaugrana a spadroneggiare, pur senza trovare il passaggio decisivo: Iniesta, Xavi, Sanchez e Messi provano ripetutamente a sfondare la difesa milanista, ma i rossoneri si chiudono bene e il primo tempo vola via.
Nessun cambio nell’intervallo, si riparte dunque con gli stessi 22 dei primi 45 minuti. L’inizio della ripresa è piuttosto abulico, poche le emozioni, pochi gli spunti, tanto il tatticismo. Guardiola rimane tranquillo, Allegri cambia: esce uno stanco e poco lucido Robinho, entra El Shaarawy a regalar freschezza al reparto offensivo del Milan. Continua la girandola dei cambi, entrano Tello ed Emanuleson escono Iniesta e Boateng e i ritmi ritornano alti per qualche minuto. Il Barcellona forza la difesa rossonera, costretta a perdere anche un Nesta stremato, con Tello e Puyol che sfiorano il vantaggio in due occasioni, ma i padroni di casa si salvano e il pareggio permane.Anzi un paio di azioni in ripartenza del Milan lasciano l'amaro in bocca poichè davvero potevano essere gestite meglio,con meno fretta. Il doppio miracolo nei minuti finali di Antonini e Abbiati su Messi e Tello permette al Milan di mantenere inviolata la propria porta e uscire con un pareggio che, quest’oggi, ha il sapore di una vittoria.Ora i favori del pronostico sembrano essere ad appannaggio rossonero,visto che in Spagna il Milan avrà due risultati a disposizione per eliminare il Barcellona dalla Champions.Tutti i giornalisti che avevano inneggiato all'impossibilità di non perdere col Barça,dando il via ai peana in puro stile da provincialismo italiano ora o sembrano scomparsi o si sono già trasformati in elogi per la squadra di Allegri.Mistero del calcio,anzi una certezza:le partite vanno commentate dopo non prima.

 

 

Il Bayern liquida un OM troppo fragile.

Tutto fin troppo facile per il Bayern Monaco. La squadra di Heynckes esce infatti dal Velodrome con un secco 2-0 rifilato all'Olympique Marsiglia che gli mette praticamente la qualificazione in tasca. Generoso il Marsiglia di Didier Deschamps, che almeno nel primo tempo non meritava di stare sotto. Poi, nell'arco dei novanta minuti è stata evidente la superiorità di un Bayern che ha vinto praticamente senza giocare. Poca roba questo Marsiglia. La testa di Robben & Co. è già al Real...
FORMAZIONI - Una sola novità importante rispetto alla vigilia per la squadra di Didì Deschamps. Tra i pali, col titolare Mandanda squalificato, c'è l'esordiente in Champions Elinton Andrade, il terzo portiere, e non Bracigliano, lasciato fuori per scelta tecnica. Difesa confermata e orfana dell'infortunato Diawara. N'Koulou e Fanni sono i centrali, Morel e Azpilicueta gli esterni. A fare schermo davanti alla difesa ci sono M'Bia e Diarra, con davanti il trio Ayew-Valbuena-Amalfitano alle spalle di Remy, recuperato negli ultimi giorni.
Il Bayern di Heynckes recupera Schweinsteiger, ma solo per la panchina. In campo quindi, davanti a Neuer, Boateng, Lahm, Alaba e Badstuber che saranno i quattro di difesa. In mediana Kroos e Luiz Gustavo e davanti il quartetto delle meraviglie composto da Muller, Robben, Ribery e Super Mario Gomez.
PARTITA - Quando scocca il decimo minuto c'è solo un'occasione da segnalare e a sorpresa è del Marsiglia. Sugli sviluppi di un calcio d'angolo, la testa di Fanni trova una grande opposizione di Neuer, ma il tap-in di Remy da pochi passi finisce clamorosamente sul palo esterno. L'OM si difende bene nel primo quarto di gara, contenendo le folate del fischiato ex Ribery e provando a ripartire. Il Bayern, però, quando scende coi quattro lì davanti fa paura. Ed è proprio Müller a creare i primi brividi per la difesa del Marsiglia, con una bella incurisione ed un cross basso insidiosissimo che non trova nessun compagno a centro area.
La partita, però, stenta a decollare. Il Bayern prova a lavorare sui fianchi i francesi con gli inserimenti degli esterni e i cross tagliati per Mario Gomez, mentre il Marsiglia si rende pericolosa più che altro su calcio d'angolo, quando salgono le torri da dietro. Una buona occasione capita ad Ayew che, dopo essere stato lanciato da uno splendido esterno di Remy, calcia in porta trovando la respinta di piede di Neuer. Ma l'arbitro non concede l'angolo perchè ha visto un'opinabile spinta dello stesso Ayew su Lahm. Poi non succede praticamente nulla, a parte la sagra delle ammonizioni, fino al 44' quando Mario Gomez, servito da un bel filtrante di Robben, buca un'inguardabile Andrade che si fa sciaguratamente passare la conclusione centrale del tedesco sotto le braccia. Velodrome gelato, praticamente al primo tiro in porta del Bayern. La prima frazione finisce con un minuto di recupero ed un goal di vantaggio per Gomez e compagni. Anche se probabilmente il pari sarebbe stato il risultato più giusto.
Nella ripresa il Marsiglia parte con convinzione, ma il baricentro rimane sempre basso ed il Bayern non ha nessun problema a controllare il match. Del resto i bavaresi non hanno alcun motivo di aumentare il ritmo e si limitano a gestire il pallone quando è in loro possesso. In un minuto, però, la partita si accende. Prima è Gomez ad andare vicino al raddoppio su cross basso di Robben, ma stavolta è bravo Andrade in qualche modo. Poi, sul ribaltamento di fronte, Remy riesce a rubare palla a Boateng e calciare con la punta in porta, ma Neuer è bravo a capire tutto. Dopo la partita torna a ritmi blandi, almeno fino al 69', quando il Bayern decide di chiudere i conti. Robben duetta splendidamente con Muller al limite dell'area, riceve il pallone di ritorno a pochi passi da Andrade e lo buca con un sinistro sul secondo palo.Il goal di Robben rende di poco più bello un secondo tempo che ci ha regalato pochissime emozioni e non ha fatto altro che sottolineare la netta superiorità del Bayern, che porta a casa la vittoria con un'impressionante facilità.

 

Milan,un Ibra mai visto.Juve,il cuore oltre il limite.Napoli...come al solito.

26.03.2012 11:11

Un Milan Imbattibile.Milan -Roma 1-2

A San Siro va in scena una sfida chiave per l'alta classifica. Il Milan cerca di consolidare il suo vantaggio sulla Juventus, mentre la Roma cerca punti e continuità necessarie alla rincorsa al terzo posto valido per la Champions League. I rossoneri immeritatamente,vanno sotto per 1-0, ma riescono a ribaltare il risultato grazie alla solita grande prova di Ibrahimovic. Il vantaggio sulla Juve si mantiene costante,con meno giornate alla fine. Per Luis Enrique e la Roma un passo falso che può costare davvero tanto nella corsa al terzo posto.
FORMAZIONI - Per Allegri c'è il solito 4-3-1-2. Emanuelson gioca da trequartista, le due punte sono Ibrahimovic ed El Shaarawy. In mezzo al campo Ambrosini sostituisce l'assente Van Bommel, Nocerino e Muntari completano il terzetto di centrocampo. In difesa Thiago Silva stringe i denti e gioca dal primo minuto. Bonera gioca come terzino destro. Nella Roma di Luis Enrique ritorna Totti dal primo minuto, in attacco lo affiancano Osvaldo e Borini. A centrocampo Marquinho viene preferito all'acciaccato Pjanic.
PARTITA - I rossoneri cercano subito di prendere in mano la gara, alzando molto il pressing e costringendo Stekelenburg e la retroguardia della Roma a tanti rinvii lunghi che fanno imbestialire Luis Enrique. Dopo otto minuti Allegri è costretto a togliere Thiago Silva. Il brasiliano accusa un risentimento al polpaccio e viene sostituito da Zambrotta. Bonera, dunque, passa a fare il centrale e Zambrotta si posiziona sulla destra. Complessivamente nei primi venti minuti il Milan è superiore, crea un paio di buone occasioni con Ibrahimovic ed El Shaarawy e riesce a bloccare la circolazione di palla della Roma.I Giallorossi sembrano bloccati,quasi impauriti di commettere qualche leggerezza che i campioni rossoneri sicuro non perdonerebbero.
Nella seconda parte del primo tempo, però,le cose un pò migliorano. La squadra di Luis Enrique comincia ad avere più ritmo e perlomeno tenta di giustificare la sua presenza a San Siro provando a giocare nellametà campo del Milan. Gli inserimenti di Marquinho e Gago creano qualche grattacapo ai rossoneri, i quali riescono comunque a difendersi con facilità e ordine.
La svolta arriva negli ultimi 5 minuti del primo tempo. Prima il Milan sfiora il gol con El Shaarawy che colpisce un palo dal limite dell'area, subito dopo, al 44', è la Roma a trovare il gol del vantaggio con Osvaldo. L'azione del gol si sviluppa sulla fascia sinistra, Borini aggira Muntari e mette il pallone in mezzo, la palla finisce al limite dell'area, sui piedi di De Rossi che calcia di prima intenzione, la sua conclusione sbilenca si trasforma in un assist per Osvaldo che piazza la zampata decisiva davanti ad Abbiati. Si va negli spogliatoi sull'1-0 per la Roma. Il Milan ha bisogno di accelerare il ritmo per riprendere la gara.
Nella ripresa ci sono subito emozioni, prima El Shaarawy e poi con Marquinho, in entrambi i casi i portieri sono attenti e respingono. Al 7' della ripresa arriva il rigore per il Milan: netto fallo di mano di De Rossi sulla conclusione di Ambrosini. Dal dischetto Ibrahimovic non sbaglia, 1-1 e partita di nuovo in equilibrio.
Arrivano i cambi: nella Roma entrano Pjanic e Bojan, al posto di Totti e Borini; nel Milan entra in campo Boateng al posto di Emanuelson. I rossoneri, dopo il goal del pareggio, acquisiscono coraggio e cercano il gol del raddoppio riversandosi in massa nell'area romanista. Intorno alla mezz'ora della ripresa arrivano due ottime occasioni: prima Ibra con un tiro a botta sicura respinto da Stekelenburg, poi la traversa colpita da Muntari, anche in questo caso il tocco di Stekelenburg è decisivo.La tempesta rossonera sta abbattendosi su Luis Enrique,ma miracolosamente il fortino sembra tenere.
Nonostante la pressione del Milan, Luis Enrique non rinuncia alla spinta offensiva, decide di inserire Lamela al posto di Gago. La Roma sembra essere rivitalizzata da questo cambio, attacca con più convinzione anche se non tira mai in porta.
Ma proprio quando la Roma sembra resistere, arriva il gol del raddoppio per i rossoneri. Decisivo, ancora una volta, Ibrahimovic. Lo svedese controlla bene il pallone, lanciato al millimetro da un ottimo Muntari,salta Stekelenburg in uscita e poi ribadisce in rete, nonostante il disturbo di Kjaer. Gravi le responsabilità del difensore danese sul gol del 2-1. Nel finale non succede più molto, la gara si chiude sul 2-1 per il Milan. La squadra di Allegri riesce a ribaltare il risultato grazie, ancora una volta, alle prodezze di Ibrahimovic e in effetti sembra ancora una volta ribadire a tutti:si,siamo la squadra più forte d'Italia.

La Juve batte la solita,impotente Inter.

Un tempo per parte.Questo si evince dal posticipo serale di ieri.Ma la Juve nel suo tempo fa due gol.l'Inter è triste e impotente come al solito.Ecco la sintesi precisa concreta.Allo 'Juventus Stadium' partita clou della giornata. La Juventus vuole i tre punti per restare in scia del Milan, l'Inter ha bisogno di una reazione d'orgoglio dopo gli ultimi passi falsi. La Juventus vince una gara difficile, contro un Inter che gioca un primo tempo di altissimo livello.
Nella ripresa, però, le reti di Caceres e Del Piero tagliano in due la gara. L'Inter crolla ancora e dice, probabilmente, addio alla corsa per il terzo posto. La Juventus continua nella sua rincorsa al primo posto.
FORMAZIONI - La Juventus ritrova Barzagli al centro della difesa. Caceres sostituisce lo squalificato Lichtsteiner. Per il resto la formazione è quella classica, con il trio d'attacco formato da Pepe,Matri e Vucinic. Ranieri opta per il 4-4-2. Gli attaccanti sono Milito e Forlan. In mezzo al campo ci sono Poli e Stankovic, con Zanetti e Obi sugli esterni. Anche la difesa è quella solita delle ultime giornate.
PARTITA - La Juventus cerca subito di partire con il piede sull'acceleratore. Ritmo elevato, dunque, e tanta corsa. L'Inter, però, non si fa trovare impreparata e reagisce colpo su colpo. La prima occasione importante è proprio appannaggio dei neroazzurri, con Milito, servito da Maicon, che si fa ipnotizzare da Buffon in uscita. La Juventus risponde subito con Matri, il quale ha due buone occasioni che non riesce a sfruttare a dovere.
La gara è molto piacevole da vedere e ci sono occasioni in entrambe le parti. L'Inter si rende ancora pericoloso con due conclusioni di Milito e Obi, in entrambi i casi Buffon si fa trovare pronto. La Juventus fatica a trovare spazio, soprattutto sulla fascia sinistra, dove Vucinic non riesce mai a saltare Maicon e con De Ceglie che è costretto più alla fase difensiva che a quella di spinta.
Nel finale altra buona occasione per l'Inter con una botta dalla distanza di Stankovic ma Buffon respinge in angolo. Il primo tempo si chiude sullo 0-0. La Juventus sembra in difficoltà e l'Inter mostra grande sicurezza e determinazione.
Ad inizio del secondo tempo Conte capisce che deve cambiare qualcosa. Si passa al 3-5-2, entrano in campo Del Piero e Bonucci, al posto di Matri e Pepe. La squadra sembra reagire bene al cambio di modulo, tanto che al 12' della ripresa arriva il gol del vantaggio bianconero, siglato dall'uruguayano Caceres. Il gol viene fuori da una situazione di calcio d'angolo, con la difesa dell'Inter che si scorda letteralmente il difensore bianconero, il quale può colpire indisturbato.
L'Inter accusa il colpo e comincia a subire l'iniziativa bianconera. Anche Ranieri decide di cambiare e prova il tutto per tutto con il 4-3-1-2. Dentro Pazzini e Faraoni, fuori Obi e Poli. A questo punto Forlan va a fare il trequartista, Pazzini e Milito di punta. La mossa, però, non sortisce gli effetti sperati e al 25' arriva il gol del raddoppio. Tutto nasce da una grande palla di Del Piero per Vucinic, il montenegrino sbaglia clamorosamente a tu per tu con Julio Cesar, ma sul proseguo dell'azione Vidal recupera e serve un pallone perfetto a Del Piero che batte in uscita Julio Cesar.
2-0 per la Juve e partita che va in ghiaccio. Dopo il raddoppio dei bianconeri l'Inter non ha più la forza per reagire. Anzi, rischia più volte di prendere il gol del 3-0, con Quagliarella, subentrato a Vucinic, che per due volte sfiora il gol. Finisce 2-0 per la Juventus. I bianconeri resistaono a -4 dal Milan,e sono già ampiamente oltre il limite della loro stagione, l'Inter subisce un altro K.O che toglie definitivamente i neroazzurri dalla lotta al terzo posto.
La squadra nerazzura è questo.La voglia ci sarebbe pure,ma mancano idee,muscoli e tecnica.Troppo bolsi,sfatti e oramai al capolinea la maggior parte dei membri della rosa interista.Rivoluzione profonda e netta urge.Sempre che a Moratti interessi ancora.

Napoli,un'ingenuità da piccola squadra.2-2 col Catania.

Al San Paolo si sono affrontate due squadre in forma in questi periodo. E infatti la partita è stata ricca di sorprese e capovolgimenti.. Ad un primo tempo piuttosto scialbo, ha risposto una ripresa vibrante.Il Napoli sembrava poter gestire la partita, ma si è fatto raggiungere sul pari grazie ai goal arrivati sugli sviluppi di due corner. Per il Catania è un punto d’oro, per il Napoli sono decisamente due punti persi.

FORMAZIONI - Mazzarri deve rinunciare a Maggio, vittima di un problema muscolare. E allora sulle fasce largo a Zuniga e Dossena. Per il resto i partenopei sono in formazione tipo, eccezion fatta per Fernandez che fa rifiatare Cannavaro al centro della difesa. In attacco il solito tridente Hamsik-Lavezzi-Cavani.Montella, dovendo fare ancora a meno di Motta, conferma l’undici che ha battuto la Lazio una settimana fa. Almiron, in dubbio fino all’ultimo, ce la fa ed è regolarmente in campo. Bellusci agisce da terzino destro.

PARTITA - Il match si apre con ritmi piuttosto blandi: le due squadre adottano due moduli pressoché speculari e si studiano provando a fare possesso palla.Il Napoli giocando in casa cerca di partire per primo, trovando però difficoltà nel gestire il pallino del gioco negli ultimi trenta metri, anche grazie all’attenta linea difensiva degli etnei.Non a caso, i partenopei creano le due occasioni più pericolose del primo tempo con due tiri da lontano: in prossimità della mezz’ora di gioco ci prova prima Gargano con una conclusione dalla distanza bloccata bene da Carrizo, poi con Hamsik che impegna severamente l’attento portiere rossazzurro. Nel frattempo, il Catania aveva reclamato un calcio di rigore evidente con annessa espulsione del solito distratto Aronica per l’atterramento in area di Bergessio, pronto a colpire da posizione favorevole.Gli ospiti, nella prima frazione di gara, si preoccupano principalmente di arginare le scorribande offensive dei padroni di casa, riuscendoci egregiamente,insomma gestiscono senza difficoltà anzi, da annotare una conclusione di Gomez respinta senza problemi da De Sanctis. Si chiude così sullo 0-0 un primo tempo non eccezionale dal punto di vista dello spettacolo.In avvio di secondo tempo, il Napoli tenta di dare una scossa,ci prova un opaco Lavezzi, con la conclusione dell’argentino che finisce sull’esterno della rete. Poco dopo, però, arriva la più grossa occasione della partita: è il Catania ad andare vicinissimo al gol del vantaggio. Bergessio è bravo a liberare Gomez davanti alla porta, ma “El Papu”, tutto solo davanti a De Sanctis, colpisce male col collo destro e manda la palla incredibilmente alta.I siciliani prendono coraggio, e ci provano di nuovo con un buon tiro dalla distanza di Almiron. Il Catania è tutt’altra squadra rispetto a quella vista nel primo tempo, Mazzarri è così costretto a correre ai ripari: fuori Hamsik, dentro Pandev. I frutti del cambio non tardano a palesarsi, visto che il macedone incide immediatamente: una insistita azione personale e ottimo assist per Cavani, che però, solo davanti a Carrizo, sbaglia clamorosamente mandando la palla a lato.Ma la partita ormai si è accesa, e l'appuntamento con il vantaggio partenopeo è solo rimandato di pochissimi minuti: al 61’ gli zzurri trovano il gol con una conclusione dalla distanza da parte di Dzemaili, che raccoglie un passaggio di Zuniga e fa partire una staffilata che anche se non angolata piega le mani a un colpevole Carrizo e si infila nel sette.Tre minuti dopo arriva la reazione del Catania, un vero brivido per il Napoli: un’uscita sbagliata di De Sanctis, che si fa sfuggire il pallone dalle mani, favorisce Izco che batte a rete, ma salva provvidenzialmente Aronica in scivolata. Al 67’, il Napoli trova il goal del raddoppio: Cavani, lanciato da Pandev, si trova di nuovo solo a tu per tu con Carrizo, il suo tiro in diagonale finisce clamorosamente sul palo, Spolli sembra poter intervenire facilmente per spazzare il pallone ma cicca da dilettante l’intervento e favorisce ancora il numero 7 del Napoli, che incredibilmente sembra ancora sbagliare a porta vuota,ma per fortuna è palo rete.2-0.Cinque minuti dopo è Pandev che punge la lenta retroguardia catanese, saltando un paio di avversari e facendo partire un bel diagonale che si stampa sul palo; poi Dzemaili sfiora la doppietta personale aggirando Carrizo ma concludendo di poco a lato.Al 74’, però, il Catania accorcia all’improvviso le distanze. Gomez si guadagna un corner con un bel tiro dalla distanza. Sugli sviluppi del calcio d’angolo, arriva Spolli che di testa insacca, donando nuove speranze ai suoi e riscattando parzialmente l’errore che aveva causato il raddoppio dei padroni di casa.Allora Mazzarri sceglie di coprirsi meglio a centrocampo: fuori Lavezzi,che lo manda a quel paese platealmente e  dentro Inler. Ma al 40’ un fulmine a ciel sereno scuote il Napoli. Il Catania trova il pareggio di nuovo sugli sviluppi di un calcio d’angolo, con Lanzafame pronto a ribattere in rete dopo un contrasto con Zuniga.Il San Paolo diventa muto.Ancora su palle inattive il Napoli prende gol.La difesa partenopea su questo argomento si dimostra fra le peggiori della serie A. I padroni di casa provano a spingere ma non producono nulla negli ultimi minuti. Finisce 2-2 al San Paolo.E la doccia scozzese ulteriore arriva da Roma,la Lazio vince e si stacca a + 3 sulle quarte.Davvero lontano continua a essere il miraggio Champions League.

Cavalcata Milan,la Juve si rialza e Napoli e Udinese non si fanno male.

20.03.2012 11:21

I Rossoneri vincono d'autorità anche a Parma.0-2

Il Milan continua la imperterrito a cavalcare verso il suo 19° titolo nazionale e sembra non volersi più fermare. Al Tardini i rossoneri si impongono per 2-0 sul Parma. Un grande Emanuelson, ormai entrato appieno negli schemi di Allegri, permette alla squadra ospite di portare a casa 3 punti fondamentali in ottica Scudetto.
L’olandese si procura il rigore trasformato da Ibrahimovic, che raggiunge quota 20 reti in campionato, in occasione del primo goal e fa tutto da solo appoggiando in rete per lo 0-2 al termine di una grande azione iniziata prima della metà campo. Il Parma non demerita affatto offrendo ai suoi tifosi una prestazione tutta corsa e grinta che però nulla può contro i campioni della squadra rossonera.
 FORMAZIONI – Donadoni schiera la sua squadra con un 3-5-2 con Biabiany e Jonathan, preferito a Modesto, sugli esterni di centrocampo e con Floccari come unica punta supportata dal talentuoso Giovinco. Allegri deve rinunciare all’infortunato Abate e allo squalificato Mexes e reinventa la difesa con Bonera accanto a Thiago Silva, Antonini sulla sinistra, preferito a Mesbah, e Zambrotta sulla destra. Robinho, infortunato, viene sostituito dal giovane Faraone El Shaarawy.
 PARTITA - La gara, almeno all’inizio, è piuttosto equilibrata con le due squadre in fase di studio. Il Parma pressa alto e cerca di limitare i rifornimenti all’attacco rossonero per impedire ad Ibrahimovic di segnare il suo ventesimo goal in campionato mentre il Milan, da par suo, cerca lo spiraglio giusto sfruttando le qualità tecniche dei suoi giocatori offensivi.
Ed è proprio il giocatore più rappresentativo dei rossoneri, ovvero Ibrahimovic, che, facendosi trovare pronto in area di rigore su un lungo lancio giunto dalle retrovie, serve un’ottima palla ad Emanuelson che al volo scarica di potenza verso la porta difesa da Mirante. La conclusione dell’olandese viene deviata dal braccio di Zaccardo: Banti non ha dubbi e fischia il rigore ammonendo il difensore di Donadoni. Lo svedese non sbaglia,spiazzando Mirante e il Milan è in vantaggio.
Da questo momento in poi la squadra di casa spinge in cerca del pareggio e gli ospiti controllano con calma pronti a colpire per il raddoppio. Il primo tempo si chiude con un goal divorato da Ibra che, trovandosi solo davanti a Mirante, si allunga troppo il pallone permettendo all’estremo difensore gialloblù di sventare la minaccia e con una traversa per il parma colpita da Thiago Silva nel tentativo di deviare una conclusione di Paletta verso la porta difesa da Abbiati.
Il secondo tempo è sulla stessa falsa riga del primo con il Parma che prova ad impensierire la retroguardia milanista e che nel suo momento di maggior spinta subisce il grande goal di Emanuelson che, di fatto, chiude la gara con 40 minuti di anticipo. L’olandese riceve palla nella sua trequarti e, dopo aver superato due difensori gialloblù, si presenta tutto solo davanti a Mirante, lo aggira in velocità e appoggia la palla in rete.Passiva la posizione di Ibrahimovic sullo scatto del centrocampista olandese.
Il resto è un susseguirsi di azioni da una parte e dall’altra ma le due difese reggono e chiudono bene sugli avanti avversari. Nei minuti di recupero da sottolineare una gran conclusione di Floccari da dentro l’area che si stampa sulla traversa ad Abbiati battuto.
I Rossoneri restano con quattro punti di vantaggio sui diretti inseguitori.

Una buona Juve vince facile con una Fiorentina allo sbando.

Fiorentina-Juventus non è mai una sfida come le altre, soprattutto se una delle due squadre lotta per la retrocessione e l’altra per lo scudetto. Tre punti sul tavolo fondamentali che entrambe le squadre non vorrebbero lasciarsi scappare.
FORMAZIONI - Antonio Conte recupera Bonucci tra i titolari e Chiellini, che però siede solamente in panchina. Matri vince il ballottaggio con Borriello e viene supportato da Vucinic e Pepe in attacco. Nella Fiorentina non ce la fanno a recuperare Jovetic e Behrami, che vengono sostituiti da Cerci ed Olivera. In difesa Delio Rossi recupera Nastasic dopo la squalifica e lascia in panchina il capitano Gamberini.
PARTITA - Ritmi subito veloci, con la Fiorentina che scende in campo molto aggressiva. A sfiorare il goal, però, sono gli ospiti che al 6’ colpiscono un palo grazie ad una bella invenzione di Vucinic, sulla ribattuta Matri sbaglia il tap-in. Due minuti dopo per i viola ci prova Lazzari, che da fuori non trova la porta. Vucinic sembra essere in gran forma ed al 15’ porta in vantaggio la Juventus con un gran destro da fuori che trafigge un Boruc immobile. Al 20’ Cerci scalcia a palla lontana De Ceglie e l’arbitro lo caccia dal campo. Gara in discesa per la Juventus, che al 28’ trova il raddoppio con Vidal che ribadisce in rete dopo una respinta corta di Boruc su conclusione dello stesso centrocampista cileno. La Fiorentina in campo praticamente non c’è e gli uomini di Conte si limitano al possesso palla affondando di rado. Vucinic è tra i più attivi ed al 41’ calcia, dopo una buona azione personale, ma non trova la porta, seppur di poco. Il primo tempo finisce dopo un minuto di recupero sul punteggio di 2-0 per gli ospiti.
Ad inizio ripresa Natali avrebbe l’occasione giusta per riaprire la gara, sugli sviluppi di un calcio piazzato, la sua conclusione aerea però termina alta. Al 52’ sponda di Matri per Vucinic che calcia fuori di un soffio. Poco dopo arriva il terzo goal della Juventus, con un pimpante Vucinic che serve un assist d’oro all’accorrente Marchisio che di testa non può sbagliare. I viola cercano un minimo di reazione e sfiorano il goal con un gran tiro di Lazzari che, al 61’, si stampa però sul palo. Lo stadio intanto inizia già a svuotarsi, mentre la Juventus gioca sul velluto e trova il quarto goal con Pirlo, che con un guizzo da attaccante vero si presenta in area e batte Boruc. I bianconeri non si accontentano e trovano anche la quinta rete con il neo-entrato Padoin che da due passi non può sbagliare. Da qui in poi non c’è più partita, gli ospiti mantengono agevolmente il possesso palla per far passare il tempo mentre i viola pensano già alla contestazione che li attenderà all’uscita dagli spogliatoi. Finisce con la goleada bianconera e i fischi annunciati del Franchi verso i proprio giocatori.
Dopo i numerosi pareggi la Juve trova una vittoria che almeno non l'obbliga ad abbandonare da subito i sogni di vetta.La Fiorentina vista stasera invece rischia davvero la B di questo passo.La cura-Rossi sembra essere controproducente.

Al Friuli nessuno ne approfitta e finisce 2-2

Al Friuli, finisce 2-2 l’appassionante posticipo domenicale della 28/a giornata tra Udinese  e Napoli. Il risultato finale, frutto soprattutto di una ripresa ricca di episodi (contestati dai bianconeri) ed emozioni, va però stretto ai padroni di casa che si portano sul 2-0 grazie a Pinzi e Di Natale ma si fanno poi rimontare da una doppietta di Cavani dopo essere rimasti in 10 per l’espulsione di Fabbrini.
Per l'uruguaiano anche un calcio di rigore fallito. Il punto per parte rinvia il sorpasso sulla Lazio (ora a +1) ma tiene in gioco entrambe le squadre nella corsa al terzo posto.
FORMAZIONI – Privo dell’intera catena di destra (Benatia, Basta e Isla), Guidolin è costretto a modificare molto del normale assetto dell’Udinese. Coda compone il terzetto arretrato assieme a Danilo e Domizzi, mentre l’argentino Pereyra compie il suo debutto da titolare sulla destra del centrocampo a cinque. Pinzi, Pazienza e Asamoah occupano la zona centrale, Pasquale vince il ballottaggio con Armero sulla sinistra. Davanti c’è Fabbrini e non Floro Flores a completare il 3-5-1-1 in appoggio a Di Natale.
Dopo le fatiche col Chelsea, anche Mazzarri cambia qualcosa nell’undici titolare del Napoli. Lasciati a casa Maggio e Lavezzi (non al meglio), in difesa il tecnico toscano sceglie Britos al posto di Aronica mentre a centrocampo Zuniga agisce sulla destra con Dossena nuovamente titolare a sinistra. In attacco le novità più interessanti del consueto 3-4-2-1: Hamsik parte in panchina, sono Dzemaili e Pandev ad agire alle spalle di Cavani.
PARTITA – Partita molto equilibrata con il Napoli, che trova subito la posizione giusta con Dzemaili e Pandev sulla trequarti. Gli ospiti tentano di offendere per primi approfittando delle tante assenze dell'Udinese e si rendono pericolosi già all’11’ con una ripartenza targata Gargano-Cavani, ma quest’ultimo sciupa tutto con un sinistro largo. Al 27’ ancora azzurri in avanti con la punizione di Dzemaili che termina però di poco a lato alla sinistra di Handanovic.
Passano altri 60 secondi e per il Napoli arriva la doccia fredda: Di Natale allarga sulla destra per Fabbrini, palla in mezzo e tocco vincente di Pinzi per l’1-0. La risposta dei campani si materializza nel destro di Gargano che però non impegna il portiere avversario.
La ripresa si apre con la seconda, letale accelerazione dei padroni di casa che al 7’ trovano il raddoppio con Di Natale: cross dalla sinistra di Pasquale, Pinzi centra il palo di testa ma il capitano friulano è pronto a ribadire in rete col destro. Tre minuti dopo azione in fotocopia dell’Udinese, ma stavolta Pinzi arriva di un soffio in ritardo sul perfetto assist di un ottimo Pasquale.Il Napoli sembra ancora non essersi ripreso dall' psicodramma londinese.
Al 15’ però l'arbitro da una grossa mano agli azzurri espellendo per doppio giallo Fabbrini,sia la prima ma soprattutto la seconda ammonizione sembrano davvero eccessive,visto falli simili non puniti allo stesso modo.Si rianimano le speranze del Napoli che passa al 4-3-3 con il "misterioso" Vargas al posto di Britos. Gli ospiti hanno l’occasione giusta per riaprire il match al 29’,fallo di mani in area di Domizzi (anche se sbilanciato alle spalle da P.Cannavaro) ma Cavani fallisce malamente il suo terzo rigore su cinque (pessimo il suo destro centrale) calciando addosso ad Handanovic.
Il centravanti uruguayano, però, si riscatta nel finale: al 36’ batte la punizione del 2-1, un tiro non irresistibile ma che Handanovic non vede partire poi impatta 4’ dopo con un sinistro che batte il portire udinese,ancora non impeccabile facendosi sfilare la palla fra le gambe sul primo palo. Nel finale, la squadra di Mazzarri sfiora anche il vantaggio , ma il portiere sloveno risponde alla grande sul destro di Zuniga,ma sarebbe stato ingiusto per la squadra di Guidolin che prima dell'espulsione esagerata di Fabbrini aveva facilmente controllato un Napoli ancora convalescente dalla coppa.

 

 

Champions League:Psico-dramma Napoli.L'Inter è davvero vuota.

15.03.2012 13:00

La classe del Chelsea schiaccia un piccolo Napoli.4-1

E' successo ciò che si paventava da sempre.In Champions League conta la classe,la tecnica e l'esperienza.Cuore,grinta e sudore non bastano per niente se poi si palesano anche chiari limiti di personalità ed ingenuità negli elementi che troppo superficialmente dalla critica "appecoronata" sono definiti cardini di una squadra,le conseguenze sono quelle che si sono evidenziate ieri sera a Londra nel ritorno degli ottavi di finale tra Chelsea e Napoli.

Il Napoli dopo l'Inter si giocava il passaggio ai quarti di Champions League.L'avversario era il Chelsea.All'andata un'insperata vittoria per ben 3-1 aveva fatto sognare i tifosi napoletani.La squadra inglese però,non solo era priva di molti elementi chiave o in cattive condizioni (tipo Drogba tornato soli due giorni prima dalla Coppa d'Africa con il fuso da smaltire)ma era una squadra che aveva ormai rifiutato i dettami tattici del finto-santone Villas Boas e sembrava giocare proprio contro il suo allenatore.Affidando la panchina al secondo,l'italianissimo Di Matteo vecchia gloria della Lazio,il Chelsea si è notevolmente ripreso sia in Premier League che ieri in Coppa.

LA PARTITA Mazzarri schiera la solita formazione,con gli stessi uomini che tirano la carretta da agosto.Classico 3-5-2 sperando che il buon momento di forma faccia il resto.Di Matteo invece abbandona il 4-3-3 del santone portoghese suo predecessore optando per un rombo di centrocampo dando così maggiore solidità ed equilibrio alla difesa.Ma la differenza la fanno Terry,tornato titolare in difesa,Essien e Lampard,tornati titolari a centrocampo e un Drogba finalmente in condizione accettabile.Tutti giocatori assenti all'andata (tranne l'ivoriano).Gli inglesi come da copione partono forte,ma sembrano una volta davanti alla porta avere poche idee.IlNapoli tiene e anzi per circa venti minuti risponde bene,con pressing e velocità,sfiorando anche la rete con un tiro mezzo deviato di Hamsik che quasi beffa Cech e con un tiro ravvicinato di Lavezzi che però chiude gli occhi e calcia addosso al portiere avversario.Cavani sembra in una delle sue frequenti serate in cui non la becca mai anzi sembra più utile in difesa che in attacco.Hamsik si impegna ma è accerchiato dai centrocampisti avversari,Lavezzi fa il suo solito gioco un pò naif,ciondola in ogni zona,corre,prova dribbling spesso velleitari e perde ovviamente lucidità in zona gol. Per un pò la difesa anche se in affanno tiene,poi Cole calibra un cross liftato in area,Aronica viene bruciato sull'anticipo da Drogba che di testa insacca.1-0 Chelsea.Finisce il primo tempo.Nel secondo dopo pochi minuti,su angolo di Lampard tutto il Napoli osserva immobile Terry partire dalla difesa,alzarsi e di testa insaccare il secondo gol.2-0 Chelsea,sconfitta di andata già recuperata.Tutto troppo facile.Il Napoli però ha un piccolo sussulto,e per una decina di minuti pressa meglio e su una ribattuta di testa,con Inler trova un angolo insperato e accorcia le distanze.2-1 che ora qualificherebbe gli azzurri.Incredibilmente però,Mazzarri non catechizza i suoi,non li invita ad insistere per per cercare un altro goal,ma come sempre nei big match il Napoli si schiaccia bassissimo davanti alla propria porta,e usa come unica tecnica di attacco il contropiede puro.Ma in attacco,a parte un buon Hamsik,sembrano davvero inguardabili.Di fatto il Chelsea,insiste usando molto il lancio lungo per la torre Drogba e trova un netto calcio di rigore per fallo di mano in area di Dossena entrato per un infortunato Maggio.Batte Lampard come un'esecuzione,3-1 Chelsea.Pari totale e si va ai supplementari.Per Chelsea c'è anche il redivivo Torres.Fisicamente il Napoli tiene,ma la paura dell'eliminazione,il deficit di tecnica e personalità rispetto agli inglesi è evidente e attanaglia la mente.Infatti gli azzurri sembrano quasi inermi,attendere il colpo del k.o.che infatti arriva puntuale,Drogba lavora da campione una palla sulla fascia,mette in mezzo dove una difesa inguardabile assiste mentre Ivanovic,solo nel vero senso della parola,lancia una sassata in rete.4-1 Chelsea.Gli inglesi ora sono qualificati.L'ultimo tempo supplementare sembra un requiem,il Napoli accusa il colpo e infatti non produce alcuna reazione,quasi si spegne nel dramma.Essere eliminati dopo un 3-1 all'andata e perdere 4-1 al ritorno non è da molti.Nel finale il Chelsea anestetizza il match,qualche perdita di tempo che ci stà nel calcio e poi FINE.Il sogno si spegne.Chelsea ai quarti,nella crème del calcio europeo,dove l'Italia mantiene solo il Milan.Il Napoli deve svegliarsi dall'incubo e pensare a un campionato dove finisse ora andrebbe dritto filato in Europa League.

 

Inter ora il ciclo è finito davvero.

E’ andata male. Il risultato dell’andata è stato troppo penalizzante per l'Inter che, pur avendo vinto per 2-1, non ce l’hanno fatta ad accedere ai quarti di finale di Champions League, mentre è il Marsiglia ad entrare fra le prime otto squadre d'Europa. La sveglia per i nerazzurri è arrivata troppo tardi, la sfortuna e Mandanda hanno fatto il resto. E dire che le occasioni più ghiotte sono arrivate nel primo tempo. Peccato.
FORMAZIONI - Ranieri, sulla scia del successo ai danni del Chievo di qualche giorno fa, conferma il modulo che prevede le due punte supportate da Sneijder. Milito viene affiancato da Forlan che, come nelle previsioni, vince ancora una volta il ballottaggio con Pazzini. A centrocampo le chiavi della regia vengono date a Poli, con escluso eccellente, per la seconda volta consecutiva, il Cuchu Cambiasso. Accanto all’ex sampdoriano giostrano Stankovic e Javier Zanetti. L’Olympique recupera qualche uomo chiave assente nella gara di andata. Rientrano Mbia, che assieme ad Alou Diarra, comporrà da diga in mezzo al campo e Remy  come terminale offensivo.
PARTITA - Sin dai primi momenti del match i nerazzurri dimostrano voglia di attaccare, provando il gioco in profondità su Milito. Forse si aspettano un Marsiglia rinunciatario e pronto a puntare tutto sul contropiede, ma i francesi danno l’impressione di volersela giocare a viso aperto. Attorno al 4’ sono proprio i transalpini a costruire una buona trama di gioco, con Remy che, lanciato da Ayew, si inserisce tra Lucio e Samuel e prova a metterla in mezzo. E’ provvidenziale l’intervento a chiudere di Nagatomo. Subito dopo sono i nerazzurri a creare due clamorose palle gol, entrambe provenienti dalla fascia destra. La prima è frutto, al 7’, di una bellissima azione con Zanetti che, smarcato benissimo da Forlan, crossa in mezzo un pallone che dopo un tocco di Diawara arriva a Sneijder. L’olandese, in posizione centrale, davanti la porta, calcia a botta sicura ma Mandanda si oppone prodigiosamente. Non passano nemmeno tre minuti, che nuovamente i nerazzurri vanno vicini al gol che sbloccherebbe il risultato e sarebbe di vitale importanza per il prosieguo della partita. Bel taglio di Stankovic per Sneijder che, sempre dalla destra, fa partire un cross tagliato per Milito che colpisce di petto. La risposta di Mandanda ha del miracoloso.Il Marsiglia fa ottimo pressing sulla linea mediana del campo, con Mbia e Diarra che rendono difficilissimo il lavoro di Stankovic e Poli. Ma è sulla fascia sinistra, dove opera Nagatomo, che l’Inter soffre di più. Grazie all’asse Azpilicueta - Amalfitano, costantemente aiutati da Valbuena, l’ Olympique crea spesso superiorità numerica ed è da lì che vengono messi in mezzo ottimi palloni, non sfruttati però dagli avanti francesi. La partita è molto intensa ma di palle gol pericolose non se ne creano più, tolti due colpi di testa, uno per parte. Prima è Remy a provare a bucare di testa Julio Cesar ma la conclusione và fuori, e dopo, al 45’, Maicon mette dentro un bel cross per Forlan che esegue una buona torsione ma di testa manda fuori. Il primo tempo si conclude con l’impressione che l’Inter stia disputando una partita di discreta volontà. Le due occasioni più nitide sono state per i nerazzurri, ma per passare il turno ci vuole ben altro. Ci vuole soprattutto un altro Sneijder.
I primi minuti della ripresa vedono l’Inter molto confusa, vengono sbagliati molti passaggi, ed al 47’ Remy mette una palla radente in mezzo, che viene fatta passare pericolosamente per tutta l’area di rigore. Per fortuna dei nerazzurri Ayew non ci crede. L’Inter ha una buona occasione sugli sviluppi di un calcio d’angolo al 53’ ma Sneijder, solissimo, la sfrutta molto male. L’Inter dovrebbe provare qualche soluzione alternativa, Sneijder non riesce a tirare fuori dal cilindro alcuna magia e il perché lo si capisce anche quando, dieci minuti dopo l’inizio della ripresa, chiede il cambio. E’ qui che Ranieri opta per un cambio di modulo. Si torna all’amato 4-4-2 con Pazzini che sostituisce un volenteroso ma evanescente Forlan, e Obi che subentra all’olandese, andandosi a posizionare sull’out sinistro del campo. Le modifiche tattiche nei primissimi minuti non paiono essere di grande aiuto, ma presto si vedono i risultati.
I ritmi si alzano, anche se di conclusioni pericolose nemmeno l’ombra. E’ Pazzini a dare una grossa mano ai suoi, fa salire spesso la squadra e si procura numerosi calci d’angolo. Ed è proprio sugli sviluppi di uno di questi che Milito, al 75’, dopo un batti e ribatti nei pressi della porta avversaria, mette dentro il tap in che riesce a bucare finalmente la porta di Mandanda. Serve un altro gol per passare il turno e soprattutto è necessario non subirne. L’Inter prende coraggio, l’intensità sale e si sveglia pure Maicon, che per tutta la partita pare sonnecchiare.Il Marsiglia pare oramai pensare solo a difendersi e sembra temere il peggio, quando ecco presentarsi la beffa per i tifosi nerazzurri. Brandao, fatto entrare negli ultimi minuti da Deschamps per far salire la squadra, su un lungo lancio di Mandanda, si libera, aiutandosi con un braccio, di Lucio, elude il controllo di Samuel e sigla il gol del pareggio. Siamo al 92’ ed è il gol che taglia le gambe all’Inter. Il piatto si fa ancora più amaro quando Pazzini si procura e realizza, al 96’, un calcio di rigore che costa anche l’espulsione a Mandanda. Subito dopo, sul 2 a 1, Proença fischia la fine e svaniscono così i sogni europei dei nerazzurri.
C'è solo il Milan in Champions per l'Italia.

 

 

E' fuga Milan.Juve che apatia.Il Napoli risale.Scritto da:Nicola Giordano

12.03.2012 10:48

Ibra-Nocerino.E il Milan scappa.

Milan avanti deciso e in fuga. I rossoneri, sornioni e senza troppo affanno, battono il Lecce grazie a un goal per tempo; portando a quattro punti il vantaggio sulla Juve, bloccata dal Genoa. Apre le marcature, il solito Nocerino, al nono sigillo in stagione, chiude un bolide di Ibra dalla distanza. Quanto al Lecce, falcidiato da infortuni e squalifiche e con Cosmi in tribuna, una giornata storta che complica il cammino verso la salvezza. Ibra, al 19esimo centro stagionale, consolida il primato nella classifica marcatori.
FORMAZIONI – Allegri rinuncia al tridente e recupera Muntari. In difesa tocca a Bonera sostituire lo squalificato Mexes, mentre a sinistra Antonini è preferito a Mesbah. A centrocampo ancora doppi turni per Van Bommel e per Nocerino. In attacco Emanuelson trequartista alle spalle di Robinho e Ibra. Cosmi - fermato dal giudice sportivo - va nella tana del “Diavolo” con una squadra decimata da infortuni (Cuadrado, Ofere e Grossmuller) e squalifiche (Di Michele, Tomovic e Delvecchio). Scelte obbligate per i salentini che si affidano alla novità Brivio sull’out sinistro con Oddo spostato a destra. In avanti spazio a Bojinov al fianco di Muriel.
PARTITA – All’andata il Lecce cercò di fare la pelle al “Diavolo”. Poi, una ripresa mostruosa cancellò l’imbarazzo dei tre goal subiti. Per non ripetere lo stile “Fumo di Londra”, i rossoneri partono forte: testa bassa e pressing alto per cercare subito la via del goal.
Al primo affondo il Milan passa in vantaggio. Se Ibra non segna ci pensa Nocerino a mettere la palla in rete: su splendida sponda dello svedese arriva il nono goal (deviazione leggera di Miglionico) del centrocampista rossonero. Il Lecce, eccetto un guizzo di Muriel, non punge, e per tutto al primo tempo si assiste ad un tiro al bersaglio da parte dei rossoneri. Emanuelson, Robinho e Ibra - pallonetto defilato a cercare il sette - sfiorano il raddoppio. E primo tempo che si chiude con i rossoneri avanti di misura dopo una partenza sprint.
Nella ripresa, Cosmi, dalla tribuna di San Siro, cambia disposizione tattica passando al 4-4-2 nel tentativo di arginare le verticalizzazioni rossonere. Il risultato è di un Lecce più aggressivo, meno timoroso rispetto al primo tempo e che con il passare dei minuti guadagna metri in avanti.Ma non punge in alcun modo la difesa rossonera.Allegri risponde mettendo dentro Aquilani per uno spento Muntari spostando sul centro sinistra Nocerino.
Prima del ventesimo, ci pensa Ibra a chiudere la pratica. Un bolide imprendibile dello svedese,su sponda volante di un pimpante Robinho,scompiglia i piani tattici del Lecce, mettendo in cassaforte partita e risultato. Il sigillo, arriva nel periodo migliore degli ospiti che rischiano di subire il tris con Emanuelson che, su invito di esterno sinistro di Binho, trova un reattivo Benassi. Non succede più nulla sino alla fine: il Milan allunga il vantaggio sulla Juve,e sembra davvero essere un allungo decisivo,quanto meritato,il Lecce, vede allontanare la salvezza.

 

Ennesimo pari della Juventus.Ora è a -4.

Si infrangono a Genova e sui legni (traversa di Vucinic e palo di Pepe ad inizio ripresa) gli sforzi della Juventus di mantenere inalterato il distacco dal capolista Milan vincente sul Lecce. Al Ferraris la formazione di Conte non va oltre il pari a reti bianche contro un Genoa arcigno che mette cuore e nervi contro la superiore gestione tecnico-tattica dei bianconeri. La gara, tesa e senza attimi di tregua, non delude le aspettative della vigilia.
FORMAZIONI – Marino, orfano di Granqvist, Bovo, Antonelli e Birsa, schiera Frey in porta; linea difensiva composta da Rossi, Carvalho, Kaladze e Moretti; centrocampo affidato a Sculli e Jankovic (preferito a Mesto) sulle corsie esterne con Kucka e Biondini in mezzo; in attacco, come annunciato, tornano i gemelli del gol Gilardino e Palacio.
Conte, squalificato e sostituito in panchina da Alessio, deve fare a meno di Bonucci appiedato dal giudice sportivo e degli infortunati Chiellini e Barzagli Piazza quindi Buffon tra i pali protetto da una inedita retroguardia formata da Lichtsteiner, Caceres, Vidal e De Ceglie; affida a Pirlo le chiavi del centrocampo supportato ai lati da Marchisio e Giaccherini; davanti Pepe, Matri (vincitore del ballottaggio con l'ex Borriello) e Vucinic.
PARTITA – Pochi secondi e Gilardino lancia in porta Palacio che prova a superare Buffon con un pallonetto, strepitoso il salvataggio del portiere. Replica di Giaccherini che manda a lato da due passi. Più preciso è un destro di Pepe respinto con i piedi da Frey che poi sfodera un'altra perla del suo repertorio su conclusione ravvicinata di Marchisio. Persino più ghiotta è però l'opportunità che Biondini offre a Gilardino mettendolo in condizione di colpire con Buffon ormai fuori causa: incornata alta. Sul finire del tempo Rossi si immola su Matri che calcia da una decina di metri.
La ripresa comincia con Mesto dentro al posto di Sculli. La Juve è sfortunata al 53' quando Vucinic manda sulla traversa un corner dalla sinistra di Pirlo e Pepe coglie il montante mancino di Frey spiazzato. Nel mezzo sempre il montenegrino si mette in evidenza schiacciando fuori di testa. Nella squadra di casa esce anche Jankovic sostituito da Constant. Kaladze, con un sinistro addosso a Buffon, prova a far capire che il Genoa è ancora vivo. Ma si tratta di una parentesi perchè gli ospiti sembrano insistere di più. Frey è ancora bravissimo a salvarsi in angolo su tiro di Marchisio.
Conte, seminascosto dentro una postazione TV rivestita da carta da pacchi, chiama la prima sostituzione bianconera: fuori Pepe (a cui pochi secondi prima era stato annullata una rete per offside), dentro Elia. Il Genoa ci prova da lontano con Kucka, Buffon respinge e Kaladze non trova il bersaglio grosso. Si vedono anche il fischiatissimo Del Piero per Matri, Borriello per Giaccherini e Belluschi per Biondini. L'ultima chance capita proprio a Borriello che trova l'opposizione dell'attento Frey.
Al '90 rigore non concesso al Genoa per atterramento di Rossi.Preziosi furioso nel dopo partita,mentre la Juventus un pò per la delusione del pari e per la fuga Milan,un pò per un dubbio fuorigioco sul goal annullato a Pepe si trincera dietro all'ennesimo silenzio stampa.La crisi bianconera sembra già cominciata.

 

Un Napoli in forma batte un Cagliari inguardabile.6-3

Continua la buona triscia del Napoli, giunto alla quinta rete consecutiva. Quinta vittoria di fila in campionato per gli azzurri, che tornano in corsa per il terzo posto e in ottima condizione fisica e mentale prima del match più importante della stagione a Stamford Bridge.Poca cosa invece il Cagliari di stasera: i sardi senza i loro uomini migliori soffrono e subiscono il gioco dei partenopei, e dopo la terza sconfitta consecutiva devono assolutamente trovare rimedio per non rimanere coinvolti clamorosamente nella lotta per non retrocedere.

FORMAZIONI - Sceglie il 3-4-1-2 Mazzarri, che in vista della Champions risparmia Cavani e Maggio, dando spazio a Zuniga sulla fascia destra e Pandev davanti; risponde Ballardini con un 4-3-1-2 privo di Pinilla e con Cossu che parte dalla panchina, in attacco tandem Ibarbo-Larrivey, dietro la consolidata coppia Astori-Canini.

PARTITA -Buon primo tempo al San Paolo, parte subito forte il Napoli in vantaggio dopo soli 10 minuti grazie al goal di Hamsik, lesto a trovare l'angolino alla destra di Agazzi con un preciso diagonale. I partenopei raddoppiano nove minuti dopo su calcio piazzato battuto da Lavezzi, su cui svetta più in alto di tutti capitan Cannavaro,che però è in probabile fuorigioco.Il Cagliari stordito prova solo dalla distanza con Conti, ma per De Sanctis nessun problema. Pochi minuti dopo ennesimo scatto di Lavezzi sulla destra produce una palla insidiosa su cui un pessimo Astori combina un disastro e insacca alle spalle di Agazzi, per il goal del 3 a 0. Partita sulla carta finita, ma il Napoli si rilassa e i sardi ne approfittano con Larrivey che di testa, su una punizione battuta da Conti, accorcia le distanze. Nel finale di frazione, pericoloso Thiago Ribeiro, vicinissimo al goal del 3 a 2 su assist di uno strepitoso Ibarbo.Senza storia il secondo tempo: Lavezzi scatta invelocità osservato con lentezza dalla difesa cagliaritana immobile, procurandosi al 56' il rigore da lui stesso realizzato per il 4 a 1 degli azzurri. Dopo qualche minuto arriva pure il pokerissimo con il motorino Gargano. Al 77' ci pensa Larrivey a raddoppiare per i suoi, sempre su assist di uno scatenato Ibarbo, ma la rete serve a poco perchè sette minuti dopo la disastrosa difesa sarda subisce il sesto goal ad opera di Maggio (su assist di Pandev).C'è gloria solo per Larrivey tra gli ospiti, con l'argentino che nel finale realizza la sua tripletta personale. Napoli in palla ma Cagliari completamente da rivedere,sorride almeno Larrivey autore della sua prima tripletta dopo anni e anni di serie A.

 

Milan di un'altra dimensione;Juve stop e paura;Napoli un grazie all'arbitro.

05.03.2012 10:20

Ibra-Show e il Palermo sparisce.0-4

Altra Dimensione.E' questa l'impressione che si ha guardando giocare il Milan ultimamente.Una specie di realtà parallela che quasi cozza con la fatica e la rabbia che gli avversari,Juventus in primis,sembrano dover sempre usare nelle loro gare di Campionato.Allo stadio “Renzo Barbera”, nel primo anticipo della 26ª giornata di serie A, il Milan straccia il Palermo per 0-4 e lancia un messaggio chiarissimo a Juventus e campionato, i rossoneri sono in forma grandiosa. Per settanta minuti i rosanero non capiscono nulla,come già accaduto con la Juventus settimana scorsa, il Milan domina, ne fa quattro e poi controlla agilmente una reazione palermitana che peraltro non c’è. Ora gli uomini di Allegri potranno accomodarsi in poltrona a gufare la Juve, sperando di poter allungare ancora in testa alla classifica.
FORMAZIONI - Nel Palermo è emergenza difesa:  data l’assenza di Balzaretti, causa squalifica, l’acciaccato Pisano viene dirottato a sinistra nella linea a quattro con l’inserimento dell’argentino Munoz a destra. Al centro è Migliaccio a sostituire l’infortunato Silvestre. In mezzo al campo i titolari Donati e Barreto vengono coadiuvati da Bertolo. In avanti Ilicic in appoggio alla coppia goal Miccoli- Budan.  Anche Allegri ha problemi dietro: dovendo rinunciare a Nesta e Mexes, cosa che sembrerebbe gravissima data l'immensa qualità dei due difensori e invece no,ecco Bonera al centro della difesa, Antonini viene preferito a Mesbah come terzino sinistro. A centrocampo Ambrosini vince il ballottaggio con Van Bommel come schermo davanti alla difesa, ai lati confermati Nocerino e Muntari. Emanuelson agisce dietro le due punte, Robinho ed il rientrante Ibrahimovic.
PARTITA - Pronti via ed è solo Milan: aggressivo, veloce, ficcante. Già al 4’ Ibrahimovic fa capire che serata sarà per lui e per il Palermo, gran botta da fuori, Viviano si salva in qualche modo. I rossoneri dominano per il primo quarto d’ora e proprio quando i padroni di casa sembrano aver preso le giuste contromisure ecco l’errore difensivo che condanna i rosanero. Al 21’ Mantovani perde palla al limite dell’area, Robinho è lesto a servire verticalmente dentro Ibra che con un sinistro a mezza altezza fulmina Viviano sulla sua destra, 0-1 Milan. Il Palermo prova  a reagire al 25’ con Budan  che di testa si rende pericoloso sugli sviluppi di un calcio di punizione battuto da Miccoli sulla trequarti. Al 31’ però è raddoppio Milan, il Palermo è tutto avanti per la battuta di un corner, i rossoneri rubano palla, ripartono velocissimi, si presentano in area rosa in quattro contro due, Ibrahimovic ha tutto il tempo di defilarsi un po’ a destra, dribblare  Pisano e appena dentro l’area con la punta del piede beffa in controtempo ancora Viviano, 0-2.
Passano quattro minuti e lo svedese offre il tris, riceve palla sulla trequarti defilato a sinistra,  stop, prende la mira e con un tiro a giro sul secondo palo realizza la fantastica rete dello 0-3 Milan. Il Palermo è ormai allo sbando, al 39’ ancora in contropiede Ibra in acrobazia su delizioso assist di testa di Robinho potrebbe fare poker ma stavolta Viviano è miracoloso e sventa di piede. Il primo tempo finisce qui, Milan prepotente e superbo, Palermo annichilito.
Nella ripresa è ancora il Milan a premere sull’acceleratore, Ibra al 48’ di testa su corner e Thiago Silva su punizione dai trenta metri trovano un Viviano super ad impedire ai rossoneri di dilagare.Entra il talento El Shaarawy e dopo pochi minuti sfiora il gol con un destro a giro ben deviato da super-Viviano. Lo 0-4 arriva però al 58’ proprio con il difensore brasiliano che incorna di testa un delizioso cross da sinistra del subentrato El Shaarawy. A quel punto il Milan prova ad amministrare, rischiando soltanto al 61’ con Barreto che gira nel cuore dell’area sul palo un bel pallone servitogli da Miccoli e nel finale col neo entrato Zahavi sull’unica sbavatura di Thiago Silva, l’israeliano però nel cuore dell’area milanista spara alle stelle. Finisce 0-4, il Diavolo è in paradiso.
Sempre primo a +3 sulla Juventus.

Il Chievo doma una Juventus impaurita.1-1.

Niente da fare per la squadra di Antonio Conte, che rimedia un altro pareggio allo Juventus stadium. I bianconeri oggi sono apparsi molto stanchi e non sono riusciti a conservare il goal di vantaggio che avevano messo a segno nel primo tempo, realizzato da De Ceglie, in posizione però di fuorigioco, su calcio piazzato battuto da Pirlo. Decisivo per la rimonta del Chievo l'ingresso nella ripresa di Moscardelli, autore dell'assist-partita per Dramè che ha costretto i bianconeri al pareggio, col Milan che ora si è portato a +3 su Buffon e compagni. Davvero eccellente la prova del portiere gialloblù Sorrentino autore di alcuni interventi decisivi, in particolare su conclusioni di Padoin e Pirlo.
 FORMAZIONI - La Juventus rispetto alla rifinitura della mattina,sceglie il 4-4-2, schierando davanti a Buffon, Chiellini centrale insieme a Barzagli e collocando sulle fasce Lichtsteiner e De Ceglie. A centrocampo a supportare Pirlo e Marchisio,Padoin rimpiazza lo squalificato Vidal mentre Giaccherini si posiziona sulla fascia sinistra. Davanti Conte ripropone  la coppia Matri-Vucinic che ha ben figurato a inizio stagione.
Nel Chievo Di Carlo schiera un un 4-3-2-1 con Paloschi unica punta, a supportarlo Thereau e Sammarco trequartisti. A centrocampo Luciano preferito a Hetemaj farà coppia con Bradley e Rigoni, a difendere Sorrentino riconfermata la coppia centrale Acerbi-Andreolli, sulle fasce Sardo a destra e Dramè prefrito a Jokic a sinistra.
 PARTITA - Senbra partire bene la Juve, vicina al gol con De Ceglie al primo minuto che con uno scavetto prova a superare Sorrentino, ma non trova fortuna. Il Chievo dal canto suo contiene gli attacchi bianconeri, e prova a ripartite in contropiede grazie alla qualità di Thereau e Sammarco. La squadra di Conte fatica a trovare spazi, fin quando al 17' su calcio piazzato battuto dal solito Pirlo, riesce a trafiggere Sorrentino grazie a De Ceglie, in posizione però di fuorigioco non rilevata dalla terna arbitrale, pronto a ribadire in rete un colpo di testa di Chiellini finito sul palo,lelamentele di Conte sembrano davvero continuare a funzionare.
Non si fa attendere la risposta del Chievo, vicino al goal con Thereau, fermato da Buffon a tu per tu dopo una scelta di tempo sbagliata di Chiellini. Succede poco nei restanti trenta minuti, da segnalare l'infortunio di Barzagli, uscito per crampi al quarantesimo  costringendo Conte alla prima sostituzione con Bonucci. Nel finale di tempo  Sammarco prima e Giaccherini poi vanno vicini alla rete ma calciano a lato. Partita molto equilibrata nei primi 45 minuti con un Chievo che non rinuncia a giocare contro i padroni di casa.
 La Juventus prova a leggittimare il vantaggio e guadagna una serie di calci d'angoli e punizioni pericolose su cui Sorrentino disimpegna in maniera perfetta, sfiora il goal con Padoin a cui si oppone in maniera strepitosa il numero uno gialloblù. Di Carlo al 20' prova a cambiare l'esito del match, inserendo Moscardelli e Hetemaj per trovare il gol del pareggio non semplice da ottenere, risponde Conte che rinforza la difesa ineserendo Caceres al posto di uno stanco Marchisio, non al meglio oggi. Passano pochi minuti e Moscardelli sfiora il gol di testa, la palla esce di poco a lato e l'attaccante ex Triestina si dispera.
Trentesimo minuto di gioco, Moscardelli sulla fascia scarta un paio d'avversari e mette in mezzo una palla a Dramè che deposita in rete alla spelle di un incolpevole Buffon. Al trentatresimo Conte si gioco l'ultimo cambio entra Del Piero al posto di Lichtsteiner per riportare i bianconeri in vantaggio e evitare la fuga del Milan.  Juve che nel finale si riversa in avanti alla disperata ma non riesce a trovare la via del gol, a causa di un attacco molle e con poca tecnica e di un insuperabile Sorrentino miracoloso su una maledetta di Pirlo nel primo minuto di recupero. Thereau rischia il goal della vita calciando da oltre 30 metri e provando a sorprendere Buffon, ma per sua sfortuna la palla esce di poco sopra la traversa. Ennesimo pareggio interno per la squadra di Conte, apparsa molto stanca e fuori condizione,quasi spremuta.Una certa confusione tattica e un attacco spento e senza personalità,con un Vucinic super fischiato e irritante per la sua mollezza e svagatezza sono le accuse principale da muovere a Conte.
Il Milan scappa e la paura inizia a impossessarsi della Juventus.

L'arbitro sbaglia tutto e il Napoli ne approfitta.1-2 col Parma.

E'un Parma furioso e imbufalito.Termina 2-1 per il Napoli l’anticipo di pranzo della 26/a giornata di campionato. Al Tardini, i partenopei beffano il Parma grazie alle reti di Cavani e Lavezzi, intervallate dal momentaneo pareggio di Zaccardo. Ma, al di là dell’ottima prestazione, i padroni di casa avranno molto da recriminare per l’arbitraggio di Valeri che gli nega un rigore sullo 0-1 e, in coppia col guardalinee, non si accorge del netto fuorigioco di Lavezzi  in occasione del raddoppio azzurro.
Mazzarri, espulso nel finale, va a 43 punti ma resta a -5 dal terzo posto,ora occupato dalla solida Lazio di Edy Reja.Per Donadoni un pomeriggio davvero amaro.
FORMAZIONI - Nel Parma, privo dello squalificato Floccari, Donadoni lancia Okaka in coppia con Giovinco e preferisce Musacci a Marrone in mezzo al campo. In difesa è Santacroce il sostituto dello squalificato Lucarelli con Paletta e Zaccardo a completare il reparto. Biabiany esterno destro, Modesto sulla corsia opposta. Mazzarri concede un turno di riposo a Campagnaro, c’è Grava al suo posto, e sceglie Britos per colmare la lacuna creata dalla squalifica di Aronica. Dossena titolare a sinistra con Zuniga in panchina, Dzemaili fa rifiatare Inler in mezzo al campo. Davanti i tre titolari con Hamsik e Lavezzi a sostegno di Cavani.
PARTITA - Gara subito molto piacevole. Galloppa scalda le mani a De Sanctis dopo nemmeno 40 secondi, ma la prima grande occasione capita sui piedi di Lavezzi che al 26’ sfiora il palo con un destro a giro dall’interno dell’area. Altrettanto clamorosa la chance fallita 3’ dopo da Galloppa, il quale non capitalizza il ‘cioccolatino’ servitogli da Giovinco alzando troppo il sinistro da posizione vantaggiosissima.
Dopo aver già perso Britos (contusione al piede operato in estate, dentro Campagnaro), Mazzarri è costretto a modificare nuovamente la difesa per via dell’infortunio di Grava che lascia il campo sostituito da Fernandez. Al 39’ l’episodio che sblocca il risultato: Cavani cade dopo un presunto contatto con Musacci, Valeri indica il dischetto.Il contatto sembra essere lievissimo e l'uruguagio inciampare da solo. Dagli undici metri lo stesso ‘Matador’ si fa parare ancora una volta il destro da Mirante ma è bravo a ribadire in rete per l’1-0.  Il risultato va stretto al Parma, e la conferma arriva nel finale di frazione quando Paletta si divora il pareggio allargando troppo il piatto destro sull’ennesima giocata di Giovinco.
Il secondo tempo si apre con un episodio che farà discutere: Biabiany stacca di testa sul corner di Giovinco, Dossena devia scompostamente col braccio ma Valeri non vede e non assegna il rigore. I ducali insistono, e all’11’ falliscono un’altra occasione con Mariga che spara alle stelle di destro sul perfetto assist di Biabiany. Al 32’ il meritato pareggio: angolo di Giovinco, De Sanctis non trattiene il destro di Paletta e Zaccardo anticipa Fernandez per il tap-in che vale l’1-1. Ma per il Parma la beffa è dietro l’angolo e si materializza al 41’, quando Lavezzi (in fuorigioco di tre metri) fa 2-1 di destro su assist di Cavani.Il Parma diventa troppo arrabbiato e nervoso per i torti subiti e crea poco nel concitato finale.

 

Milan-Juventus:cose mai viste.Udinese convincente.Napoli-Inter,ennesima sconfitta nerazzurra.

 

27.02.2012 10:58

Milan-Juventus 1-1.Ma è una gara falsata.

Diciamolo subito a chiare lettere.Sabato sera nel match scudetto il Milan meritava ampiamente la vittoria dopo aver dominato per 70 minuti l'avversario.Solo una svista arbitrale che non convalida il goal di Muntari del 2-0,anche se il pallone varca di quasi un metro la linea di porta impedisce che ciò accada.E inutile è paragonare ciò con la rete annullata a Matri,trattandosi lì di un errore perdonabile per questione di pochi millimetri di fuorigioco.Forse,come urla Galliani negli spogliatoi, lamentarsi tutta la settimana preventivamente porta i suoi frutti,eccome.

Milan e Juventus pareggiano per 1-1 e mantengono invariata la situazione in cima alla classifica della Serie A. Ma contrariamente a quanto possa far pensare un risultato di parità, a San Siro è stata sfida ricca e colpi di scena, ben giocata dai rossoneri per lunghi tratti - anche grazie al goal in apertura di Nocerino - fino al ritorno della Signora nel finale con Matri. Per giorni, o forse settimane, si discuterà però di un goal che non è stato assegnato, quello (regolare) non convalidato da Tagliavento a Muntari.
FORMAZIONI - Il Milan è praticamente quello annunciato alla vigilia, con il solo Mexes al posto di Nesta - che non ce la fa - e Antonini preferito ad un febbricitante Mesbah. Muntari parte ancora titolare a centrocampo, Emanuelson gioca da trequartista a supporto di Pato e Robinho.
Sponda Juventus i dubbi erano tutti davanti, con quattro punte a giocarsi due maglie. A spuntarla sono, un po' a sorpresa, i 'meno titolari': Borriello e Quagliarella guidano l'attacco bianconero. A sinistra altra novità, con Estigarribia che soffia il posto a Pepe.
PARTITA - I ritmi sono da subito alti, le due squadre scaricano in campo tutta la tensione accumulata in giorni carichi di attesa. C'è tanta foga, e di conseguenza anche poca precisione. E' un avvio in cui la Signora si trova più a proprio agio rispetto al Milan, pur senza procurare grandi grattacapi alla difesa rossonera. D'altronde gli uomini di Conte sono abituati a viaggiare a certe velocità.
La fase di studio, però, termina presto, al quarto d'ora, quando - come spesso accade nei big match - è un episodio a sbloccare la contesa. Bonucci prima perde palla e poi devia alle spalle di Buffon la conclusione di Nocerino, che trova il suo ottavo centro in campionato e fa esplodere San Siro. Da lì in poi, fino all'intervallo, sarà un monologo rossonero.
La truppa di Allegri corre come accaduto in poche altre volte nella sua gestione, arrivando a mettere in difficoltà anche una Juve che del dinamismo aveva fatto la propria arma principale. Alla corsa, però, i rossoneri riescono ad abbinare anche,a differenza della Juve,una notevole qualità, tradotta in nuove minacce per la porta di Buffon.
La più eclatante con Muntari, che sugli sviluppi di un calcio d'angolo raccoglie una respinta miracolosa del numero uno avversario e ribadisce in rete: la palla oltre passa nettamente la linea, ma nè Tagliavento nè l'assistente vedono un goal piuttosto chiaro anche ad occhio nudo.Davvero incredibile perchè la rete non venga data. Si va al riposo così, con un Milan avanti ma infuriato.
Anche la ripresa - che vede El Shaarawy in campo al posto di uno spento Pato - si apre con i nervi tesi, ma stavolta è la Juventus a recriminare: Mexes decide di porre fine ad un duello con Borriello colpendolo con un gancio che nessuno della quaterna arbitrale coglie in diretta. La Signora è più intraprendente, ma le occasioni bianconere latitano.
El Shaarawy regala ulteriore velocità ad attacco già pimpante con Robinho ed Emanuelson, con i quali dialoga alla grande. I contropiedi dei rossoneri arrivano ad impensierire la retroguardia della Juve a più riprese, costringendo sia Chiellini che Barzagli a fare gli straordinari. L'occasione migliore, però, capita a Quagliarella, che a botta sicura non riesce a infilare un superlativo Abbiati.
E' l'avvisaglia che qualcosa sta cambiando, nella partita. Il Milan dopo aver macinato chilometri si ritrova a corto d'ossigeno e fatica a coprire il campo come fatto sin dal primo minuto, la Signora trova coraggio con lo scorrere delle lancette e alza gradualmente il proprio baricentro.
E' in questo scenario che arriva, all'83', il goal del pareggio di Alessandro Matri, entrato da pochi minuti al posto di Quagliarella e già fermato (in posizione regolare) a tu per tu con Abbiati: perfetto l'inserimento del centravanti sul traversone teso di Pepe per il pari bianconero. E' il guizzo che fissa il punteggio sull'1-1, spezza definitamente il fiato al Milan - nonostante il rosso a Vidal - e cristallizza la situazione in vetta alla classifica,Milan primo e Juventus seconda in attesa della gara con il Bologna.

Udinese non si ferma.Sempre terza.

L’Udinese espugna il Dall’Ara battendo per 3-1 il Bologna dopo una partita piuttosto combattuta. La gara, molto equilibrata, è sbloccata nel finire di primo tempo da un episodio. L’arbitro Mazzoleni concede un rigore dubbio ai friulani al 38’ e Di Natale non sbaglia.Nel secondo tempo per la squadra di Guidolin vanno in goal anche Basta e Floro Flores, e per gli emiliani non è sufficiente la rete di Koné. Con questo successo l’Udinese si conferma al terzo posto in classifica in coabitazione con la Lazio, e si porta a -6 dalla vetta della classifica.

FORMAZIONI – Pioli schiera davanti a Gillet una linea a tre con Raggi, Portanova e Antonsson. Centrocampo con Perez e Mudingayi centrali e Pulzetti e Morleo sulle corsie esterne. In avanti Taider e e Ramirez agiscono alle spalle dell’unica punta Marco Di Vaio.Guidolin presenta la difesa tipo, con Benatia, Danilo e Domizzi che agiscono davanti al portiere Handanovic. A centrocampo, assente Isla per infortunio, giocano Basta, Fernandes, Pazienza, Asamoah e Armero. In avanti, alle spalle di bomber Di Natale, giostra il talentuoso Fabbrini.

PARTITA – Parte subito forte il Bologna, che pressa gli avversari e li aggredisce nella loro metà campo. L’Udinese è però ben messa in campo e chiude bene gli spazi. Al 12’ però i friulani rischiano grosso: su tiro-cross di Morleo la palla arriva a Di Vaio, Handanovic esce a valanga e gli chiude lo specchio. Sullo slancio c’è un duro scontro fra i due, con il portiere che ha la peggio.Al 21’ ci prova dalla lunga distanza Armero, con il pallone che sorvola la traversa. Al 37’ c’è un fallo di Perez su Di Natale, lanciato in contropiede, e l’arbitro Mazzoleni decreta il calcio di rigore su indicazione dell’assistente. Di Natale batte forte centralmente e i friulani si portano in vantaggio. Il primo tempo si chiude così sull’1-0 per gli ospiti, con gli animi surriscaldati per il rigore discusso.Nell’intervallo Di Vaio sceglie di cambiare: fuori un trequartista, Taider, entra in campo Acquafresca. Il cambio non sortisce però gli effetti sperati. Morleo al 56’ si fa rubar palla da Basta che penetra in area dalla destra e di precisione mette in rete alle spalle di Gillet.Al 64’ l’Udinese arriva al tiro con Di Natale, ma la conclusione del capocannoniere del campionato è ribattuta da Raggi. Quattro minuti dopo va alla girata al volo Acquafresca. Il suo tiro è però effettuato in scarsa coordinazione e si spegne sul fondo. Finisce anche la partita di Di Natale, al rientro dall’infortunio. Il numero 10 dà spazio a Floro Flores.Nel finale il Bologna riapre il discorso: Konè, appena entrato al posto di Pulzetti, sfrutta un assist di testa di Di Vaio per battere sotto misura Handanovic all'81'. Neanche il tempo di esultare che l'Udinese chiude la gara con una spettacolare girata volante del neoentrato Floro Flores all'84', su assit preciso di Basta. Esordio in A per Belfodil, che subentra a Perez nel finale. Floro Flores impegna ancora Gillet, poi non c'è più tempo per le emozioni: al Dall'Ara finisce 3-1 per gli ospiti.

L'Inter battuta anche dal Napoli.Ranieri ha leore contate.

Successo per il Napoli, che batte 1-0 l'Inter grazie ad un guizzo di Lavezzi al 59' e scavalca la Roma al quinto posto. Nerazzurri in crisi nerissima, e adesso la panchina di Ranieri sembra appesa ad un filo.
FORMAZIONI - Il Napoli opta per un 3-4-2-1, con Lavezzi e Dzemaili a sostegno di Cavani. Nessuna novità, invece, in difesa e a centrocampo, dove Zuniga viene preferito ancora una volta a Dossena. L'Inter di Ranieri sceglie il 4-3-1-2 con Sneijder a supporto di Milito e Forlan. In difesa c'è la novità Faraoni al posto di Chivu, il trio di centrocampo è formato da Stankovic,Cambiasso e Zanetti.
PARTITA - Il Napoli cerca di fare la partita fin dai primi minuti, sviluppando il suo tipico gioco . L'Inter si chiude dietro e prova a ripartire. I partenopei si rendono pericolosi soprattutto con le incursioni di Maggio e Lavezzi, entrambi difficili da controllare per la difesa neroazzurra. Al 24' Dzemaili sfiora il gol con una conclusione dal limite ma Julio Cesar è bravo a mandare in angolo. Qualche minuto dopo altra occasione importante con Cavani, il suo colpo di testa finisce alto di poco.
L'Inter sembra in balia,incapace di qualsiasi reazione le due punte sembrano troppe isolate dal resto della squadra e la palla circola troppo lentamente. La squadra di Ranieri riesce a creare solo un'occasione degno di nota, al 43' quando la punizione di Sneijder finisce a lato di poco. Il primo tempo si chiude sullo 0-0, si spera di vedere uno spettacolo migliore nella ripresa.
Ranieri prova a cambiare un po' le cose e mette in campo Pazzini e Cordoba al posto di Sneijder e Forlan. Arriva, dunque, l'ennesima bocciatura per l'olandese. Ma la situazione non muta, il Napoli continua a fare la gara mentre l'Inter sembra sulle gambe, incapace di creare pericoli alla retroguardia partenopea.I partenopei stanno fisicamente meglio, il loro ritmo è decisamente superiore a quello dei neroazzuri.
Al 59' arriva il gol del vantaggio del Napoli: brutta palla persa di Milito in mezzo al campo, Dzemaili recupera e serve Lavezzi, l'attaccante argentino con una conclusione a giro batte Julio Cesar. A questo punto la gara sembra segnata, l'Inter subisce il colpo e rischia di subire il gol del raddoppio, prima Cavani e poi Dzemaili, infatti, sfiorano il 2-0. La partita, però, subisce un ulteriore svolta a dieci minuti dalla fine, il Napoli resta in 10 per l'espulsione di Aronica e l'Inter torna a nutrire speranze di pareggio.
A tre minuti dalla fine Pazzini ha una clamorosa occassione per impattare la partita ma tutto solo in area colpisce male di testa, mandando a lato. I neroazzurri creano più negli ultimi cinque minuti che nel resto della gara ma non serve a niente,anche se al 92' ci sarebbero gli estremi per un calcio di rigore a favore del'Inter,per uno sciagurato intervento in area di Zuniga su Pazzini,mal'arbitro non vede, finisce 1-0. Ennesima sconfitta per l'Inter, per il Napoli tre punti importanti anche se Lazio e Udinese davanti volano e sembrano le vere candidate a giocarsi il terzo posto.


 

 

Il Milan polverizza il Cesena,la Juve stende il Catania,il Napoli facile a Firenze.Scritto da:Nicola Giordano

 

20.02.2012 09:36

Un'ora di calcio totale.1-3 a Cesena.

È festa Milan. Da Udine fino a Cesena passando per il poker in Champions, i rossoneri chiudono al massimo una settimana di fuoco. In un solo colpo rispondono alla Juve e si riprendono la vetta in attesa del big match di sabato prossimo al Meazza. In Romagna arriva un’altra prova di forza per la squadra di Allegri seppur ancora in emergenza. Stavolta sono gli uomini che non ti aspetti, Muntari ed Emanuelson a chiudere la pratica già nel primo tempo con uno-due fulminante. Nella ripresa a segno anche Robinho che cala il tris. Per il Cesena solo il goal della staffa messo a segno da Pudil.
FORMAZIONI – Arrigoni schiera in difesa davanti ad Antonioli: Benaluane, Rodriguez, Comotto e Rossi. Linea di centrocampo composta da Santana e Pudili sulle corsie esterne con Colucci, preferito a Guana e Parolo interni. In avanti la coppia Mutu-Iaquinta. Al Manuzzi continua l’emergenza rossonera: out Mexes, Seedorf, Nesta, Pato e Boateng, quest’ultimi a riposo precauzionale. In difesa spazio a Bonera e a Mesbah al posto di Antonini. A centrocampo esordio da titolare per Muntari al fianco di Ambrosini e Nocerino. In attacco tocca a Emanuelson innescare le punte Maxi Lopez e Robinho.
PARTITA – Il Milan parte a pieni giri, pressing alto e squadra in forcing offensivo. I primi dieci minuti sono un assalto al fortino romagnolo, con i rossoneri decisi a sbloccare subito l’incontro. Nell’ordine, Muntari, Emanuelson e Ambrosini mettono i brividi ad Antonioli. Il Cesena bloccato nella propria metà campo impiega più di un quarto per uscire dalla ragnatela rossonera, ma senza creare grossi problemi. Superata la mezzora di gioco, si scatena l’artiglieria rossonera.
In due minuti il Cesena è colpito e affondato. I mancini del Milan, Muntari ed Emanuelson mettono a segno due goal pesantissimi. L’ex interista raccoglie una corta respinta di Antonioli su una punizione di Thiago Silva. Mente l’olandese scarica da fuori un tiro mancino che incoccia il palo e s’insacca per la seconda volta nel giro di 120 secondi nella rete bianconera. Il Milan è padrone del campo, diverte e fa divertire. Il Cesena non pervenuto guarda da spettatore non pagante e il primo tempo va in ghiaccio per i rossoneri con un secco zero a due.
La ripresa si apre con l’errore clamoroso di Mutu che in posizione regolare, lasciato da solo, manca di testa il goal per riaprire l’incontro. E’ solo un’illusione. Al primo vero affondo del Milan, Binho cala il tris, con il brasiliano lanciato da Abate che indisturbato insacca. Tutto e troppo facile per i rossoneri. A venticinque minuti dalla fine, Pudil, segna il goal della bandiera, trovando l’angolino basso alla sinistra di Abbiati.
Ci sarebbe gloria anche per El Shaarawy, non fosse che Antonioli gli nega la gioia del poker. Nel finale ci prova anche Iaquinta ma la partita era già chiusa da un pezzo.
Dopo aver cancellato dal campo l'Arsenal in coppa ora i rossoneri attendono la visita della Juventus sabato prossimo.

La Juventus rimonta e vince col Catania.

La Juventus torna alla vittoria battendo 3-1 in rimonta il Catania davanti ai propri tifosi. La squadra di Conte dimostra di saper anche soffrire mentre quella di Montella non demerita affatto al cospetto della capolista. I bianconeri tornano per poche ore primi in classifica in attesa della trasferta del Milan a Cesena.

FORMAZIONI – Conte si affida ad un 3-5-2, già schierato in altre occasioni, dando un po’ di respiro allo svizzero Lichtsteiner e puntando sulla collaudata retroguardia formata dal sempre presente Barzagli con Bonucci e Chiellini.

A centrocampo l’allenatore dei bianconeri piazza Pirlo in cabina di regia supportato, da destra a sinistra, da Padoin, preferito a Pepe, Giaccherini, Marchisio e De Ceglie. In attacco la vera rivoluzione con Borriello e Quagliarella entrambi in campo al posto di Vucinic e Matri.

L’allenatore dei rossazzurri Montella lascia intendere subito di voler provare a giocarsi la partita non rinunciando al suo classico 4-3-3 con in difesa gli ex bianconeri Motta e Legrottaglie coadiuvati da Bellusci, rientrato dalla squalifica, e Marchese.

Spolli non ce la fa e si accomoda in panchina. A centrocampo, un altro ex juventino, Almiron affiancato da Lodi e dal capitano Izco. In attacco il tridente che tante soddisfazioni sta portando al suo allenatore e a tutti i tifosi del Catania, Gomez, Bergessio e il giocatore forse più in forma della compagine catanese Barrientos.

PARTITA – L’inizio di gara è totalmente appannaggio della formazione ospite che, dopo 4 minuti, è già in vantaggio con un grandissimo goal di Barrientos. L’argentino riceve palla al limite dell’area e piazza un sinistro a giro che Buffon non può far altro che osservare terminare alle sue spalle. La formazione di Conte sembra smarrita e porge il fianco alle azioni dei veloci attaccanti rossazzurri.

Il Catania però non sa approfittarne e lascia che la Juve si assesti tanto che al minuto 22 Pirlo si procura un’interessantissima punzione al limite dell’area e sigla la sua prima rete in campionato superando la barriera e lasciando di sasso l’incolpevole Kosicky. Dopo il pareggio la juve si spinge in avanti e sfiora il vantaggio con un gran tiro da fuori area di Quagliarella che si stampa sulla traversa.

Stessa sorte ha il tiro di Bergessio da due passi da Buffon dopo una bellissima triangolazione con Lodi. Il finale di primo tempo è tutto di marca bianconera con gli avanti di Conte che dialogano bene ma che non riescono a trovare il varco giusto. Il secondo tempo inizia subito con una tegola per Montella: Barrientos non ce la fa ed è costretto ad uscire. Al suo posto entra Biagianti.

Pochi minuti dopo Motta commette un’incredibile ingenuità entrando in maniera scomposta su De Ceglie. Secondo giallo ed espulsione per il difensore rossazzurro. Da questo momento in poi non c’è più partita. I bianconeri sentono che è il momento di spingere sull’acceleratore e poco dopo si portano in vantaggio con un gran colpo di testa di Chiellini su una sciagurata uscita del portiere della squadra ospite,anche se lo stacco del difensore sembra agevolato da una palese spinta ai danni del difensore catanese,ma meglio cosi,per evitare ulteriori polemiche.La squadra di Montella si scioglie come neve al sole e concede a pochi minuti dalla fine il terzo goal ai piemontesi con Quagliarella che viene magistralmente imbeccato da Pirlo su uno sbagliato rinvio di Kosicky.Vittoria in rimonta insomma,anche se è stato necessario un'espulsione avversaria e un gol dubbio per piegare un Catania che fino ad allora aveva risposto ad armi pari.La poca prolificità offensiva è il vero dilemma della squadra di Conte.

Un buon Napoli batte una pessima Fiorentina.

Venerdì 17 non è certo un giorno fortunato, soprattutto per gli scaramantici napoletani, ma le due compagini provano a vincere la sorte.  La Fiorentina cerca la terza vittoria consecutiva tra le mura casalinghe, il Napoli deve avere testa soltanto per questa gara senza pensare all’impegno di Champions contro il Chelsea. E’ il Napoli ad uscirne vincente, chissà forse i napoletani smetteranno di essere scaramantici dopo aver sconfitto non solo la Fiorentina ma anche la sorte.
FORMAZIONI - Delio Rossi schiera l’ormai consueto 3-5-2 con Vargas al posto dell’infortunato Pasqual e Olivera al posto dello squalificato Lazzari. Mazzarri rinuncia al turn over e schiera Hamsik-Lavezzi-Cavani in attacco. Rosati titolare tra i pali al posto di un De Sanctis non al 100% della condizione.
PARTITA - Pronti via il Napoli si porta subito in vantaggio con un goal di Cavani su sospetto fuorigioco. L’uruguaiano si  smarca bene e firma il goal del vantaggio napoletano. All’8’ minuto Vargas dalla sinistra salta un uomo e mette al centro, ci arriva Cassani che da fuori fa partire un missile, pallone che termina al lato. Al 17’ brivido per i tifosi viola, Lavezzi su corner mette al centro dopo qualche batti ribatti ci arriva Hamsik di testa ma la palla termina alta sopra la traversa. Sette minuti più tardi azione fotocopia con Lavezzi dalla bandierina che mette in mezzo, Maggio di testa prende in pieno la traversa.
Al 29’ Vargas su corner mette dentro per Natali che di testa tocca il palo alla destra di Rosati. Cinque minuti più tardi Jovetic ha l’occasione per pareggiare. In area il montenegrino trova il tempo giusto e calcia, il pallone lambisce il palo. Al 38’ Napoli pericoloso su punizione, Britos a due passi tira fuori. Dopo 5 minuti di recupero termina sullo 0-1 per il Napoli,  un primo tempo ricco di occasioni, tante delle quali sprecate dalla squadra di casa.
La Fiorentina rientra in campo con Salifu al posto di Behrami e cerca fin da subito il pareggio. Non riesce però ad avvicinarsi in area di rigore e quando lo fa non è incisiva.  Al 55’ azione solitaria di Cavani che a tu per tu con Boruc mette a segno il 2-0 per i partenopei.  Sul capovolgimento di fronte, Montolivo calcia da fuori, tiro lento e impreciso. Al 57’ Montolivo su punizione mette dentro per Amauri che di testa sfiora la traversa. Al 62’ Lavezzi entra in area di rigore cerca il pallonetto ma Boruc attento devia la sfera.
Al 72’ Cavani dalla destra serve Dossena dalla parte opposta, l’esterno calcia fuori misura. Sfortunata la Fiorentina al 77’ ci prova prima Amauri poi Jovetic ma la difesa partenopea fa da scudo in entrambe le occasioni. I ragazzi di Delio Rossi cercano di fare la partita ma il Napoli gestisce bene il vantaggio e cerca di rendersi pericoloso in contropiede. All’89’ occasione per il Napoli con Pandev che impegna Boruc. Al 90’ anche Lavezzi ci mette lo zampino e dopo una discesa sulla destra,  mette a segno il 3-0 partenopeo.Il Napoli ha sfruttato meglio le occasioni capitate,capitalizzandole al massimo.La viola ha creato e sprecato molto e poi con una difesa così imbambolata è davvero difficile fare punti,anche in casa.


 

 

Il Milan torna in vetta,l'Inter crolla ancora,Il Napoli supera il tabù Chievo.Scritto da:Nicola Giordano

 

14.02.2012 10:19

Nel gelo di Udine il Milan torna padrone.

Allo stadio 'Friuli' di Udine, nella gara valida per la 23.a giornata di serie A, in una serata gelida, il Milan batte l’Udinese 1-2 e si rilancia in chiave scudetto. Dopo un primo tempo noioso, con l’unico lampo di Di Natale a portare in vantaggio i padroni di casa, nella ripresa si risvegliano i rossoneri con l’inserimento di Maxi Lopez e gli scatti di El Shaarawy. Allegri può sorridere,tornando in vetta, Guidolin perde l’imbattibilità casalinga ma soprattutto deve fare i conti con gli infortuni di Isla e Di Natale.
 

FORMAZIONI - Guidolin schiera il classico 3-5-1-1: in difesa recupera Domizzi, a centrocampo, perdurando le assenze di Pinzi ed Asamoah quest’ultimo impegnato in Coppa d’Africa, giocano i due acquisti di gennaio, Pazienza e Fernandes. In avanti è Abdì ad appoggiare il bomber e capitano Totò Di Natale. Allegri, reduce da un filotto negativo per gioco e risultati, deve rinunciare ad Abbiati in porta, rimpiazzato da Amelia, Nesta non ce la fa, viene quindi confermata la coppia difensiva composta da Thiago Silva e Mexes. A centrocampo Ambrosini sostituisce lo squalificato Van Bommel. In attacco si punta sulla rapidità e la tecnica della coppia Robinho- El Shaarawy. Ancora solo panchina per Maxi Lopez nonostante la squalifica di Ibra.
 

PARTITA - Il primo tempo parte a ritmi molto blandi, i primi quindici minuti non regalano alcuna emozione così, alla prima vera palla goal della gara, il risultato si sblocca. Al 19’ Di Natale riceve  sulla trequarti centrale, chiede l’uno due a Fernandes che gli restituisce palla sul limite dell’area sinistro, il bomber udinese conclude in porta con un sinistro sporco che impatta nello stinco di Thiago Silva, si impenna e scavalca Amelia lievemente fuori dai pali, 1-0 Udinese.La reazione Milan è debole, i rossoneri  producono poco, anzi rischiano con un paio di contropiedi friulani di subire il raddoppio ma Isla al 24’ e Di Natale al 35’ concludono debolmente il primo, a lato il secondo. Handanovic si sporca i guantoni solo al 44’  con una botta di frustrazione del francese Mexes dai 35 metri. Nell’ultimo dei due minuti di recupero un lungo lancio di Ambrosini coglie Neuton impreparato  nel cuore dell’area ma El Shaarawy si coordina malissimo e spara alle stelle. Udinese ordinaria, Milan anestetizzato. Il primo tempo si chiude qui.
Nella ripresa il Milan parte bene e nel primo quarto d’ora chiude l’Udinese nella sua metà campo. Al 48, su un tiro dalla destra deviato di Emanuelson, a centro area, Nocerino non arriva di un soffio di testa a deviare in rete la palla del pareggio. L’Udinese ha poi un paio di occasioni per chiudere la gara in contropiede ma, Di Natale e Domizzi in incursione offensiva non riescono a concludere in modo deciso. Così, al 77’, è il nuovo entrato Maxi Lopez a siglare la sua prima rete rossonera ed a riportare il risultato in parità: El Shaarawy parte da sinistra, si accentra e dal limite dell’area fa un partire destro basso e centrale, Handanovic respinge però goffamente a centro area dove  il bomber argentino è lesto e velenoso nel mettere dentro l’1-1. Il goal carica il Milan e deprime i friulani che, dopo Isla, perdono anche Di Natale per infortunio. I rossoneri premono ed all’85’ trovano la rete della vittoria, ancora sull’asse Maxi- El Shaarawy. Stavolta è l’argentino ad involarsi sulla destra dove va sul fondo e crossa basso a centro area , l’italo- egiziano incrocia sul primo palo e mette dentro la rete dell’1-2 con un destro liftato e preciso. L’Udinese a quel punto prova il tutto per tutto alla ricerca del pari ed Abdì al 91’ ha sul piede la palla del 2-2 ma il suo tiro al volo, deviato, viene sventato miracolosamente da Amelia, la gara si chiude qui, il Milan vince e si issa in vetta alla classifica,in attesa dei recuperi della Juventus.

Ormai è un'Inter in balia di tutti.0-1 in casa contro il piccolo Novara.

Clamoroso scivolone interno dell’Inter, che dopo i passi falsi con Lecce, Palermo e Roma cade a San Siro contro il Novara. In una gara sostanzialmente decisa, gli ospiti capitalizzano al massimo il goal di Caracciolo all’11’ del secondo tempo e centrano tre punti fondamentali in chiave salvezza. I nerazzurri, anche sfortunati in occasione di una traversa colpita da Sneijder nel finale, falliscono una ghiotta occasione per accorciare sull’Udinese (ieri ko col Milan) e restano a -6 dal terzo posto.

FORMAZIONI – Ennesima rivoluzione tattica per Ranieri che vara un 4-3-2-1 in cui Sneijder ed Alvarez assistono l’unica punta Milito. A centrocampo si rivede dal 1’ Stankovic, titolare assieme a Poli e Cambiasso. Dietro, Cordoba viene preferito a Ranocchia per sostituire l’infortunato Samuel mentre Zanetti prende il posto a destra dello squalificato Maicon. Forlan parte dalla panchina. Mondonico, privo di Mascara, risponde con Jeda alle spalle di Caracciolo in un 3-5-1-1 in cui Porcari, Radovanovic e Rigoni compongono il terzetto di centrocampo. Dellafiore e Gemiti sugli esterni.

PARTITA - Al cospetto del vero e proprio fortino eretto da Mondonico, l’Inter attacca con continuità ma a ritmi troppo blandi per aprire varchi nella difesa del Novara. Nel primo tempo ci prova due volte Sneijder: prima col destro, bravo Ujkani a deviare in angolo, e poi con un sinistro che lambisce il palo. Gli ospiti rispondono con due timidi tentativi di Caracciolo, che prima non dà forza al colpo di testa e poi non riesce a scavalcare Julio Cesar in uscita.Nella ripresa il copione non cambia, ma a Mondonico riesce il capolavoro che non t’aspetti grazie al goal di Caracciolo. All’11’, il centravanti gestisce bene un lancio di Jeda, si accentra e lascia partire un sinistro preciso che beffa sul palo lungo Julio Cesar e decide il match. L’Inter ci prova, si riversa tutta in avanti (e Morganella col destro per poco non raddoppia) ma fallisce sempre l’ultimo passaggio. Stankovic sbaglia la mira col destro, poi – col Novara in 10 per l’espulsione di Radovanovic – Sneijder è sfortunato con la traversa centrata al 43’ ad Ujkani battuto.

Il Napoli torna a vincere.2-0 col tabù Chievo.

Termina 2-0 per il Napoli, un match che ha avuto poco da dire,partenopei, con solidità difensiva, centrocampo muscolare, attacco rapido. Troppo molle il Chievo per poter frapporre un ostacolo valido.

FORMAZIONI - Mazzarri cambia poco della propria squadra titolare, con il ritorno in difesa di Grava, a sostituire capitan Cannavaro, squalificato, e la conferma di Britos; a centrocampo Inler riprende il proprio posto in cabina di regia a fianco di Gargano, mentre davanti troviamo il solito trio Hamsik, lavezzi, Cavani. Per il Chievo confermato il 4-3-1-2, con Acerbi ancora titolare e la novità Dramè in difesa; a centrocampo Hetemaj vince il ballottaggio con Sammarco e Thereau è confermato trequartista dietro la coppia Pellissier-Paloschi.

PARTITA - L'inizio di gara è equilibrato, con predominio partenopeo nel possesso palla; nei primi minuti però le occasioni sono poche. E' quasi un classico che per sbloccare la gara ci voglia un calcio da fermo: è il Napoli ad approfittarne, grazie al preciso colpo di testa di Britos, che porta in vantaggio gli azzurri. Ci vuole un pò prima che il Chievo si svegli dal proprio torpore iniziale, ma comunque gli uomini di Di Carlo cominciano a farsi vedere maggiormente, guidati dall'esperto Luciano, ed è il solito Pellissier ad impegnare De Sanctis per la prima volta. L'arma più pericolosa del Napoli sono però le verticalizzazioni in contropiede, ed è proprio così che Cavani, lanciato da Hamsik, si guadagna un rigore, che lui stesso trasforma. Da registrare nel finale di tempo, una buonissima occasione per Sardo, con De Sanctis che si fa trovare pronto con i pugni, e per Thereau che spara alto.

Ripresa che inizia sulla falsariga del primo tempo, con un Napoli  aggressivo a metà campo ed il Chievo che non riesce a ripartire; ciò porta Gargano a sfiorare la rete con un gran destro da fuori area, ma Sorrentino risponde presente, spedendo il pallone in angolo con un bel tuffo plastico. Un primo segnale di reazione dei veneti lo abbiamo con una bella penetrazione di Luciano, il cui passaggio all'indietro verso Pellissier non è sfruttato da quest'ultimo, che spreca tirando alto. Di Carlo cerca di cambiare la situazione inserendo Moscardelli, ed in effetti il Chievo comincia a spingere con più continuità, facendosi trovare più spesso dalle parti di De Sanctis; in una di queste situazioni è fondamentale Aronica, il quale anticipa Thereau, pronto a calciare a rete davanti a De Sanctis. E' forse il momento migliore per il Chievo, ma il Napoli in qualche modo riesce a sfangarla.

Col passare dei minuti la partita sembra calare di ritmo, con il Napoli che si accontenta del risultato, ed un Chievo oramai rassegnato alla sconfitta; infatti sono ancora i partenopei ad avere una buona occasione con Inler, anticipato in mischia da Sorrentino. Nei minuti finali non accade più nulla, con le squadre che sembrano attendere solo il fischio finale. Da segnalare l'ingresso nei minuti finali di Edu Vargas, che non ha però il tempo di incidere e continua ad essre il vero oggetto misterioso del mercato invernale partenopeo.

 

Milan sempre uno Show,Juve sempre col cuore,Napoli sempre più inadeguato.

 

30.01.2012 11:16

Ibra il trascinatore e il Milan si diverte.

Massimo risultato. Il Milan, pur senza Boateng e Pato, non lascia punti alla Juventus e si impone su un Cagliari che era partito sbarazzino e sfrontato. Una magia di Ibra, però, mette la partita sul binario giusto e da lì in poi è un monologo rossonero. Nocerino chiude la partita già nel primo tempo e nella ripresa Ambrosini mette i titoli di coda all’incontro. Gli isolani sentono la mancanza della consistenza di Conti a centrocampo e risentono della scialba prestazione di Cossu, mai veramente in partita.

FORMAZIONI – Allegri deve fare a meno di Thiago Silva in difesa e, dunque, affianca Mexes a Nesta. L’altra novità nel reparto arretrato è il neo-acquisto Mesbah, che prende il posto di Antonini sulla sinistra. Il centrocampo rossonero è composto da Van Bommel, Emanuelson e Nocerino, con Seedorf a supporto del duo Ibra – Robinho. Ballardini punta sul collaudato 4-3-1-2 con Cossu alle spalle del nuovo arrivato Pinilla e di Ibarbo.
PARTITA – Gli isolani non danno l’impressione di voler semplicemente tenere botta e ripartire, come il copione prevede, bensì cercano spesso la profondità dall’inizio, con Pinilla e Ibarbo che spaziano senza sosta su tutto il fronte d’attacco. Nel Milan Nocerino è tra i più attivi e si spinge spesso in avanti cercando gli inserimenti. Seedorf prova a fare da direttore d’orchestra avanzato, ma i suoi appoggi sono tentativi vani di finezze che non ci concretizzano e dunque i rossoneri sono costretti a cercare spesso le fasce, ed Abate è chiamato spesso a spingere sull’out destro.Ibra e Mesbah che si dannano per trovare l’affondo giusto, chiamando Pisano agli straordinari, ma fino alla mezz’ora il Cagliari rintuzza i tentativi offensivi rossoneri.Poi, d’un lampo, appare Ibra. Il capocannoniere del campionato insacca su punizione da oltre i venti metri, tracciando una traiettoria a giro che non lascia scampo ad Agazzi e si adagia nel sette.Passano solo pochi minuti ed ecco riapparire Ibracadabra: lo svedese, lanciato da Mexes con un lancio lungo, appoggia di petto per l’accorrente Nocerino che, con un fendente di sinistro, mette a segno il 2-0, per lui il settimo goal in stagione.L’uno–due dei padroni di casa mette K.O. il Cagliari, che lascia andare ciò che resta della prima frazione per cercare nuove motivazioni negli spogliatoi.
Secondo tempo, stessa solfa. Il Milan non si limita ad amministrare, ma cerca anche il terzo goal. Al 53’ Nocerino dal limite lascia partire una bomba che Agazzi disinnesca con prontezza. Ballardini, cosciente di non avere più niente da perdere, prova a cambiare musica inserendo l’attaccante brasiliano Ribeiro per Pisano ed El Kabir al posto di un evanescente Cossu, proponendo quindi un Cagliari a trazione anteriore.Poi arriva il turno di El Shaarawy, che rimpiazza Robinho. Ed è proprio il giovane italo-egiziano a sfiorare il 3-0 con un tocco al volo che si perde di un soffio oltre il palo dopo una punizione dalla destra battuta dalla destra da Seedorf. Ed è il suo sostituto, Ambrosini, a piazzare il colpo di maglio a un Cagliari ormai stordito ed inerme: il 3-0 del capitano milanista è un colpo di giustezza calciato con l’esterno del piede destro che non lascia scampo al povero Agazzi.Ibarbo è l’unico tra i rossoblu a non battere bandiera bianca e al 77’ ci prova con un’iniziativa personale dalla destra, ma il suo sinistro non centra la porta di Abbiati. Dopo un paio di minuti l’ennesima discesa di Abate mette El Shaarawy davanti ad Agazzi ma quest’ultimo è lesto ad anticipare l’attaccante per evitare il quarto gol.Il calendario fitto dei prossimi giorni consiglia ad Allegri di far rifiatare Ibra, concedendo la dovuta standing ovation allo svedese e inserendo il sempreverde Pippo Inzaghi, accolto fragorosamente da tutto San Siro. I minuti finali sono di pura accademia. Nesta rischia il secondo giallo per un innocuo fallo a centrocampo ma Brighi non lo ritiene punibile col cartellino. Il pubblico di San Siro ringrazia ed il Milan continua deciso nel testa a testa con la Juve per lo scudetto.

La Juve non molla la vetta.Ma che fatica.

Nella prima giornata del girone di ritorno, la Juventus di Antonio Conte si conferma saldamente in testa alla classifica battendo anche la rivelazione Udinese. Al primo goal di Matri (42' del primo tempo) risponde al 10' della ripresa Floro Flores. Ma la Juventus si catapulta rabbiosamente in avanti e pochi minuti dopo, al 17', con una prodezza di Matri, si riporta in vantaggio. Il finale è di apprensione e un po' di sofferenza per via della stanchezza, ma la determinazione feroce della squadra le permette di portare a casa i tre punti, confermarsi saldamente al vertice della classifica e distanziare momentaneamente il Milan di 4 punti e l'Udinese di 6.

FORMAZIONI – Conte schiera la sua Juventus con il 3-5-2 per contrapporsi “a specchio” al folto centrocampo friulano. Davanti a Buffon agiscono Barzagli, Bonucci e Chiellini, a centrocampo il “tuttofare” Giaccherini sostituisce Marchisio affiancando Pirlo e Vidal, mentre gli esterni sono due stantuffi: Lichtsteiner ed Estigarribia. In attacco Matri e Quagliarella vincono il ballottaggio con Borriello e del Piero, i quali si accomodano in panchina.
Nell'Udinese Guidolin è alle prese con seri problemi di formazione, ma conferma il suo 3-5-1-1: davanti ad Handanovic i difensori sono Ferronetti, Danilo e Domizzi, gli esterni di centrocampo sono Basta e Pasquale, gli interni Isla (recuperato in extremis), Fernandez ed Armero, che sostituisce Asamoah come interno sinistro. In attacco l'unica punta sarà Di Natale, supportato dal fantasista Abdì, che darà anche una mano al centrocampo.

PARTITA – L'Udinese parte forte con un pressing a tutto campo, ma la prima ripartenza della Juve rischia di esserle fatale: al 2' Estigarribia evita il fuorigioco fiondandosi centralmente, ma tira su Handanovic in uscita disperata, sprecando l'occasione. Poi per un po' non succede molto: le due squadre fanno densità a centrocampo e pressano molto in quella zona del campo, per cui fanno fatica a costruire gioco, anche a causa del campo scivolosissimo. Verso il 15' capitano in successione due occasioni per l'Udinese: prima un gran tiro di Abdì diretto all'incrocio viene deviato in angolo da Buffon; poi, sugli sviluppi del corner, gran sinistro a volo di Armero e strepitosa parata del portiere della nazionale. Al 23' c'è un'altra occasione enorme per la Juve: un contropiede velocissimo lancia Matri a tu per tu con Handanovic, ma il primo controllo di palla del bomber non è perfetto e Handanovic riesce a respingere in uscita. Qualche minuto dopo una conclusione mancina di prima intenzione di Estigarribia, servito da Pirlo in seguito ad uno schema su punizione, termina altissima. Al 29' gran tiro da fuori di Quagliarella, con palla alta non di molto. Al 34' Quagliarella tiene in campo un buon pallone sulla destra e vede l'inserimento di Lichtsteiner, il quale tergiversa troppo e poi non riesce a concludere efficacemente, facendosi chiudere dalla difesa friulana. Il finale del tempo si trasforma quasi in un assedio da parte della Juventus, che al 42 trova il goal del vantaggio: Estigarribia salta Basta sulla sinistra e mette al centro un cross perfetto sul quale si avventa di testa Quagliarella, Handanovic respinge come può la sua conclusione, arriva Matri che mette comodamente in rete da due passi. Il primo tempo finisce quindi con la Juventus in vantaggio per 1-0 sull'Udinese.

Nella ripresa la Juve parte come fosse ancora sulla 0-0: possesso palla e accerchiamento degli avversari. Al 5' Quagliarella crossa dalla destra per Estigarribia, che arriva con un attimo di ritardo per il sinistro a volo. All'8' minuto Vidal recupera palla sulla trequarti, carica il destro dai 20 metri con palla di poco alta, ma su capovolgimento di fronte l'Udinese è fulminea e Di Natale ha la palla del pareggio: il suo tiro termina di un soffio a lato alla destra di Buffon. Al 10', però, un altro contropiede dell'Udinese stavolta è letale per la Juventus: Isla serve Floro Flores (entrato al posto di Abdì) sul limite sinistro dell'area, il destro a giro dell'attaccante fulmina Buffon, per il pareggio dell'Udinese. Preso il goal del pari, rischia tantissimo ora la Juventus, perchè al 14' un altro contropiede dell'Udinese mette i brividi allo Juventus Stadium: anche se la conclusione di Di Natale, il quale non riesce ad impattare bene sul bel cross di Isla, manda la palla alta. Ma nel momento più difficile della partita Matri, al 62', si inventa un goal fantastico: Marchisio, appena entrato per uno stanco Quagliarella, lo serve in area, controllo perfetto ad allargarsi evitando il suo controllore e tiro incrociato rasoterra che beffa Handanovic. Trovato il nuovo vantaggio, la Juventus prova a gestire il possesso palla senza scoprirsi ai mortiferi contropiedi dell'Udinese. Questo dà coraggio all'Udinese che, negli ultimi 20', prova a guadagnare un po' di campo e a rendersi pericolosa, anche se mai in maniera importante. Con grande fatica e un po' di apprensione dovuta alla grande stanchezza di molti suoi giocatori, la Juventus riesce a portare a casa questi fondamentali tre punti.

I veri tre tenori li ha Genoa.

Rivincita voleva essere e rivincita è stata. Il Genoa archivia l'umiliante sconfitta per 6-1 subìta poco più di un mese fa al San Paolo, imponendosi per 3-2 sul Napoli, con una prova di qualità superiore rispetto agli avversari. Palacio (31') e Gilardino (36') nel primo tempo e ancora Palacio nella ripresa (69') sono gli autori delle reti che decidono la sfida. Inutili le reti della speranza siglate da Cavani (81') e Lavezzi (82').
FORMAZIONI – Costretto a fare a meno degli infortunati Bovo, Dainelli, Antonelli, Veloso, Rossi e Constant, Marino propone Frey tra i pali; Mesto, il rientrante Kaladze e Granqvist in difesa; folto centrocampo composto da Moretti, Kucka, Biondini, Jankovic e Sculli; Gilardino e Palacio davanti.
E' una mini-rivoluzione quella fatta da Mazzari al momento di scegliere l'undici da schierare al Ferraris rispetto a quello che pochi giorni fa ha battuto l'Inter in Coppa Italia. Il tecnico di San Vincenzo sistema De Sanctis in porta; Campagnaro, Cannavaro e il debuttante Britos dietro; Zuniga, Dzemaili, Gargano e Dossena in mezzo; con Hamsik e Lavezzi alle spalle di Pandev preferito in extremis a Cavani che si accomoda in panchina.
PARTITA – Tifo caloroso ma temperatura da freezer al Ferraris. Nonostante la gara sia intensissima, eccettuate un paio di deviazioni imprecise di Pandev e Sculli e un tiro di Gilardino beffardamente respinto da Palaico, di occasioni sottoporta non se ne vedono. Occorre attendere lo scoccare della mezz'ora per vedere il Genoa scatenarsi e prendere il largo con una pennellata capolavoro di Palacio (31') e con una combinazione Biondini-Sculli-Gilardino (36') con quest'ultimo bravo ad anticipare Cannavaro per incornare il 2-0, sua prima rete rossoblù. Nel finale di tempo il capitano ospite si infortuna dopo un intervento di Mesto e deve cedere il posto a Maggio.La ripresa comincia sotto la neve e con una zolla del terreno che frena Palacio lanciato verso De Sanctis. Al 56' arriva il momento di Cavani al posto di Zuniga, è però Hamsik, al 69' a poter riaprire i giochi con un rasoterra ravvicinato respinto da Frey. In contropiede il Genoa diventa ancora letale con un passaggio esterno del solito Gilardino per Palacio che prima entra nei sedici metri e poi incrocia in maniera vincente il 3-0. A questo punto entrano Vargas, Seymour e Birsa per Pandev, Jankovic e Sculli.I ritmi restano altissimi, il Genoa ha la terz'ultima difesa del campionato, Cavani non se lo dimentica e di testa , su perfetto cross di Maggio, mette a segno la rete della bandiera (sesto gol nelle ultime sei gare). Biondini, finito k.o, esce per il giovanissimo Sampirisi. Pochi secondi e Lavezzi parte in contropiede sbattendo a terra Mesto e portando il risultato sul 3-2.Nel finale davvero sterile la pressione azzurra,spinta solo dalla disperazione per il risultato.Poche idee,poca voglia e anche l'Europa League sembra un miraggio p
er il Napoli.

 

Milan dominatore.La Juve resiste in vetta.Il Napoli torna anonimo.Scritto da:Nicola Giordano

 
23.01.2012 11:20

Ibracadabra e il Novara non c'è più.

Al “Silvio Piola” il Novara non può nulla contro il Milan di Ibra. Tantissime palle goal a favore dei rossoneri, alla fine ci pensano il solito Ibra (doppietta) e Robinho. In tribuna la “distrazione” Melissa Satta…
FORMAZIONI – Mister Tesser decide di puntare forte sui due nuovi attaccanti. In avanti spazio, quindi, a Mascara e Caracciolo. Si vede, in difesa, anche un latro neo arrivato, ovvero Rinaudo. Per il resto confermato il previsto 4-4-2 (in panchina il ritorno del “sindaco” Lisuzzo). Milan condizionato dalle tante assenze (soprattutto a centrocampo. 4-4-2 classico con Mexes e Thiago Silva coppia centrale. A centrocampo fiducia ad Emanuelson, chiamato a dare una mano consistente alle due punte. In avanti Ibrahimovic e Robinho.
PARTITA – Inizio contraddistinto da un buon ritmo. Il Novara prova a mettere paura al Milan ma, ogni volta che i rossoneri decidono di far sul serio per la retroguardia azzurra sono dolori. La prima occasione è per Ibra che, da posizione defilata, mette in mezzo una palla molto pericoloso che Ujkani smanaccia, evitando ulteriori problemi. Si vede anche il Novara (palla sfiorata di testa da Rigoni a lato). Al 12’ clamorosa palla goal per il Milan. Punizione di Ibra con Ujkani bravo a respingere, Robinho si avventa sulla sfera ma, da due passi, non trova la via della rete. Il Milan insiste (palla a lato di Van Bommel da fuori area.
Al 22’ altro bolide su punizione di Ibra con Ujkani che si salva d’istinto. Sull’azione successiva ancora rossoneri ad un passo dalla rete. Caracciolo, sulla linea, dice di no a Thiago Silva. Azzurri in netta difficoltà. Passano due minuti e arriva l’ennesima occasione per gli ospiti. Ibra a colpo sicuro, Ujkani c’è. Il Novara ormai è alle corde. Nocerino, Ibra, tutti cercano la rete ma la rete azzurra, per ora, resta inviolata. Al 39’ altro salvataggio sulla linea di Caracciolo, su conclusione di Mexes. A fine primo tempo, comunque, la partita è,miracolosamente,ancora sullo 0-0.
Ad inizio ripresa dentro El Shaarawy (per Antonini). Finalmente si vede anche il Novara con Amelia che si supera su Caracciolo. Dall’altra parte subito El Shaarawy che, di testa, non trova la porta. Gran ritmo. Il Milan preme e, alla fine, il fortino azzurro crolla. Ambrosini inventa un assist al bacio per Ibra che non si fa pregare questa volta e scaraventa in rete.Il Novara non ci sta e prova a reagire ma la differenza tecnica è abissale. Gli ospiti puntano a chiudere la partita. Tesser manda in campo forze fresche (Rubino e Marianini), nel tentativo di cambiare qualcosa.
Al 71’ El Shaarawy va ad un passo dal 2-0 (saltato Ujkani, poi palla a lato, non era facile). Un minuto dopo ci pensa Robinho, su tiro di El Shaarawy, a chiudere i conti. Nel finale di partita i rossoneri giochicchiano mentre il Novara si lecca nuovamente le ferite. Nel finale c’è spazio anche per Merkel e per il secondo sigillo personale di Ibra (palla lenta che finisce in rete senza che nessun novarese riesca ad intervenire). Dominio rossonero.

Un Juve pratica e cinica batte l'Atalanta.

41 punti, questo il bilancio della Juventus al giro di boa. In pochi lo avrebbero previsto agli albori di questa stagione, eppure gli uomini di Conte sono li. La vittoria all’Atleti Azzurri d’Italia contro l'Atalanta simboleggia la concretezza di una squadra in salute, che vuole fortemente risalire nella sua storia,e  che si vince in campi ostici come quello di Bergamo.
FORMAZIONI - Colantuono conta sul soito 4-4-1-1. In difesa Raimondi prende il posto di Masiello. In attacco i bergamaschi vedono Denis unica punta con l’appoggio di Maxi Moralez. A centrocampo Schelotto e Bonaventura sono gli esterni incaricati di spingere.
Conte schiera un 4-4-2 nel quale Chiellini torna al centro della difesa, lasciando a De Ceglie il posto di terzino sinistro. Il centrocampo vede Pepe partire da destra e Marchisio da sinistra, con Pirlo e Vidal centrali, mentre in attacco il tecnico pugliese si affida alla coppia Matri Vucinic.
PARTITA - La Juve inizia subito con il piglio giusto e Pepe si dimostra molto attivo sulla fascia destra, mettendo in mezzo un pallone basso che Matri conclude sparando alto. L’esterno romano è molto ispirato e su un assist di Marchisio ha sui suoi piedi un’ottima occasione ma sciupa angolando troppo il rasoterra. I padroni di casa si scuotono al 10’ quando Bonaventura, su appoggio di Denis, scalda i guanti a Buffon con un tiro centrale dal limite. Ma i bianconeri sono lanciatissimi e in 3 minuti confezionano tre occasioni da gol:Consigli si oppone prima a Barzagli e poi a Vucinic, mentre su un cross di Pirlo è De Ceglie a provarci in acrobazia, ma senza fortuna.
Gli orobici si scuotono e provano le loro classiche scorribande con Schelotto e Bonaventura che cercano il fondo per servire Denis, ma è Ferri che ha a disposizione una bella occasione dopo un corner, ma la sua rovesciata è debole e finisce tra le braccia di Buffon. Ma sono gli ospiti a tenere le briglie dell’incontro e insistono continuamente rintuzzando la difesa nerazzurra. Al 39’ Pepe si destreggia in un coast to coast di 60 metri e calcia di sinistro, ma Consigli si dimostra nuovamente attento, e deve ripetersi quando mette la mano su in tiro a scendere di Vidal dai trenta metri per sventare l’ennesima minaccia. Il primo tempo si chiude con German Denis che prova a svegliare i suoi dal torpore con un destro al volo in diagonale, ma il pallone si spegne a lato, con Buffon ad accompagnarlo con lo sguardo.
Nell’intervallo Conte cambia Marchisio per dare spazio a Giaccherini, cercando di arieggiare più il gioco sulle fasce e passando, di fatto, a un 4-3-3. Eppure è dal centro che nasce l’1-0 bianconero: Pirlo, con un passaggio dei suoi, pesca Liechsteiner che, sul filo del fuorigioco, fredda Consigli di testa sul suo palo. L’Atalanta non ci sta e prova a rispondere con il solito Denis, eppure Ferri rischia di chiudere il match incartandosi col pallone sul perimetro e lasciando a Matri una ghiottissima occasione a tu per tu con Consigli, ma l’attaccante bianconero si emoziona e spreca a lato.
Gli uomini di Conte, anche senza Pepe uscito per infortunio, tengono bene il campo e soffrono poco le iniziative dei padroni di casa, ed è ancora Matri ad avere un’opportunità importante ma il suo tiro è strozzato e viene tranquillamente abbrancato da Consigli. Al minuto 74 l’Atalanta reclama per una trattenuta di Chiellini in area nell’azione in cui Denis calcia fiaccamente addosso a Buffon, ma le proteste nerazzurre vengono ignorate da Celi. Gli orobici non trovano varchi centralmente e insistono con cross dal fondo, volti a cercare Denis, ma Buffon è sempre attentissimo sulle uscite in presa alta.Cinismo,grinta e costanza.Ingredienti che servono alla Juve in questa corsa senza sosta con il Milan.Basterà per ovviare alla minor qualità complessiva?

E da buona aquila predatrice, la Juventus, dopo aver fatto sfogare l’avversario, trova il 2-0 con Giaccherini che, innescato da un sublime tocco del giovane Marrone, sostituto di Pepe, silura Consigli e mette in ghiaccio la partita. Il resto dell’incontro scivola via lento e poco attraente, con l’Atalante che le prova tutte per adempiere al suo senso del dovere e la Juve che gestisce il doppio vantaggio fino al triplice fischio di chiusura.

Un Napoli mediocre dice addio ai sogni Champions.

Finisce 1-1, punteggio giusto, la sfida tra Siena e Napoli. Al classico goal dell'ex realizzato da Emanuele Calaiò, ha risposto Goran Pandev con un colpo di testa dopo che Edinson Cavani si era visto respingere un calcio di rigore da Pegolo.
FORMAZIONI - Sannino rinuncia a Destro che parte dalla panchina e recupera in extremis Bolzoni, schierato titolare a centrocampo con D'Agostino, Del Grosso e Vergassola, mentre le due punte sono Brienza e Calaiò. Buone notizie per Mazzarri che recupera Lavezzi per la panchina, Napoli schierato con la solita difesa a 3 composta da Campagnaro, Cannavaro e Aronica, Maggio e Dossena esterni di centrocampo, con Pandev e Hamsik alle spalle dell'unica punta Cavani.
PARTITA - Il Napoli nel corso di questo campionato ha dimostrato in più di un'occasione di soffrire e faticare a costruire gioco contro le piccole, e anche l'avvio di partita contro il Siena sembra non fare eccezione: ritmi blandi, poche occasioni, partenopei in difficoltà nel far girare palla, mentre i bianconeri di Sannino si difendono con ordine e tentano di aggredire in contropiede. Primo tempo noioso che vive soltanto di qualche fiammata da una parte e dall'altra, il Napoli tenta di rendersi pericoloso sui calci da fermo mentre nel Siena è Calaiò a cercare maggiormente la via delle rete impegnando in un paio di occasioni De Sanctis. E propriò Calaiò nei minuti finali è protagonista dell'unica vera azione da goal del primo tempo quando, complice un liscio di Cannavaro, si trova da solo di fronte al portiere azzurro, ma il suo tocco sotto si stampa sulla traversa.
La seconda frazione si apre senza cambi da ambo le parti, ma dopo 10' Mazzarri decide di giocarsi la carta Lavezzi al posto di Gargano. L'ingresso dell'argentino sembra rivitalizzare il Napoli, che tenta di schiacciare il Siena nella proprio trequarti, ma proprio nel momento migliore dei partenopei gli uomini di Sannino passano in vantaggio: Vergassola è bravo a rimettere in area un pallone che sembrava perso, per la testa di Calaiò che con freddezza mette il pallone alle spalle di De Sanctis. Il Napoli sembra accusare il colpo e fatica a creare trame offensive efficaci, ma al 77' avrebbe l'occasione per il pari quando D'Agostino, anticipato bene da Lavezzi, toccal'argentino in area:il tocco c'è ma leggero,esagerato il solito tuffo in area di Lavezzi, per Damato è calcio di rigore, sul dischetto si presenta un Cavani fino ad allora fantasma come spesso gli capita ultimamente, che calcia in maniera non perfetta, Pegolo si tuffa dalla sua destra e respinge.Sannino decide di coprirsi e contenere la reazione del Napoli mandando in campo Destro al posto di Calaiò, gli uomini di Mazzarri tentano di portarsi in avanti in maniera piuttosto disornitata e a mettersi in evidenza in questa fase è soprattutto Pandev, prima con un tiro deviato che finisce a lato di pochissimo, poi con un bel colpo di testa su cross di Dossena che sorprende Pegolo e si infila in rete per il goal dell'1 a 1 all'85'.Il Napoli ci crede e prova a portare a casa l'intera posta, e l'occasione capita in pieno recupero ancora sui piedi di Pandev, bravissimo a liberarsi con un numero in area piccola e a calciare in porta, ma Pegolo è ancora strepitoso e respinge il tiro mantenendo il pareggio. È l'ultima occasione di un match accesosi soltanto nel finale, Damato fischia la fine e sancisce il pari, buon punto per il Siena che ha accarezzato anche la possibilità di vincere, insoddisfatto il Napoli che non riesce a ingranare e vede allontanarsi le zone alte della classifica.

 

Il Milan perde il derby.La Juve rallenta e il Napoli resta una piccola.Scritto da:Nicola Giordano

17.01.2012 09:21

Inter.l'elogio della difesa ad oltranza.Il derby è suo.

Nel 276esimo derby della Madonnina, valevole per la diciottesima giornata di serie A, l’Inter batte il Milan per 1-0 e si porta  a sei punti dalla vetta. I rossoneri fanno la partita nel primo tempo ma senza pungere. Al decimo della ripresa è il Principe Milito a regalare tre punti ed entusiasmo al popolo nerazzurro, il Milan non approfitta del pareggio casalingo della Juve nel pomeriggio e scivola a -1.
FORMAZIONI - Allegri, fresco di rinnovo, schiera il Milan con il consolidato 4-3-1-2, recupera in extremis Abbiati e, soprattutto, Thiago Silva in coppia con Nesta al centro della difesa. L’esperto Zambrotta vince il ballottaggio con Antonini per il ruolo di terzino sinistro. A centrocampo, per via delle molte assenze, Boateng è costretto ad arretrare nel ruolo di mezz’ala destra con l’inserimento di Emanuelson dietro le due punte, Ibra e Pato. Il Papero viene preferito a sorpresa al connazionale Robinho, nonostante la turbolenta settimana vissuta dal 7 rossonero.Ranieri, al primo derby milanese, può contare su tutta la rosa, ad eccezione dell’infortunato Stankovic, e conferma l’11 che ha travolto il Parma una settimana fa. I recuperati Chivu e Sneijder si accomodano in panchina per lasciare ancora spazio rispettivamente a Nagatomo e Alvarez. Julio Cesar batte il mal di schiena ed è regolarmente tra i pali. Davanti confermta la coppia Milito-Pazzini.
PARTITA - Il derby parte forte, al 5’ è l’Inter che potrebbe subito portarsi in vantaggio, punizione dalla trequarti destra, batte Maicon ,tagliata sul primo palo dove tutto solo Thiago Motta stacca e mette nell’angolino basso alla sinistra di Abbiati, bandierina alzata però, fuorigioco che sembra non esserci o se c'è è di pochi centimetri. Il Milan ha il predominio nel gioco ma la prima palla goal della sua gara capita, dopo un rimpallo in area, al 10’ sul destro di Pato, che sbilanciato spara in curva. Dieci minuti dopo schema da corner, Emanuelson da destra batte basso e corto, fuori dall’area piccola, sul primo palo, dove Boateng tenta la botta di prima intenzione, alta di poco sulla traversa. La partita è combattuta, agonisticamente valida, ma avara di emozioni.Al 39’ finalmente il sussulto di un’Inter fin lì troppo timida, Nagatomo va sul fondo e da sinistra fa partire un ottimo cross che trova Alvarez in area tutto solo sul secondo palo, l’argentino stoppa ma calcia basso, molle e centrale con Abbiati che di piede compie uno dei suoi miracoli. In chiusura di frazione è il Milan ad avere la più nitida palla goal con un grande percussione di Pato al 45’ da destra, entra in area nerazzurra, appoggia dietro all’occorrente Van Bommel che fa partire una sassata di prima intezione, traversa piena! La palla ritorna in campo ed Emanuelson in acrobazia prova a sorprendere Julio Cesar sul palo alla sua desta, ma il portiere brasiliano si distende e sventa in corner. Nei due minuti di recupero niente da segnalare, primo tempo combattutto, più Milan che Inter i nerazzurri però recriminano per il goal negato in avvio a Thiago Motta.Nella ripresa si ricomincia da dove ci si era lasciati, il Milan fa la gara, l’Inter raccolta,rinuncia ad ogni velleità di gioco,chiusa dietro pronta a ripartire, e proprio in contropiede al 55’ arriva il vantaggio nerazzurro. J,Zanetti ruba palla a metà campo sulla destra e parte in una sgroppata delle sue, apre bene dall’altra parte dove Abate sembra in vantaggio su Milito, il terzino però cicca il pallone che arriva all’attaccante argentino il quale velocissimo si invola in area e con un tiro mancino ad incrociare fulmina Abbiati sul secondo palo, 1-0 Inter.Il Milan subisce il colpo tanto che al 61’ è Nagatomo con un bel destro a giro da fuori area a sfiorare il raddoppio. Due minuti dopo Ibra prova ad accendersi in area defilato sulla sinistra, mette un bel pallone al centro ma Julio Cesar sventa smanacciando. Un paio di minuti dopo ancora solito schema Milan, Ibra tutto sulla sinistra, verso Nocerino che prova a mettere palla a centro area, mischia, la sfera finisce docile dalle parti di Julio Cesar. La vera grande occasione del Milan arriva all’83’ grazia ad una sventola paurosa del subentrato Seedorf, che da distanza siderale impegna Julio Cesar che vola sulla sua sinistra e salva la porta.Entrano Robinho ed El Sharaawy,e proprio il brasiliano si fa respingere una conclusione nell'area piccola interista. Inutili gli assalti finali dei rossoneri, l’Inter si difende coi denti e porta a casa i tre punti.Anche se solo difensiva,l'idea tattica di Ranieri riesce ad avere la meglio.

La Juve bloccata dal Cagliari.E' allarme?

Maledizione rossoblù per la Juventus, fermata da Ballardini sull'1-1: 3 pareggi su 3 contro Cagliari-Bologna-Genoa in questo girone di andata. Le reti del match di oggi sono state siglate da Vucinic e Cossu, una a inizio primo tempo, l'altra a inizio ripresa.
FORMAZIONI - La Juventus priva di Chiellini gioca con De Ceglie a sinistra e il duo consolidatissimo Bonucci e Barzagli, da centrocampo in su ci sono i fedelissimi di mister Conte. Nel Cagliari c'è il polivalente Ekdal (in comproprietà proprio con la juve) a centrocampo al posto dell'ormai ceduto Biondini e Dessena al posto di Conti. Ibarbo confermatissimo in avanti con Larrivey e Cossu.
PARTITA - Il Cagliari inizia con un ritmo altissimo e il pressing portato da Cossu e compagni sembra mettere in difficoltà la Juventus, che però al sesto minuto con una azione corale orchestrata da Pepe, Marchisio e Lichsteiner, va in rete con Mirko Vucinic che a porta sguarnita conclude facilmente. Dal momento del goal fino alla fine del tempo si assiste a una partita dai ritmi bassi con qualche fiammata per i bianconeri - di Vidal e Matri - e per i sardi, con il solito Victor Ibarbo incontenibile palla al piede.Secondo tempo: il Cagliari entra con il piglio giusto come nel primo tempo, ma questa volta trova la rete con Andrea Cossu con un grande tiro da fuori area dopo la ribattuta di un impreciso Bonucci. Ibarbo continua il suo personalissimo show fatto di dribbling, discese da quattrocentista, passaggi ad alto coefficiente di difficoltà e grandissime giocate in ogni parte del campo.La Juventus prova nel finale di partita con attacchi confusi a mettere in difficoltà la difesa cagliaritana, ma Ballardini da grande stratega inserisce Ariaudo (anche lui del vivaio bianconero) e chiude la difesa dei sardi. L'occasione più allettante arriva con Del Piero su colpo di testa da calcio di punizione di Pirlo, ma Agazzi si fa trovare prontissimo sulla linea di porta.Nel finale Milos Krasic avrebbe la palla del vantaggio ma in maniera sconcertante cicca la conclusione fuori dallo specchio e pensare che il serbo l'anno scorso era osannato come il nuovo Garrincha della fascia,oggi invece tutti vorrebbero venderlo al primo offerente.Ci prova anche Vidal ma lo stacco è violento e impreciso.La gara termina e senza affanni il Cagliari strappa un ottimo pari a Torino.Per la Juve primi strani scricchiolii.

Il Napoli resta una piccola.1-1 sofferto col Bologna.

La 18ª giornata di campionato si conclude al San Paolo, nel posticipo del lunedì, il Napoli non va infatti oltre l’1-1 col Bologna sciupando una ghiotta occasione per accorciare in classifica dopo i passi falsi di Juventus, Milan e Udinese. Molto attenta la prestazione degli ospiti, in vantaggio nel primo tempo con Acquafresca e poi rimontati solo a metà ripresa da un rigore realizzato da Cavani. In classifica, la squadra di Mazzarri sale a 28 punti assestandosi a -4 dall’Inter quarta; Pioli, invece, incassa un punto prezioso che consente a Di Vaio e compagni di portarsi a +4 sul Cesena terzultimo.
FORMAZIONI - Al netto dell’assenza di Lavezzi, Mazzarri si affida a quelli che lui definisce i ‘titolarissimi’. Dossena vince il ballottaggio con Zuniga sulla sinistra, Gargano ha la meglio su Dzemaili per affiancare Inler in mezzo al campo. Tutto confermato il resto del 3-4-2-1 con Maggio largo a destra e la coppia Pandev-Hamsik a sostegno di Cavani. Dopo il deludente esordio in Coppa Italia, Vargas parte dalla panchina. L’unica sorpresa della serata la riserva così Pioli, che disegna un 3-4-1-2 in cui debutta sulla trequarti Taider, 19enne francese di origini tunisine prelevato dal Grenoble e chiamato ad innescare Acquafresca e Di Vaio. Solo panchina per Ramirez (acciaccato) e Gimenez.

PARTITA - Dopo il minuto di silenzio osservato in onore delle vittime del disastro del Giglio, il Napoli parte alzando il ritmo grazie ad un baricentro alto che gli consente di recuperare palla già nella metà campo bolognese. Al 10’ i partenopei sfiorano subito il vantaggio, ma Gillet si supera sul sinistro a botta sicura di Hamsik dopo la perfetta sponda aerea di Campagnaro.Corto e accortissimo in difesa, però, il Bologna tiene botta  e colpisce alla prima occasione: è il 14’ quando un tiro-cross di Pulzetti taglia fuori Campagnaro e finisce sui piedi di Acquafresca il quale, non seguito da Maggio, fulmina De Sanctis per lo 0-1. Nel finale di frazione i padroni di casa si riversano in avanti come al solito confusamente, ma la spinta produce solo un sinistro di Hamsik (deviato nonostante la mancata assegnazione del corner) che si spegne sul fondo.Il canovaccio del match non cambia nel corso dei secondi 45’. Al 10’, il Napoli ha una bella chance per il pareggio, ma Pandev è lentissimo a girarsi a due passi da Gillet sugli sviluppi di un corner calciato da Hamsik e prolungato sul primo palo da Cavani. Mazzarri cambia tatticamente con l’ingresso di Zuniga al posto di Campagnaro: il colombiano si mette alto a destra con Hamsik sul versante opposto e i due terzini che scalano a formare un 4-2-3-1.Ma sembra tutto inutile,anzi gli ospiti vanno vicini al raddoppio con un contropiede Di Vaio-Acquafresca vanificato da Maggio, poi il Napoli centra il pari tra le polemiche dei rossoblu. Perez tocca col braccio ma attaccato al corpo, Brighi viene indotto dall’assistente ad indicare il dischetto,rigore regalato dalla terna: dagli undici metri, Cavani riscatta i due precedenti errori dando un senso alla sua presenza in campo e batte Gillet con un destro centrale. Le ultime emozioni le regalano però i felsinei, che sfiorano il colpo del ko con Di Vaio, prima rimontato in extremis da Zuniga e poi frenato da De Sanctis.Come al solito,quando il gioco si fa duro e si attende il salto decisivo,gli uomini di Mazzarri sono assenti.La zona Champions per l'anno prossimo ora sembra davvero un miraggio.

 

Milan bloccato,l'Udinese non si ferma e il Napoli frena ancora.Scritto da:Nicola Giordano

12.12.2011 09:51

I Rossoneri impantanati a Bologna.2-2

Match pieno di emozioni quello del Dall’Ara tra Bologna e Milan, guastato a tratti da scellerate decisioni arbitrali. Gioco fluido e guizzi di genio per entrambe le squadre. In vantaggio il Bologna con Di Vaio, poi il pari di Seedorf, il rigore discusso trasformato da Ibra e infine il destro di Diamanti che, con la complicità di Amelia, fissa sul 2-2 il risultato.
FORMAZIONI – Difesa in difficoltà per il Bologna. Antonsson out, Cherubin recuperato solo per la panchina. In avanti Di Vaio supportato da Ramirez con Diamanti che varia sulle fasce. Milan con Pato e Ibra davanti insieme per la seconda volta supportati da Boateng. Non c’è Nocerino, si rivede Seedorf dal primo minuto. In porta ancora Amelia, Nesta fuori per infortunio. 
PARTITA –  La giornata è mite ma il Milan fa venire immediatamente i brividi al Bologna al 3’ con Ibrahimovic che colpisce la traversa con un violentissimo destro dalla distanza e da posizione defilata.  Il rossoblu non si lasciano intimorire però e si spingono in avanti grazie al proprio capitano e ad Alessandro Diamanti, che distribuisce palloni d’oro. Ed è proprio il binomio inscindibile di questi ultimi match a produrre il goal del vantaggio del Bologna al 10’: Diamanti serve il capitano rossoblu, Yepes e Thiago Silva, troppo larghi, gli lasciano lo spazio per agganciare il pallone e Di Vaio con un pallonetto scavalca Amelia con un perfetto pallonetto che vale l'1-0.
Passano 5 minuti e il Milan riporta il risultato in parità con Seedorf: Boateng serve perfettamente il numero 10 rossonero che carica il destro e di potenza batte Gillet. Buona alternanza tra le due squadre con il Bologna che innesca il contropiede. Il Milan spinge con tutti gli uomini a disposizione che a turno provano il tiro: Ibra, Boateng, Aquilani tutti dalla distanza.  Alcune belle giocate dei singoli (Diamanti e Ibra su tutti) rendono la partita davvero piacevole.
Allo scadere del 45’ clamoroso rigore negato al Bologna dall’arbitro Rocchi per tocco di mano di Seedorf in area. Nel parapiglia viene ammonito Kone per proteste e l’uscita della terna avviene tra bordate di fischi.
Esce Casarini entra Perez per il Bologna.  Al 46’ partono forte i bolognesi con Di Vaio che colpisce il palo alla sinistra di Amelia. Poco dopo Ramirez invoca il rigore dopo uno scontro con Yepes, ma Rocchi fa continuare,sembra che l'attaccante inciampi da solo. Nello scontro il difensore colombiano ha la peggio ed è costretto a lasciare il posto a Bonera. Portanova si immola su un tiro fortissimo di Pato ed evita così il goal. Esce anche Seedorf, che fa spazio ad Emanuelson.
Il Milan in questo secondo tempo riesce a passare in vantaggio con un rigore dubbio su Ibrahimovic trasformato dallo stesso svedese.  Il Bologna ha il sangue agli occhi e Diamanti ancora di più e a solo 30 secondi dal goal di Ibra riporta la situazione in parità grazie ad una botta che Amelia non trattiene. Poco dopo situazione dubbia in area bolognese,un passaggio di Ibrahimovic viene bloccato di mano da Konè,rigore negato da Rocchi,davvero in giornata no.
Tra i rossoblù entra anche Taider mentre Allegri toglie Pato ed inserisce Robinho. Il Bologna è un po’ stanco e il Milan è sempre in agguato. Abate impegna Gillet che non trattiene, chiusura provvidenziale di Crespo. Standing ovation per Diamanti quando lascia il posto a Cherubin per una maggiore copertura. Tutto il Milan si riversa in avanti negli ultimi minuti di gioco,ma invano.La gara termina con un giusto pari.2-2.

Al Friuli l'Udinese soffre ma batte il Chievo.

Al termine della gara contro il Chievo, lo speaker del Friuli di Udine legge la classifica della serie A, dal basso verso l’alto, culminando la sua lettura con un urlo finale, più che mai significativo: “30 punti, Udinese”.

La formazione di mister Francesco Guidolin, dopo la vittoria contro i gialloblu Veronesi, ed in attesa del posticipo del lunedì fra Roma e Juventus, è in vetta alla classifica, sopra la Juventus, sopra la vittoriosa Lazio di Lecce, sopra il Milan fermato a Bologna, centrando la settima vittoria casalinga in sette partite disputate, percorrendo un cammino assolutamente impressionante.

Una vittoria importante e sofferta, per come è giunta e per come è stata costruita in campo, con determinazione e grinta, grazie ai gol del Super Capitano  Totò Di Natale, al 67′ e di Basta al 79′, che rendono inutile la rete – peraltro molto bella- firmata dal clivense Paloschi all’83′.

A fine gara, finalmente sorridente il tecnico dei bianconeri friulani, Francesco Guidolin, solitamente molto pragmatico e dal low profile. In tale occasione, non si sbilancia più di tanto, ricordando che l’obiettivo dei suoi uomini dev’essere, in primis, raggiungere quota salvezza, ossia i fatidici “40 punti”, distanti solo dieci lunghezze, ma lasciando la porta aperta al sogno: “è un momento bello, magico, e proveremo a farlo durare il più a lungo possibile, vivendo il presente con grande continuità, serenità e gioia”. Un modo per dire, continuiamo a lavorare duramente, a testa bassa, senza farsi distrarre dai complimenti, ma non rinunciando a vivere le sensazioni positive che ruotano intorno al momento presente, assaporando in pieno l’entusiasmo della città e dell’ambiente, che si percepisce anche se lo Stadio Friuli non riesce mai a riempirsi.

Le Pagelle Migliore in campo assoluto il solito uomo-copertina dei friulani, ossia capitan Totò Di Natale, voto 7.5: brillante e pericoloso, sempre in partita, sbloccando la gara con un colpo di testa di assoluta precisione, e sfiorando più volte la personale doppietta.

Importante anche la prestazione a centrocampo di Isla, voto 6.5, assist-man per Di Natale, ma fondamentale in fase di imostazione, facendo girare la squadra ed accendendo la luce in più circostanze.

L’autore del secondo gol friulano, Basta, merita un 6.5 per la gara generosa disputata, proponendosi molto in fase di spinta, sulla fascia, e realizzando di testa il gol della sicurezza.

Nel centrocampo friulano, ottime prestazioni anche per Armero e Asamoah, per entrambi voto 6.5, che spingono e recuperano, dominando in tutto e per tutto la metàcampo di gioco.

In casa Chievo, la formazione di Mimmo Di Carlo aveva iniziato con buoni spunti la gara, provando in alcune occasioni ad impensierire la difesa friulana che, però, oggi regge alla perfezione ogni urto.

Fra i gialloblu, il migliore si rivela Hetemaj, voto 6.5, che si rivela un prezioso collante fra centrocampo ed attacco, indispensabile nel rifornire gli attaccanti gialloblu e, soprattutto, Sergio Pellissier.

Insufficiente, invece, il reparto arretrato del Chievo, specie con Frey, voto 5, che subisce molto la presenza di Armero in fase di spinta, e di Cesar, colpevole di lasciare Di Natale libero di colpire a rete in occasione dell’1 a o realizzato, che ha condizionato definitivamente l’andamento della gara.

Il Napoli fa 1-1 a Novara.Addio sogni di gloria.

A -9 dalla vetta sembra oramai ora di abbandonare i sogni di gloria.Se Mazzarri alla vigilia si era presentato sicuro e certe di poter addirittura ancora lottare per il vertice i suoi ragazzi lo hanno smentito subito,regalando una prestazione scialba e senza mordente rischiando addirittura di perdere contro il neopromosso Novara di Tesser,e riacciuffando il pari solo a 5 minuti dalla fine dell'incontro.

Il Napoli cerca di trovare subito il suo gioco ma il Novara fa densità nella propria metà campo e chiude tutti gli spazi, provando a ripartire velocemente sulle fasce. Al 10' la prima occasione per i campani: assist da sinistra di Lavezzi, Maggio aggancia in area sulla destra ma invece di concludere in porta cerca un improbabile assist al centro, che consente alla difesa del Novara di salvarsi.
Un minuto dopo rispondono i padroni di casa con una botta di sinistro dal limite di Gemiti, respinta da De Sanctis. Il Napoli evidenzia che il suo ritmo e il suo fraseggio non sono continui, per cui il Novara soffre poco e controlla la situazione senza problemi.al 26' Hamsik inventa per Cavani in piena area, ma Ujkani è bravissimo ad anticipare in uscita il centravanti partenopeo,ancora fantasma nelle ultime uscite in Campionato.
Al 35' la più grande occasione del primo tempo capita a Maggio, che si fionda in area e stacca di testa su uno splendido cross mancino di Dossena, ma la palla sfiora il palo alla sinistra di Ujkani.Il Novara si fa vedere subito dopo con Rubino, che su cross di Gemiti anticipa Aronica, ma non riesce a deviare in rete sotto misura da buona posizione. Al 41' un bel contropiede del Napoli si conclude con un destro potente dal limite di Dzemaili, ma la palla va alta sopra la traversa. Nel finale non succede altro e il primo tempo si conclude a reti inviolate.Nella ripresa il Napoli parte in avanti ma la prima occasione è del Novara: al 49' bellissimo cross di Gemiti per Rubino che anticipa tutti in area ma non impatta bene e la palla finisce abbondantemente a lato. Il ritmo è sempre molto alto,il Napoli però arriva alla trequarti ma poi puntualmente pecca di lucidità e si perde contro il muro difensivo del Novara. Al 59' ci prova da fuori Radovanovic, sulla traiettoria irrompe Mazzarani all'altezza del dischetto del rigore ma la deviazione volante finisce alta.Cinque minuti dopo altro contropiede del Novara con la palla che viene lanciata in profondità per Rubino che defilato sulla sinistra mette a lato. Al 66' un deludente Cavani viene sostituito con Mascara. Ma quattro minuti dopo, al 70', arriva a sorpresa il goal del Novara: punizione a due dai 25 metri, Radovanovic calcia di collo esterno destro ma la barriera partenopea inopinatamente si apre e la palla si infila in rete a mezza altezza alla sinistra di De Sanctis.
Mazzarri fa entrare Zuniga per Aronica ma il Napoli non riesce a reagire in maniera pericolosa: solo all'80' Lavezzi ci prova, ma la sua conclusione è un passaggio al portiere. All'84', quando ormai la partita sembra mettersi male per il Napoli, arriva il pareggio azzurro: azione di Lavezzi sulla sinistra, cross al centro, svirgola Hamsik col sinistro ma arriva in area anche Dzemaili che col destro fulmina Ujkani.Nel finale il Napoli ci prova con la disperazione, anche perchè il Novara accusa psicologicamente il colpo ed è molto stanco: a tre minuti dalla fine Lavezzi ci prova sul primo palo, ma Ujkani è attento e blocca. Il Novara regge l'assalto finale del Napoli e porta a casa un punto meritatissimo.Per il Napoli ennesima frenata in trasferta.Troppo poco per chi vuole ambire a posizioni di alta classifica.

 

Muore Sòcrates.Il filosofo del calcio.

Genio non solo del calcio.

La gente lo chiamava Dottore. Un epiteto che ora sembra un ossimoro. È morto, infatti, a San Paolo, in Brasile, uno dei giocatori simbolo di una generazione. Sócrates Brasileiro Sampaio de Souza Vieira de Oliveira, per tutti semplicemente Sócrates, aveva 57 anni: centrocampista sbarcato nella Fiorentina nel 1984, fu considerato dalla Fifa nel 2004 come uno dei 100 fuoriclasse al mondo di tutti i tempi. Si è spento all'alba di ieri nell'ospedale Albert Einstein per setticemia. Capitolo finale di una lunga battaglia contro l'alcolismo che negli ultimi mesi non gli dava tregua. Tre ricoveri nel solo 2011, l'ultimo gli è stato fatale. Le sue condizioni sono apparse subito gravi quando è stato ricoverato giovedì scorso e stavolta, nonostante la sua grinta e l'incontenibile forza di vivere, il campione non ce l'ha fatta.

«Il Brasile ha perso uno dei suoi figli più amati, un genio del calcio», ha commentato commossa la presidente brasiliana Dilma Rousseff, rappresentando il dolore di un'intera nazione che in Sócrates si è identificata e che con lui ha sognato sui campi da gioco di mezzo mondo. Aveva cominciato a dare i primi calci al pallone nel 1974 nel Botafogo di Ribeirão Preto per poi passare dal 1978 al 1984 nel Corinthians, la squadra simbolo dei poveri, di cui è stato anche capitano. Critico per carattere, proprio nella squadra più «odiata» dalla dittatura, dà vita alla cosiddetta «democrazia corinthiana», non solo un'incredibile autogestione dei calciatori ma anche una richiesta di democrazia, civile e sociale, contro il Brasile della repressione e delle torture di quell'epoca. Sócrates diventa, dunque, simbolo e leader di quella «rivoluzione silenziosa», scendendo in campo per anni con una fascia in testa per cingere la sua folta chioma su cui era stampata, indelebile, la parola «Libertà e Giustizia».

In breve tempo divenne un punto di riferimento della Seleçao dove le sue verticalizzazioni e i suoi colpi di tacco venivano esaltati da un centrocampo eccezionale, che poteva contare su mostri sacri come Falcao, Cerezo, Junior e Zico. Eppure, con la Nazionale la sua generazione non vince nulla. Il Mondiale del 1982 va all'Italia che sconfigge al Sarriá in una mitica sfida proprio il Brasile: Sócrates segna il gol del temporaneo 1-1 ma finisce 3-2 per gli azzurri.

In molti, a cominciare dal fratello Raí, lo hanno descritto come un calciatore brasiliano atipico in grado di parlare non solo di calcio ma anche di politica, di società, di mondo, di vita vissuta. Come atleta raggiunge la consacrazione in Italia dove arriva nel 1984. Ma proprio all'apice della carriera c'era già in nuce l'incipit della sua discesa come se questo fosse in fondo il segreto amaro della sua esistenza. Nella Fiorentina, infatti, Sócrates non riesce ad integrarsi pienamente: rimane solo una stagione, poi torna in Brasile.


La sua carriera calcistica si chiude nel 1989 e, dopo il tentativo di tornare in campo con una squadra dilettantistica inglese, il Garforth Town, si dà al giornalismo. Diventa editorialista di «CartaCapital», «dove ogni settimana ha scritto di calcio, inteso come manifestazione culturale massima del Brasile, criticando invece la sua dimensione economica, il suo essere sempre più uno show staccato dalla società», spiega Mino Carta, direttore-fondatore della rivista, che aggiunge: «Calcisticamente Sócrates è stato l'eroe di Lula e a me manca già». Il gigante del calcio, nonostante il suo metro e 92 di altezza, aveva ammesso in una delle ultime interviste di avere paura della morte. Speriamo che la terra gli sia lieve.

Sócrates, il Dottore dai piedi buoni, capitano del Brasile nel Mondiale di Spagna 1982 e Francia 1986, è morto ieri a San Paolo. Aveva 57 anni. Sócrates Brasileiro Sampaio de Souza Vieira de Oliveira nasce a Belém, nello stato brasiliano del Parà, il 19 febbraio 1954. Di famiglia benestante, si laurea in medicina, specializzazione ortopedia, ma non esercita mai la professione di medico perché inizia la sua carriera di calciatore nel Botafogo di Ribeirão Preto nel 1974. Dal 1978 al 1984 gioca nel Corinthians, di cui è il capitano per anni e dove vince tre campionati paulisti. Calciatore sudamericano dell'anno nel 1983, nel 1984 viene acquistato dalla Fiorentina, dove resta una sola stagione. Torna poi in Brasile, prima al Flamengo, dove vince un campionato carioca, e in seguito al Santos. Nel 2004 chiude la carriera con il Garforth Town, una squadra dilettantistica inglese, di cui fa anche l'allenatore. Celebre per il suo talento da centrocampista, Sócrates nella Seleçao verdeoro ha giocato 60 partite, realizzando 22 reti, tra il 1979 e il 1986. Dopo il ritiro dai campi aveva intrapreso la carriera di commentatore sportivo per la tv brasiliana Cultura.

Il Milan espugna Marassi.La Juve piega il Cesena.Il Napoli spalma il Lecce.Scritto da:Nicola Giordano

05.12.2011 13:02

I Rossoneri "passeggiano" anche col Genoa.

Come aveva sottolineato Conte,il Milan da l'idea di passeggiare contro i suoi avversari,talmente evidente la superiorità tecnica e individuale in serie A che nelle ultime 8 gare i Rossoneri ne vincono 7 e pareggiano una.Dando sempre l'impressione di essere superiori,anche se l'avversario è la Roma,il Palermo,il Catania o il Genoa in trasferta.A Marassi il Milan gioca con Yepes in difesa,Ambrosini al posto di Van Bommel e Robinho al posto dell'influenzato Pato,accanto a Ibrahimovic.La gara fin da subito palesa la superiorità rossonera,Milan che impone ritmo e possesso palla.Malesani deve rinunciare a Palacio,ma pecca di eccessivo difensivismo con ben 5 difensori bloccati dietro in difesa.Nocerino ben 2 volte,Robinho e Ambrosini graziano il Genoa che chiude sul pari la prima metà.Nella ripresa il copione è identico con una piccola variante,Ibra più vicino all'area e infatti il muro genoano crolla,lo svedese supera con un tacco Kaladze che lo stende,rigore ed espulsione.Lo stesso Zlatan scaraventa in rete il penalty urlando davanti alla curva genoana.La reazione rossoblu è nulla.Solo un paio di tiri da fuori di Veloso.E difatti,dopo che Robinho spara alto un prezioso assist di Aquilani (ancora ottima la sua prova)con Frey quasi battuto,arriva il raddoppio con Nocerino,che sbatte in rete un cross rasoterra di Prince Boateng,ancora devastante.2-0 e gara chiusa.Il Milan espugna Marassi dove l'anno scorso faticò non poco pareggiando 1-1 e continua la sua corsa spedita.Corsa che entro Natale,parole di mister Allegri,dovrà culminare con la vetta della classifica.

Juve,sudore e fatica.Ma alla fine il Cesena cade.

Allo Juventus Stadium la squadra bianconera affronta il Cesena di Arrigoni.Juve senza Andrea Pirlo e con un Pazienza in più a centrocampo.La gara è dura e delicata infatti i romagnoli per ben 70 minuti tengono sotto scacco la Juventus resistendo sullo 0-0;ma ad Arrigoni manca il coraggio,eccessivo difensivismo e un Mutu isolato in avanti sono argomenti troppo poveri.La squadra di Conte senza Pirlo soffre molto.Le difficoltà in avanti sono evidenti,Vucinic è costretto ad arretrare con conseguente perdita di lucidità davanti alla porta,Pepe è un onesto gregario non un ala talentuosa in grado di risolvere partite,Matri è generoso ma sfortunato e comunque non certo un asfalta difese.E' Marchisio che fa capitolare il Cesena,dopo che l'ansia bianconera stava montando.Un sinistro preciso batte Antonioli fino ad allora impeccabile.Poi entra Del Piero che però esce quasi subito a causa di un brutto taglio alla tempia.Entra anche Quagliarella,ma la Juve trova il 2-0 grazie a un generosissimo rigore con annessa espulsione di Antonioli,rigore che Arturo Vidal realizza.La Juve va a + 2 sul Milan arrembante di questi mesi.Ma l'ansia da 0-0 era evidente,senza Pirlo servono idee nuove.La prossima gara prevede un allettante Roma-Juventus,gara sempre ostica soprattutto ora che i giallorossi navigano in acque torbide.Attendiamo risposte.

Lecce ultimo di nome e di fatto.Il Napoli vince 4-2.

Al San Paolo per l'anticipo serale del Sabato Napoli-Lecce.Derby del sud.Gli azzurri sono chiamati a sfatare il mito della gara pre-Champions nelle quali non hanno mai vinto e sempre deluso.Il Lecce di Di Francesco dovrebbe reagire all'ultimo posto in classifica che minaccia la permanenza dello stesso tecnico in panchina.Ecco dovrebbe,perche il Lecce visto al San Paolo è una squadra più da serie B che da serie A.Lenta,poco concentrata e friabile in difesa.Infatti alle prime triangolazioni del Napoli crolla.Prima Lavezzi dopo un abile serpentina trova il vantaggio con la collaborazione del portiere Salentino,poi è Cavani a trovare il raddoppio su dormita della difesa.Addirittura anche Dzemaili,il neo-acquisto più fischiato del Napoli di quest'anno trova il gol su tiro da fuori.Piccola reazione d'orgoglio del Lecce che grazie ad un'azione personale di Muriel trova il 3-1.Ma la gara è più che compromessa e infatti arriva anche il 4-1con Cavani che approfitta di una ennesima dormita della difesa.Al '92 su una distrazione della retroguardia azzurra arriva il 4-2 definitivo.Ora il Napoli di Mazzari vola a Villa-Real per il decisivo match di coppa.Deve vincere per non rischiare un ennesimo sorpasso del Manchester City di Mancini.

 

E' un Milan Straripante,la Juve resiste in vetta,Napoli altro stop.Scritto da:Nicola Giordano

28.11.2011 09:06

A San Siro altro show dei Rossoneri.4-0 al Chievo.

Dopo la gara di Champion's League contro il Barcellona, il Milan scarica la sua rabbia asfalttando il malcapitato Chievo con una prestazione maiuscola. Tutto si compie nel primo tempo: Thiago Silva sblocca il risultato dopo 8 minuti, Ibrahimovic raddoppia al 16'; anche Pato trova la via del goal al 33', mentre il 4-0 è firmato ancora una volta da Ibrahimovic, al 43', su calcio di rigore, concesso per atterramento di Pato.
FORMAZIONI - In difesa Allegri deve fare a meno di Abbiati e di Nesta, sostituiti da Amelia in porta e dall'ex Yepes, che affianca Thiago Silva al centro della difesa, mentre a sinistra Antonini prende il posto di Zambrotta e a destra gioca Abate. A centrocampo spazio a Van Bommel davanti alla difesa, con Nocerino a sinistra ed Aquilani a destra. Boateng fa il trequartista e in attacco, accanto ad Ibra, spazio a Pato, che vince il ballottaggio con Robinho.
Nel Chievo Di Carlo risponde con lo stesso modulo 4-3-1-2, col centrocampo a rombo: Sorrentino difende i pali, in difesa Frey, Mandelli Cesar e Jokic, Rigoni centromediano, affiancato da Luciano a destra e Bradley a sinistra; Sammarco è il centrocampista avanzato addetto alle incursioni, mentre le due punte saranno Thereau e Pellissier.
PARTITA - Il Milan parte fortissimo, e nei primi 10 minuti crea subito una serie di palle goal, colpendo una traversa con un gran tiro dai 20 metri di collo interno di Ibrahimovic, e passando in vantaggio già all'8' con un destro di precisione chirurgica da fuori area di Thiago Silva che, servito da Boateng, di interno destro piazza la palla nell'angolo alla destra di Sorrentino.Quattro minuti dopo il Chievo è pericoloso con Pellissier, la cui girata molto ravvicinata viene respinta da Amelia. Ma è un fuoco di paglia: al 16' una magia di Ibra, che dal limite piazza il pallone nel “sette”, consente al Milan di andare sul 2-0 e di mettere la partita in discesa. I rossoneri sembrano indiavolati e continuano ad essere padroni della situazione; il Chievo che paure aveva bloccato la Juventus e sconfitto il Napoli,sembra totalmente incapace di abbozzare una pur minima reazione.  Al 33' c'è gloria anche per Pato, che chiude virtualmente la partita raccogliendo una deviazione su tiro di Aquilani e mettendo comodamente in rete il goal del 3-0. Il Chievo prova  a farsi vedere al 42' con uno splendido tiro a volo di Bradley: Amelia sembra battuto ma la palla va fuori di un soffio. Un minuto dopo Pato entra in area da sinistra e viene atterrato da Luciano: rigore netto che Ibra trasforma mettendo la palla sotto l'incrocio. Si va al riposo sul 4-0.Il secondo tempo si gioca ovviamente solo per onor di firma: al 1' Ibra viene lanciato in profondità a tu per tu con Sorrentino, ma il suo sinistro finisce fuori. Il Milan rallenta leggermente il ritmo ma non molla il controllo della palla e della partita, anche perchè ormai il Chievo non ha più la forza, né tecnica né mentale, per impensierire i rossoneri. Al 23' una standing ovation di San Siro saluta l'uscita dal campo di Ibrahimovic, sostituito da Robinho. Qualche minuto dopo c'è spazio anche per El Shaarawy, che prende il posto di Pato. La partita scorre via sonnolenta fino al fischio finale, col Milan che gestisce il ritmo della gara come vuole, non rischiando mai nulla.
I Rossoneri vanno a -1 dal primo posto e in virtù di un calendario migliore prima di Natale,possono concretamente ritornare in vetta.

La Juventus coi nervi espugna l'Olimpico.

La Juventus passa indenne all’Olimpico di Roma per 0-1 al termine di una gara bifronte. Un primo tempo giocato a ritmi alti dagli uomini di Conte ed una ripresa, specie nei primi venti minuti, di sofferenza pura sulla pressione biancoceleste. La Lazio di Reja esce lievemente ridimensionata nelle sue ambizioni scudetto essendo parsa   pienamente in partita solo nei primi venti minuti della ripresa, senza tuttavia, a parte rare eccezioni, rendersi mai molto pericolosa dalle parti di Buffon e rischiando su qualche contropiede.
FORMAZIONI -  Reja stupisce tutti mandando in campo dal primo minuto mister 100 goal Tommaso Rocchi a fare coppia con il rientrante Klose e spedendo in panchina il francese Cissè. In difesa, perdurando l’assenza di Dias e gli acciacchi di Biava,  confermatissimi  i centrali Diakitè e Stankevicius, che così bene avevano fatto sette giorni fa a Napoli. Conte invece, recuperato il diffidato Pirlo dalla botta al ginocchio, schiera come previsto il miglior 11 possibile, reduce da tre vittorie consecutive. In campo anche gli altri tre a rischio squalifica: Chiellini, Marchisio e Pepe.
PARTITA - Primo tempo frizzante, vivace, con le due squadre corte ed aggressive. Le migliori occasioni però sono di marca juventina con Marchisio che spedisce di poco a lato al 10’ su crosso di Liechsteiner dalla destra e con una punizione a lunga gittata di Pirlo che Marchetti battezza male smanacciando a centro area dove per poco Liechsteiner non riesce ad approfittarne spedendo a lato. Al 34’ la Juve  passa in vantaggio con un rapidissimo capovolgimento di fronte, Buffon è bravissimo in uscita su Rocchi servito alla perfezione da Hernanes,  e i bianconeri in tre passaggi sono in porta: Vucinic apre sulla sinistra, scatto di Matri che serve al centro Pepe il cui tap in vincente spiazza Marchetti. La ripresa è tutta un’altra gara, almeno per i primi venti minuti la Lazio schiaccia la squadra di Conte nella propria metà campo ma, a parte un clamoroso palo di Hernanes al 60’, combina ben poco. Anzi, nel finale,  è la Juve ad avere una doppia occasione per il raddoppio con Giaccherini ,subentrato a Vucinic ,e Matri ma il portiere laziale è attento.  Nota stonata in casa Juve, l’ammonizione al diffidato Marchisio che gli farà saltare la gara contro il Napoli di martedì.

Il Napoli si salva al ' 94.Con l'Atalanta è 1-1.

A Bergamo Atalanta e Napoli si sfidano nell'anticipo di sabato.La squadra di Mazzarri si salva per il rotto della cuffia nei minuti di recupero,dopo che un'immenso Denis stava per regalare il successo interno agli orobici.Alla fine è 1-1.Un pareggio che sa molto di sconfitta.

FORMAZIONI –  Colantuono sceglie il solito 4-4-1-1 con Moralez a supporto dell’unica punta, l’ex German Denis, mentre a centrocampo l’altro ex Cigarini viene accompagnato al centro da Carmona e sulle fasce da Schelotto e Padoin.

Mazzarri schiera il solito 3-4-2-1 e realizza un mini turnover. Fernandez prende il posto di Aronica in difesa, con Campagnaro a sinistra nel terzetto difensivo. Dzemaili e Gargano occupano la mediana e Zuniga sostituisce Maggio sull’out destro. In attacco a rifiatare è Lavezzi, che lascia il posto a Pandev.

PARTITA –  Entrambe le squadre scendono in campo bloccate,studiandosi fin da subito. Gli ospiti cercano di non alzare troppo i ritmi, con Dzemaili ed Hamsik impostando centralmente e Zuniga e Dossena a spingere sulle fasce. È proprio il colombiano del Napoli a sfiorare il gol con un tiro-cross dalla destra che Consigli allontana come può.

I padroni di casa controllano e si limitano a un paio di sortite senza troppa efficacia. Zuniga è il più attivo e sollecitato in campo: macina chilometri ma offre spunti a volte confusi sulla destra. Al ’33 il primo sussulto dell’Atalanta è un tiro velleitario dai 30 metri da parte di Carmona, che De Sanctis abbranca facilmente. Poi è Denis ad approfittare di uno strano pallone che rimbalza nell’area piccola, ma la rovesciata del Tanque finisce alta sopra la traversa.Nel finale Dzemaili recupera un pallone in mediana e parte centralmente bucando la retroguardia orobica, ma il suo destro si spegne oltre il sette alla sinistra di Consigli.

Il secondo tempo vede l’Atalanta partire in quarta con Moralez che calcia di poco a lato quando a meno di un giro di lancette. Al 51’ è Padoin che spreca da pochi passi, dopo un batti e ribatti in area di rigore, ma l’esterno sinistro ha il corpo troppo all’indietro al momento dell’impatto. I padroni di casa si dimostrano più intraprendenti ed il Napoli è costretto a rintuzzare gli attacchi dei nerazzurri.

Dopo un po’ gli ospiti si riprendono ed al 57’ Zuniga mette in mezzo un pallone interessantissimo che non trova nessun compagno pronto al tap-in. Gli risponde subito dopo Denis con una botta al volo che bacia la traversa ed esce, con De Sanctis praticamente inerme. Ma l’ex col dente avvelenato si rifà dopo pochi minuti, quando Campagnaro gigioneggia col pallone,perdendolo goffamente e su un suo disimpegno errato Denis trova il corridoio per infilarsi da solo in area e battere De Sanctis con un diagonale chirurgico.Lavezzi, entrato per Pandev poco prima del gol,con il macedone che manda platealmente aquel paese Mazzarri,si posiziona in attacco per cercare il pareggio. A un quarto d’ora dalla fine Mazzarri rischia il tutto per tutto, inserendo Maggio per Fernandez e Santana per Dzemaili. Ma è Lavezzi con un suo dalla sinistra che viene neutralizzato da un intervento alla disperata di Manfredini. Gli ospiti cercano il pari e lasciano ai padroni di casa solo possibilità di contropiede con Schelotto prima e Gabbiadini poi.I giochi sembrano ormai fatti quando un pallone di Zuniga dalla destra viene sporcato, Lavezzi batte al volo e trova la zampata vincente di Cavani e fa infuriare l’intero stadio bergamasco,visto che la rete arriva oltre i 3 minuti di recupero dati. Il Napoli torna a casa con un punto che smuove poco la classifica,acciuffato con i capelli. I padroni di casa, invece, sciupano un’opportunità ghiottissima per portarsi a ridosso della zona Europa League.

Per gli azzurri diventa oramai certezza l'impossibilità con questa rosa corta di affrontare decentemente il doppio impegno Coppa-Campionato.Visto che in Champions l'anno prossimo accederanno solo le prime tre e vista la classifica che inizia a languire forse il Napoli farebbe meglio a rivalutare le sue priorità.Vivere un altro paio di notti in Champions ma rischiare di arrivare staccatissimo in campionato o tentare perlomeno di qualificarsi anche per l'anno prossimo?

 

Il Milan spaventa il Barça.Impresa Napoli.L'Inter pareggia in Turchia.Scritto da:Nicola Giordano

24.11.2011 09:43

 

Milan - Barcellona 2-3.Ma è standing ovation per i Rossoneri.

Non contava per la qualificazione,ma solo per l'onore.La sensazione a caldo dopo il grande spettacolo di Milan-Barcellona è che i Rossoneri possono giocarsela davvero con tutti. Novanta minuti di estasi alla scala del calcio, con la squadra di Allegri che rispetto all’andata ha dato prova di maturità, migliorando il gioco e aumentando le opportunità da gol. Fronteggiare la squadra più forte del mondo vuol dire giocare al 100% delle proprie possibilità e avere un margine di errore bassissimo. Contro i catalani è successo fino al gran gol di Boateng, perché poi è uscita fuori la maestria dei palleggiatori spagnoli, la grandezza di una squadra che vive in una realtà parallela. Ma è esemplare la fotografia di fine partita, quando tutto lo stadio era in piedi ad applaudire Ibra e compagni per una prestazione maiuscola. Vedere un Milan combattente e pericoloso sotto porta lascia ben sperare per il futuro. Il Barcellona è ancora molto forte ma i rossoneri hanno compiuto un grande passo in avanti, crescendo di autostima e prendendo coscienza dei propri mezzi.
Fin dall’inizio il Milan è partito con il pressing alto nella metà campo catalana per evitare di lasciar impostare gli avversari. La scelta di Robinho al posto di Pato dal primo minuto può essere letta proprio in questa chiave, in quanto il numero 70 è più mobile e propenso al ripiegamento difensivo rispetto al giovane collega di reparto. Nei primi 10 minuti Milan ben messo in campo da Allegri, sostenuto a gran voce dagli irrefrenabili 80 mila tifosi rossoneri che hanno cantato e incitato la squadra per tutta la gara. Poi la solita azione coinvolgente dei catalani con Abidal lasciato tutto solo da Abate che ha il tempo di controllare e battere a rete. Nella selva di gambe è Van Bommel a buttarla dentro, in un gol figlio del caos per il notevole numero di uomini che calpestavano l’area antistante ad Abbiati. Il gol a freddo ha però l’effetto di svegliare il Milan e dargli ancora più carica. Prima Robinho sbaglia un gol già fatto, poi la grande giocata di Seedorf che vede l’inserimento centrale di Ibrahimovic. Il tocco ravvicinato di sinistro supera agevolmente Valdes in uscita ma l’azione è veramente da applausi. San Siro esplode di gioia abbracciando lo svedese, che fa 4 gol su 4 in Champions (lui non ha giocato nella trasferta di Barcellona).
Purtroppo per il Milan la direzione arbitrale di ieri sera ha lasciato ancora molto a desiderare,Xavi cade in area, l’assistente di porta segnala una impercettibile spinta di Aquilani, non vista da Stark.Rigore quasi inesistente ma assegnato.Messi segna il suo primo gol al Milan (ripetendo due volte il penalty e ricevendo anche un’ammonizione per aver fintato il tiro sul primo rigore).
La reazione del Milan è ancora una volta veemente, segno del carattere della squadra e non molla nemmeno contro la formazione attualmente più forte al mondo. Il finale di primo tempo è unidirezionale con Seedorf, Robinho, Boanteg e Thiago Silva che sfiorano il 2-2, a questo punto meritato.
Nella ripresa Allegri manda subito Pato in campo, completando la staffetta con Robinho.
La rabbia, la determinazione di Boateng portano il Milan sul 2-2. Un gol meraviglioso, frutto dell’estro e della classe di un giocatore abituato a dare spettacolo in ogni sua giocata. Il colpo di tacco e il destro che trafigge Valdes lasciano increduli tutti, una giocata da campione vero: spettacolo a San Siro.
La difesa del Milan però barcolla di nuovo e Xavi trafigge Abbiati su fantastico assist di Messi. I catalani devono sfoggiare la miglior azione per illudere la retroguardia milanista, quinto gol della serata. L’effetto della rete si fa sentire perché gli spagnoli addormentano l’incontro come solo loro sanno fare. Il Milan esce a testa alta da un match quasi proibitivo, il gap con i catalani si è ridotto notevolmente.Per Allegri anche i complimenti di Guardiola.

Al San Paolo si verifica il "miracolo".

Il Napoli è riuscito nell'impresa che sembrava impossibile alla vigilia: battere una squadra notevolmente più forte come il Manchester City, che è prima nella Premier League. Dopo il primo goal di Cavani al 17', Balotelli pareggia al 33', ma nel secondo tempo l'uruguayano mette subito a segno il definitivo goal del 2-1. Inutile, anche se vibrante, l'assedio finale del City. Ora il Napoli è più vicino alla qualificazione agli ottavi.

Il Napoli parte contratto, lasciando il possesso palla al Manchester City, che al 7' ha una buona occasione con Balotelli, che dalla sinistra al limite dell'area prova un geniale tiro a giro sul secondo palo, con palla fuori di un niente. De Sanctis sembrava sorpreso. Dopo i primi 10 minuti il Napoli inizia a spezzare il possesso palla avversario e a partire negli spazi: al minuto 11 una ripartenza velocissima si conclude con un triangolo Lavezzi – Cavani – Lavezzi, gran botta dal limite con palla fuori. Il Napoli è guardingo: al 17' Inler ci prova col destro da fuori, Hart mette in angolo; dalla bandierina Lavezzi crossa sul primo palo dove Cavani anticipa tutti e, con la gentile collaborazione di Kolarov, porta in vantaggio il Napoli.Il City sembra accusare il colpo, ma da grande squadra qual'è si riorganizza subito ed inizia a premere: al 20' tiro centrale di sinistro abbastanza insidioso di Silva, para De Sanctis. Al 26' cross tagliatissimo dalla destra molto pericoloso di Milner per la testa di Dzeko, anticipato per un soffio da un provvidenziale Cannavaro. Al 33' il City pareggia:  Dzeko dalla sinistra mette a centro, brutto rinvio di Aronica sui piedi di Silva, sinistro radente respinto da De Sanctis, e Balotelli può mettere facilmente in rete sulla respinta corta del portiere. Il Napoli accusa il colpo e si disunisce, insistendo con improduttivi lanci lunghi e permettendo al City di continuare a spingere; anche se, a parte una gran parata di De Sanctis al 43' sulla rasoiata mancina di Kolarov lanciato sulla sinistra da Silva, il primo tempo si conclude senza particolari sussulti.

Nella ripresa il Napoli parte in modo più aggressivo, per rubare subito palla; ci riesce già al 49' con Lavezzi, che da sinistra premia la sovrapposizione di Dossena, cross al centro un po' arretrato dove si è smarcato Cavani, che a volo col piattone destro insacca, facendo esplodere il San Paolo. Sulle ali dell'entusiasmo per il 2-1 il Napoli insiste. Il City sembra un po' stordito, solo Silva ci prova al 58' ma il suo sinistro è altissimo. Subito dopo Inler, accusa problemi fisici e chiede il cambio: Mazzarri fa entrare Dzemaili,che lo farà grandemente rimpiangere. Senza il suo regista il Napoli non riesce più a gestire i tempi di gioco e il City cresce: al 61' Balotelli non arriva per pochissimo sul secondo palo su punizione da destra di Silva; due minuti dopo Cannavaro ferma ottimamente una pericolosa incursione centrale palla al piede di Dzeko. Al 63' un fuorigioco fischiato a Balotelli ferma una magnifica azione offensiva del City, tutta di prima. Il City attacca ora con convinzione, ma si espone al contropiede.Col passare del tempo il Napoli si compatta bene e si difende, rendendo difficile al City costruire occasioni da rete. Anzi, al 69' il Napoli sciupa un contropiede con Lavezzi, straordinario nel saltare Lescott e nel concludere col sinistro, fermato dal portiere inglese. Mentre due minuti dopo Kompany è costretto ad un eccezionale intervento difensivo in acrobazia per fermare un cross pericolosissimo in area. Mancini non vuole perdere, e al 70' fa uscire un mediano, De Jong, mettendo dentro Nasri, che si mette a sinistra. La partita diventa vibrante: al 76' occasionissima per Hamsik che, su lungo lancio di Cavani, parte in contropiede, salta l'ultimo uomo e conclude di sinistro a botta sicura: palo pieno. Solo due minuti dopo grande parata di De Sanctis sulla botta di Balotelli. Sul rovesciamento di fronte Maggio si fionda in area completamente solo a tu per tu con Hart, tira incespicando,il portiere lo ferma . All'81' ancora uno scatenato Balotelli tira, ma la sua conclusione viene murata dalla difesa del Napoli. Subito dopo, delizioso cross di Nasri servito nel corridoio destro da Aguero, appena entrato al posto di Dzeko: ma Balotelli di testa non trova la porta. C'è da soffrire fino alla fine: all'84' De Sanctis è attentissimo sulla bella girata a volo in area di Balotelli; poco dopo stupenda giocata del “Kun” Aguero, tiro secco dalla destra sul primo palo e altra bella parata di De Sanctis, questa sera insuperabile. L'assedio finale del City fa paura, ma il Napoli con i denti resiste e alla fine conquista un risultato storico.